È stata presentata la 53 Stagione concertistica OPV 2018/2019: dall’11 ottobre al 9 maggio, ci saranno dodici concerti in calendario all’Auditorium Pollini e al Teatro Verdi della città veneta più il tradizionale appuntamento natalizio alla Basilica del Santo, per il quarto cartellone firmato da Marco Angius alla guida dell’Orchestra di Padova e del Veneto

 

Per il quarto anno Marco Angius, direttore artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto, ha presentato nella città veneta la prossima stagione concertistica 2018/2019, giunta alla 53° edizione, che porta il titolo, altamente evocativo, di “Tempi e tempeste”. Una stagione ricca di stimoli, che rimandano anche ad approdi non musicali, come ha illustrato lo stesso Marco Angius: «“Profondo è il pozzo del passato. O non dovremmo dirlo imperscrutabile?”, scrive Thomas Mann nell’incipit di Giuseppe e i suoi fratelli. Problema anche musicale, quello del tempo e della stratificazione di opere e stili compositivi. Anzi nessuna opera contemporanea, nemmeno la più recente e inedita, nasce senza passato, lo si voglia o no».

Marco Angius, direttore artistico della OPV.

E il cammino musicale dell’OPV, anche nella prossima stagione, sarà contraddistinto, come ormai da tradizione negli ultimi anni, da questo fruttuoso dialogo tra passato e presente, mettendo in relazione i “tempi” della grande tradizione musicale che dal tardo Cinquecento di Gabrieli si dirama nel corso dei secoli, passando attraverso Bach, Mozart, Brahms, Beethoven, Verdi, per lambire il tardo Ottocento di Bruckner e il primo Novecento di Berg e Ravel, giungendo infine fino ai giorni nostri.

«Proprio il nostro tempo musicale», ha continuato Angius, «ritorna con diverse figure della contemporaneità, dalla novità assoluta di Claudio Ambrosini (nuova commissione OPV nel 100° anniversario dell’Armistizio della Prima guerra mondiale) che aprirà la Stagione l’11 ottobre, a Sconcerto di Giorgio Battistelli su testo di Franco Marcoaldi con la presenza di Elio per un appuntamento imperdibile il 13 novembre al Teatro Verdi, fino al nuovo compositore in residenza 2019, Nicola Sani, protagonista delle prossime “Lezioni di suono”, giunte alla loro quarta edizione».

Il compositore Nicola Sani.

Proprio a Sani, come di consuetudine, l’OPV ha commissionato una novità assoluta che verrà presentata il 28 febbraio accanto a due orchestrazioni di Luciano Berio, cui la compagine orchestrale padovana renderà omaggio, a quindici anni dalla scomparsa. Ecco, allora, il tempo trasversale in cui la musica permette un viaggio percettivo unico: oltre a Berio che reinventa Verdi, Boccherini e Brahms, incontriamo John Adams orchestratore di un tardo Liszt, di Ravel e di Čajkovskij con pagine schumanniane e mozartiane, Ghedini e Ambrosini con le musiche di Andrea Gabrieli, Stravinskij con l’amato Gesualdo in un gioco illimitato di fughe temporali attraverso quella che può essere definita un’intrigante una galleria di specchi.

Il manifesto della prossima Stagione concertistica dell’OPV.

Ma, come si è visto, accanto ai “tempi”, il titolo della Stagione OPV 2018/2019 presenta anche quello di “tempeste” che, come ha sottolineato il direttore Angius, «vanno intese sia in senso meteorologico sia metaforico. E non si tratta di un mero gioco di parole in quanto, in musica, assistiamo spesso a tempeste di tempi». Inevitabile, quindi, il richiamo al Beethoven dionisiaco dello Sturm und Drang, le cui celebri pagine – dall’Eroica alla Pastorale, da Egmont al magnifico Quarto concerto per pianoforte – puntelleranno l’intero cartellone, ma anche all’arte apollinea di Schubert, in gioco dialettico tra due compositori coetanei che incarnano altrettanti principi d’invenzione musicale, e al tardo romanticismo di Bruckner, con cui l’OPV si cimenterà per la prima volta nella sua storia, il 29 novembre, suonando la leggendaria Quarta sinfonia, la Romantica.

Il giovane pianista Alessandro Taverna.

«Il concetto di tempo è legato a quello di spazio», ha fatto ancora presente Angius rimarcando un pensiero musicale a lui particolarmente caro,  e il consueto Concerto di Natale – diretto, il 12 dicembre, da Giovanni Battista Rigon – «sarà  dunque per gruppi spazializzati nella Basilica del Santo: non tanto musicisti dispersi nello spazio quanto musica proiettata e letteralmente portata accanto al pubblico, superando così in modo pragmatico un secolare ostacolo di fruizione acustica dell’esperienza musicale al Santo». Con Brahms, Berg e Ligeti il tempo invece si moltiplica e si sospende in rotazioni orbitali, mentre il tempo fiabesco e incantato di Čajkovskij si riflette nelle tempeste delle rare musiche di Šostakovič per il King Lear, che il pubblico avrà occasione di ascoltare il 4 aprile. La Stagione si chiuderà il 9 maggio, con il maestro supremo dei giochi combinatori che creano un tempo circolare e illimitato: Bach e la sua Offerta musicale nella rilettura spazializzata di Igor Markevitch che sarà il pendant ideale all’avventura iniziata qualche anno fa con L’arte della fuga, culminata con un’incisione discografica che ha riscosso entusiasti consensi critici.

La violinista tedesca Carolin Widmann.

L’attenzione e l’apertura verso le novità, cifra che caratterizza la ricerca musicale dell’OPV e ne fa una delle orchestre più sensibili nel registrare i cambiamenti, trova un suo immediato corrispettivo nel gran numero di debutti che si susseguiranno sul podio nel corso della Stagione: da Valerio Galli, tra i più affermati giovani italiani dopo i successi al Festival Pucciniano di Torre del Lago, a Nicholas Nägele, già assistente di Thielemann a Salisburgo e oggi Kapellmeister alla Deutsche Oper di Berlin, da Michael Blake, che ha trionfato recentemente nella Salome di Strauss al Filarmonico di Verona, a Fabián Panisello, affermato compositore e direttore della Escuela Superior de Música Reina Sofía, fino a Jonathan Berman, già sul podio di prestigiose orchestre quali London Philharmonic Orchestra e BBC Symphony Orchestra. Accanto ai nomi di questi talentuosi direttori, il cartellone 2018/2019 sarà impreziosito dalla presenza di solisti quali i pianisti Alessandro Taverna, già apprezzato dal pubblico padovano, e Orazio Sciortino, al suo debutto con l’OPV, impegnati in pagine di Beethoven e C.P.E. Bach; e di due autentiche star internazionali come il tenore Ian Bostridge che interpreterà Les illuminations di Britten e la violinista Carolin Widmann che eseguirà l’ultimo capolavoro di Berg, il Concerto per violino e orchestra.

Il tenore britannico Ian Bostridge.

Dopo il successo di pubblico ottenuto dalle innovative “Lezioni di sabato. Ripetizioni di musica al Liviano” anche quest’anno l’OPV proporrà un ciclo di sei incontri in cui, tra le pareti affrescate della Sala dei Giganti, darà la possibilità al pubblico di riascoltare un brano eseguito durante il concerto, addentrandosi così in profondità nella partitura, grazie alla presenza di autorevoli figure della musicologia e della divulgazione musicale italiana; al gradito ritorno di Maurizio Baglini, si andranno ad aggiungere le voci di Guido Barbieri, Alessandro Zattarin, Sandro Cappelletto, Dino Villatico e Gianluigi Mattietti, che sapranno fondere puntuali analisi musicali con il piacere del racconto.

A suggellare la ricca e articolata proposta musicale della Stagione saranno le collaudate “Lezioni di suono”, che, giunte alla loro quarta edizione e trasmesse più volte su Rai5, vedranno come protagonista il compositore in residenza Nicola Sani al Liviano in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova.

«Sono molto onorato per la nomina di Compositore in residenza dell’Orchestra di Padova e del Veneto», ha detto Nicola Sani «e sono molto grato al maestro Marco Angius, un riferimento assoluto nell’interpretazione della musica del nostro tempo, per avermi assegnato questo prestigioso incarico. Penso che oggi più che mai sia necessario nel nostro Paese riportare l’espressione musicale contemporanea al centro dell’attenzione, mettendo a disposizione dei compositori le potenzialità espressiva di un’orchestra. Troppo spesso la musica d’oggi è confinata entro le ristrette possibilità offerte da organici ridotti, mentre in tutto il mondo le grandi orchestre includono nel loro repertorio i principali compositori del XX e del XXI secolo. L’Orchestra di Padova e del Veneto, una delle maggiori in Italia, compie una scelta coraggiosa e innovativa, con una linea di intervento non episodica, ma sistematica a favore della musica attuale, che la porta al livello delle principali formazioni di oggi nel contesto internazionale. Circa la mia nuova composizione per orchestra sarà un lavoro che porterà l’orchestra al centro delle nuove prospettive aperte dal rapporto tra il suono strumentale, l’interpretazione gestuale e le nuove tecnologie digitali interattive».

Uno dei più enigmatici ed affascinanti musicisti del Novecento, Giacinto Scelsi.

Nelle tre “Lezioni di suono” che si terranno in Sala dei Giganti al Liviano il 27 marzo, il 10 aprile e il 3 maggio 2019, Nicola Sani presenterà altrettante sue composizioni orchestrali in prima esecuzione italiana: Seascape IX “Münster” del 2016, Deux, le contraire de “un” del 2012 e Gimme Scelsi del 2013, accostate a capolavori di tre grandi maestri del grande repertorio dal preromanticismo al secolo scorso: Franz Schubert, Gustav Mahler e Giacinto Scelsi. Richiami e connessioni tra passato, presente e futuro guideranno il pubblico verso un ascolto inedito all’interno dei percorsi musicali di ieri e di oggi per un’esplorazione del suono tra spazio e tempo, presenza e memoria.

Tutti i concerti (ad eccezione di quelli del 13 novembre e 12 dicembre) saranno anticipati da una prova generale aperta al pubblico, alle 10.30 all’Auditorium Pollini.

Andrea Bedetti

 

Per maggiori informazioni:

 

Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto

Tel. 049.656848 – 049.656626 – E-mail: [email protected] – Sito web: www.opvorchestra.it