Benjamin Britten e la viola
Benjamin Britten fu un notevole interprete della viola, strumento al quale si applicò a partire dall’età di nove anni, dopo aver iniziato a studiare il pianoforte, al punto che rimase un punto fermo nel corso della sua
Benjamin Britten fu un notevole interprete della viola, strumento al quale si applicò a partire dall’età di nove anni, dopo aver iniziato a studiare il pianoforte, al punto che rimase un punto fermo nel corso della sua
Una recentissima produzione discografica dell’etichetta tedesca TYXart vede protagonista il Deutsches Streichtrio (composto da Ingolf Turban al violino, Jürgen Weber alla viola e Reiner Ginzel al violoncello) proporre quattro Trii per archi composti da altrettanti autori boemi,
La discografia riguardante il Quinto concerto per pianoforte e la Settima sinfonia di Beethoven è talmente inflazionata per numero di registrazioni che al confronto il tasso d’inflazione conosciuto dall’economia durante il periodo della Repubblica di Weimar
Durante il triste periodo della pandemia, per la Da Vinci Classics ha preso avvio una nuova registrazione dell'integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Ludwig van Beethoven, interpretata dalla violinista russa Yulia Berinskaya (leggi qui la sua
Ci sono tanti modi per denigrare e umiliare un uomo, figuriamoci un artista. Se un uomo viene depauperato della sua vita e delle sue azioni, un artista, che vive della sua creatività, viene annullato nel momento stesso in
Spiegata in termini comprensibili anche ai profani, la cosiddetta scordatura rappresenta un’accordatura anomala di uno strumento a corda rispetto a quella normalmente usata e che viene impiegata per ottenere accordi particolari, oppure effetti sonori speciali o ancora
Non è certo un mistero che il panorama della musica della nostra Italietta nel corso dell’Ottocento sia stata purtroppo catalizzata dalla melma melodrammatica, dal divertimento assicurato dai palcoscenici teatrali a scapito, purtroppo, di quella strumentale, la quale
In una sua lettera, Gustave Flaubert scrisse queste parole che sono impregnate di un’alta potenza evocativa: «Quando gli dèi non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento