Dopo i tre concerti primaverili, la stagione musicale all’Auditorium Lo Squero di Venezia continua con altri sette appuntamenti nell’autunno 2021. Il primo concerto, in programma per il prossimo 18 settembre, è dedicato ai concerti «alternativi» di Bach per clavicembalo, che verranno affidati all’interpretazione de L’Arte dell’Arco e del clavicembalista Roberto Loreggian. Il concerto si svolgerà con doppio turno alle 15.00 e alle 17.30, con la stagione che proseguirà fino al 18 dicembre 2021

Il palco dell'Auditorium de Lo Squero a Venezia.

Questa primavera, dopo oltre un anno di silenzio, l’Auditorium Lo Squero sull’isola di S. Giorgio Maggiore a Venezia è tornato finalmente a vivere e ad aprire la seconda parte della stagione organizzata da Asolo Musica, sabato 18 settembre, alle 15.00 e alle 17.30, saranno il cembalista veneto Roberto Loreggian e L’Arte dell’Arco, compagine storica della tradizione filologica fondata nel 1994 da Federico e Giovanni Guglielmo. Il concerto prevede tre opere molto particolari di Johann Sebastian Bach.

Nel periodo in cui Bach lavorò a Lipsia come Kantor nella chiesa di S. Tommaso, oltre a scrivere una cantata alla settimana, trovò anche il tempo di assumere la direzione del Collegium Musicum fondato da Georg Philipp Telemann, che teneva concerti al Caffè Zimmermann per un pubblico borghese. Fu per queste occasioni che nacquero i suoi primi brani per clavicembalo e orchestra, scritti ex novo oppure ricavati da concerti per violino, flauto o oboe precedenti e ora perduti. È quest’ultimo il caso del Concerto per clavicembalo e orchestra in re minore BWV 1052a, trascrizione di un concerto per violino, che non possediamo, ma che ha suscitato la curiosità di molti musicisti nella storia, tanto che esistono vari tentativi di ricostruzione dell’originale. Sempre da un ignoto concerto per violino deriva anche il Concerto per clavicembalo e orchestra in sol minore BWV 1056, in cui è particolarmente evidente l’ispirazione italiana: l’alternanza tra solo e tutti ricorda difatti i concerti di Vivaldi, mentre la melodia del Largo cantabile riporta alla fantasia melodica della musica vocale del tempo.

Il violinista Federico Guglielmo e il clavicembalista Roberto Loreggian.

Di qualche anno precedente è il Concerto per flauto violino clavicembalo e orchestra in re maggiore BWV 1050a, prima versione del Quinto concerto brandeburghese. Scritto in un’epoca in cui il clavicembalo non aveva ancora uno status solistico, questo concerto rappresenta un tentativo pionieristico di integrare la delicata sonorità dello strumento nel tessuto orchestrale. Per fare emergere il suono del clavicembalo Bach indica con precisione le dinamiche degli strumenti facendo sì che il piano orchestrale lasci possibilità d’espressione al clavicembalo. Una costruzione musicale raffinata e leggera per concludere un concerto che è un omaggio non solo a Bach, il grande «artigiano» della musica, ma anche ai costruttori degli stupendi strumenti musicali utilizzati per le esecuzioni.

La stagione proseguirà il 6 novembre con il Quartetto di Venezia, ospite fisso allo Squero, in questo caso in dialogo con il flauto di Massimo Mercelli in un programma galante che comprende quartetti e quintetti di Boccherini e Mozart. Fondatore di uno dei primi quartetti stabili della storia, Luigi Boccherini fu un compositore raffinato e un musicista cosmopolita: si avrà così modo di apprezzare la leggerezza e la trasparenza delle sue trame nel Quartetto op. 52 n. 3, scritto per il re Federico Guglielmo II di Prussia, e nel Quintetto per flauto e archi G. 439, in cui due movimenti brillanti fanno da cornice a un toccante dialogo tra flauto e violoncello. Per il medesimo organico è scritto il Quartetto per flauto e archi K. 285 di Mozart, mentre a completare il programma verrà presentato l’Adagio e fuga in do minore K 546, frutto del periodo in cui il salisburghese scoprì, nella biblioteca del barone van Swieten, il contrappunto rigoroso di Bach.

Il Quartetto di Venezia.

E proprio a Bach sarà dedicata la data successiva, il 13 novembre, con Sonig Tchakerian, che darà inizio a un percorso dedicato alle Sonate e Partite per violino del genio di Eisenach, che proseguirà in seguito con la loro esecuzione al violoncello piccolo da parte di Mario Brunello. In questo primo appuntamento si potranno ascoltare la Partita in si minore BWV 1002, in cui ad ogni movimento di danza è associato un double - sorta di «doppio» o di sosia della danza iniziale che la ripresenta in una versione più astratta - e la Sonata in la minore BWV 1003, in parte basata sul corale quaresimale O Haupt voll Blut und Wunden.

Il 20 novembre sarà appunto la volta di Mario Brunello, che inizierà - con le tre Sonate - la sua integrale delle Sonate e Partite su un violoncello piccolo a quattro corde, copia esatta di un Amati di inizio Seicento. Una formula, questa, proposta in prima mondiale due anni fa in un’incisione per l’etichetta francese Arcana.

Il 27 novembre tornerà il Quartetto di Venezia, che si esibirà questa volta in un omaggio a Stravinskij nel cinquantesimo anniversario della morte. In quest’occasione si ascolteranno i Tre pezzi per quartetto del compositore russo (1914), opera poco eseguita nella quale l’autore si diverte a sovvertire la tradizionale scrittura per archi, in accostamento con il Quartetto per archi n. 1 op. 11 di Čajkovskij, che contiene la melodia di un celebre canto popolare russo: “Vanija siede sul divano e fuma la pipa”. Il programma si completerà con il Quartetto op. 33 n. 2 “Lo scherzo” di Haydn, così definito a causa del Presto finale che include episodi di sfrenata danza popolaresca.

Il violoncellista Mario Brunello.

L’11 dicembre toccherà nuovamente a Mario Brunello, in occasione del secondo e ultimo appuntamento dell’integrale delle Sonate e Partite di Bach nella peculiare versione per violoncello piccolo. Con questo appuntamento, infatti, saranno presentate le tre Partite, meno gravi rispetto alle tre Sonate, ma egualmente capaci di raggiungere vette di intensità inaudita, a cominciare dalla Ciaccona, posta a conclusione della Partita n. 2 BWV 1004 in re minore: uno dei grandi misteri della produzione di Bach, poiché è un brano di dimensioni inaudite di cui si ignorano i moventi e la funzione.

L’ultimo concerto della stagione sarà riservato al Quartetto di Venezia, presente allo Squero fin dall’inaugurazione nel 2016, che nel concerto fissato per il 18 dicembre si esibirà con Maurizio Baglini. In programma il Quartetto in do minore op. 51 n. 1 di Brahms, tragico e introspettivo fin dalla tonalità in cui è scritto - il primo quartetto della maturità dopo che il compositore aveva distrutto i suoi lavori giovanili - e il Quintetto per pianoforte e archi in fa minore op. 34, l’unico quintetto con pianoforte del sommo musicista amburghese, brano di grandi proporzioni e di carattere cangiante, che alterna grande potenza e momenti sottili e impalpabili.

Il pianista Maurizio Baglini.

Si ricorda che l’Auditorium Lo Squero sarà occupato per circa il trentacinque per cento della capienza e sarà obbligatorio tenere la mascherina per tutto il tempo del concerto e del Green Pass, mantenendo il distanziamento e non creando assembramenti in entrata e in uscita. Per tutti gli spettacoli sarà necessario acquistare il biglietto con anticipo sul sito www.boxol.it/auditoriumlosquero/ oppure il giorno del concerto presso la biglietteria de Lo Squero aperta dalle ore 14.00. All’ingresso verrà eseguito il triage (misurazione temperatura e sanificazione mani).

Andrea Bedetti