Il musicista italiano e il regista britannico formano un affiatato duo artistico, visto che hanno collaborato in ben cinque pellicole, tra le quali Espiazione (Atonement), un film che ha permesso di vincere al nostro compositore l’ambito Oscar per la migliore colonna sonora. Ed è proprio della musica di quest’opera cinematografica che ci parla Beatrice Bassi

Dario Marianelli e Joe Wright, un’accoppiata vincente; come Rota e Fellini, Morricone e Leone, Williams e Spielberg, il compositore italiano e il regista inglese riescono a creare la totale armonia tra immagine e suono. Un sodalizio che li ha visti finora collaborare in cinque pellicole - Wright ha all’attivo otto film ed è quindi evidente la sua predilezione per Marianelli - quali Il solista (The Soloist), L’ora più buia (Darkest Hour), Anna Karenina, Orgoglio e Pregiudizio(Pride & Prejudice) ed Espiazione (Atonement), un lavoro, questo, che è valso al musicista pisano una vittoria agli Oscar e ai Golden Globe nel 2008.

Dario Marianelli solleva emozionato l'Oscar vinto nel 2008 per la colonna sonora del film Espiazione di Joe Wright.

Marianelli, dopo gli studi di composizione e pianoforte in Italia e ai corsi di composizione e coreografia in Inghilterra, ha iniziato a collaborare con il mondo del cinema nel 2002, realizzando la colonna sonora per Cose di questo mondo di Michael Winterbottom; un esordio con il botto, visto che lo ha portato alla vittoria dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Da quel momento, sono state molteplici le sue incursioni nel mondo della celluloide, non solo al fianco di Joe Wright, componendo colonne sonore, tra le quali vale la pena citare V per Vendetta di James McTeigue (2005), Il buio nell’anima di Neil Jordan (2007), Mangia prega ama di Ryan Murphy (2010), Jane Eyre di Cary Fukunaga (2011) e il più recente Pinocchio di Matteo Garrone (2019).

È interessante analizzare la colonna sonora confezionata dal compositore per Espiazione, un film ambientato nel 1935, che racconta la storia della vita, tormentata dal rimorso, di Briony Tallis (Saoirse Ronan). La ragazza, ad appena tredici anni, si trova ad essere testimone involontaria della relazione tra la sorella maggiore Cecilia (Keira Knightley) e il giardiniere Robbie Turner (James McAvoy); il suo amore non corrisposto per quest’ultimo e la sua giovane età, la portano a convincersi che il ragazzo sia un maniaco sessuale, facendolo poi ingiustamente arrestare e condannando definitivamente la storia d’amore e la felicità della coppia; da quel momento, il rimorso e il senso di colpa la perseguiteranno per tutta la vita.

La locandina del film Espiazione, tratto dall'omonimo romanzo di Ian McEwan.

Il primo brano della tracklist prende il nome proprio dalla protagonista, Briony, dotata di una fervida immaginazione e di una spiccata intelligenza; grazie a queste doti e alla passione per la scrittura, Briony crea commedie con l’aiuto della sua adorata macchina per scrivere. Il frenetico pigiare sui tasti fornisce l’impulso creativo a Marianelli, che ne include il suono nella traccia, quasi a introdurre le note ribattute del pianoforte; questo armonioso duetto si trasforma presto in una giostra di emozioni all’ingresso degli archi, che contribuiscono a rendere la composizione sempre più incalzante, servendosi di una rapida serie di arpeggi.

Come spesso accade, la musica funge da arma rivelatrice per lo spettatore, ponendo l’accento sugli aspetti fondamentali della personalità della protagonista e suggerendo il tono drammatico dell’intera pellicola; la fantasia della bambina può infatti essere considerata un dono, ma anche una maledizione, se lasciata libera, senza freni. Questo primo brano diventa il leitmotiv della protagonista, che non manca mai di ricordare allo spettatore l’affascinante e, allo stesso tempo, spaventosa corsa della fantasia di Briony.

Dario Marianelli e Joe Wright sul set cinematografico.

Solo pochi minuti dopo l’inizio del film, si assiste all’iconica scena dell’incontro/scontro tra Robbie e Cecilia vicino alla grande fontana. Ancora una volta, è il punto di vista di Briony che il regista vuole ritrarre e di conseguenza anche il compositore interpreta le immagini che scorrono sullo schermo attraverso la mente della ragazza. Ciò avviene ancora con una nota di pianoforte ribattuta che introduce il brano Two Figures by a Fountain, seguita dagli archi che si lanciano in una vorticosa rincorsa in un costante contrappunto, con frequenti incursioni da parte dei fiati e in particolar modo dell’oboe, che spicca tra tutti. Ad un ascolto attento del brano, è possibile riconoscere alcuni rimandi a Mort Times Two, il brano iconico del capolavoro composto da Philip Glass per Secret Window (David Koepp, 2004); il pianoforte, al minuto 2:10, restituisce le stesse sensazioni sinistre e quasi spettrali; si tratta forse di un suggerimento di Marianelli allo spettatore? Come a dire: «Sta per succedere qualcosa di terribile, non sottovalutate le immagini che state vedendo». Impossibile poi non cogliere, al minuto 0:50, una grandissima somiglianza con la melodia esposta dagli archi del secondo movimento della Sinfonia n.9 di Ludwig van Beethoven.

È importante sottolineare la particolare attenzione del compositore per alcuni strumenti, come per esempio il violoncello, ampiamente utilizzato in tracce come Elegy for Dunkirk; un brano con una grande carica emotiva, non solo a causa delle toccanti immagini mostrate, ma anche grazie al connubio vincente tra lo strumento, impegnato nell’esecuzione della melodia principale, e i cori dei soldati che furono al centro della celebre ritirata di Dunkerque del 1940.

In Robbie’s Note, invece, è il clarinetto ad essere il protagonista, insieme con il violoncello, l’arpa e il pianoforte, in una traccia dai toni romantici e sognanti. The Cottage by the Beach è forse il brano più emotivamente coinvolgente, dal sapore dolce-amaro, un inno alla speranza ma allo stesso tempo struggente; Wright mostra la vita che i due amanti avrebbero potuto avere, se solo le cose fossero andate diversamente. Le note risuonano descrivendo questa irreale visione e proseguendo allo scorrere dei titoli di coda. L’intera orchestra viene coinvolta da Marianelli, sempre con una particolare attenzione per il pianoforte e il violoncello.

Keira Knightley nel ruolo di Cecilia e James McAvoy in quello del giardiniere Robbie Turner in una scena del film.

Rivelatrice del processo compositivo è il titolo delle tracce; si riferiscono tutti - fatta eccezione per Briony - ai luoghi in cui viene messa in scena l’azione e non ai personaggi. Per il compositore, infatti, «il personaggio già lo vediamo sullo schermo. Molto meglio, secondo me, se la musica si riferisce a ciò che sullo schermo non vediamo - sensazioni, aspirazioni, scelte non verbalizzate, possibilità non realizzate, desideri, paure, premonizioni, destini». Ecco, quindi, spiegata la sua attenzione al descrittivismo, al rimarcare uno stato d’animo, un luogo in cui la trama si svolge, uno spazio/tempo fondamentale alla comprensione profonda del film. Tutto questo risulta molto chiaro alla visione e all’ascolto della tracklist di Espiazione, che rappresenta il lavoro in cui Marianelli riesce a utilizzare al meglio il potere narrativo della musica, raccontando, parallelamente alle immagini, la storia delle emozioni e dei personaggi che hanno costellato il mondo di questa pellicola.

Beatrice Bassi