Per volere di Simonetta Puccini, nipote e ultima erede del compositore, la costruzione di Torre del Lago ospiterà il prezioso archivio pucciniano, oltre a rappresentare un punto di riferimento per studiosi e appassionati del mondo dell’opera lirica
La Villa Museo di Torre del Lago, dove Giacomo Puccini visse, creò parte delle sue celeberrime opere, e, per desiderio del figlio Antonio, fu sepolto, diventa finalmente un fondamentale polo di ricerca per studiosi e appassionati, punto di riferimento ineludibile per chiunque ami la musica del grande compositore e il mondo dell’opera.
Questo perché per volontà di Simonetta Puccini, nipote e ultima erede del Maestro, deceduta nel dicembre del 2017, la storica villa (riconosciuta dallo Stato come Monumento Nazionale) è destinata ad accogliere, tra le altre testimonianze, l’imponente Archivio di Casa Puccini, dal cui studio approfondito sono attese molte conferme e novità sul compositore, sulla sua musica e sulla sua famiglia. Con l’Archivio, a Torre del Lago sono già conservati arredi, cimeli e documenti che hanno fatto parte della vita di Puccini. Accostato alla villa, l’edificio, acquisito dalla stessa Simonetta Puccini, diverrà così il punto di accoglienza per i visitatori, sede per concerti ed esposizioni, oltre che foresteria, con stanze personalizzate con arredi d’epoca.
«A lavori ultimati, il complesso del Museo Puccini sarà corredato da questo nuovo fabbricato nel quale si svolgeranno al piano terreno attività di corredo e servizio al Museo, alleggerendo così il carico sulla villa del Maestro», ha spiegato l’architetto Glauco Borella, membro e consigliere del Comitato Scientifico della Fondazione. «Ai piani superiori, al primo e al secondo, verrà mantenuta la destinazione ricettiva e saranno realizzate cinque camere per ospiti e una piccola foresteria. Il grande vano che ospitava la sala da pranzo dell’albergo sarà recuperato per ottenere una sala multifunzionale per mostre e musica, che consentirà di allestire delle esposizioni con il cospicuo materiale conservato nel Museo e non esposto al pubblico».
Proprio per gestire l’importante patrimonio culturale e d’arte del nonno, Simonetta Puccini aveva dato vita a una Fondazione da lei stessa presieduta sino a quando, nel 2017, decise di affidarne la guida al professor Giovanni Godi, storico dell’arte e attento musicofilo, affiancandogli un Consiglio d’amministrazione composto da esperti dei singoli ambiti di attività.
«La Fondazione dovrà portare a termine i progetti e le iniziative pensate e volute dalla donatrice come quello di far sorgere accanto alla Villa, i nuovi uffici, la biblioteca, l’archivio e un auditorium che porterà il suo nome» ha affermato il Presidente Godi. «Questo è l’impegno che ci accingiamo a compiere, con l’orgoglio e la consapevolezza di proseguire e di onorare il ricordo e le volontà di Simonetta Puccini».
Uno dei più importanti e delicati compiti che attendono la Fondazione è il lavoro di catalogazione e studio dell’Archivio Puccini che, grazie alle disposizioni della nipote, sarà, una volta catalogato, finalmente disponibile agli studiosi.
«L’Archivio Storico comprende un’ampia documentazione, costituita da lettere inviate e ricevute da Puccini, fotografie, carteggi e documenti amministrativi, musica manoscritta e a stampa», ha spiegato il professor Claudio Toscani, componente del Consiglio e del Comitato Scientifico della Fondazione. I beni custoditi presso l’Archivio furono segnalati già molti decenni orsono alla Soprintendenza, che all’epoca ne stilò un inventario e in seguito lo aggiornò periodicamente. Ma prima che ne entrasse in possesso Simonetta Puccini, il Museo ha purtroppo subito, negli anni, qualche perdita: il confronto tra i successivi inventari ha fatto registrare la sparizione di oggetti e documenti, alcuni dei quali sono ricomparsi sul mercato antiquario. Oltre alle lettere, alle fotografie e agli altri documenti pucciniani, l’Archivio contiene un prezioso fondo di circa 450 manoscritti musicali di autori di epoca più antica. Si tratta della biblioteca musicale di famiglia, cioè delle partiture arrivate a Giacomo in eredità dai suoi antenati musicisti. Com’è noto, Giacomo e il fratello Michele sono stati gli ultimi rappresentanti di una lunga dinastia familiare di professionisti della musica – iniziata cinque generazioni prima con un altro Giacomo Puccini (1712-1781) – che vide la presenza di organisti, maestri di cappella, autori di musica per il teatro. A dire il vero, i manoscritti autografi dei musicisti della famiglia Puccini sono presenti nell’Archivio in quantità molto limitata. Questo perché Giacomo ne fece dono all’Istituto Musicale di Lucca; cospicua è invece la presenza di musica d’altri autori. Altre voci dell’Archivio sono direttamente riconducibili agli interessi e al lavoro del grande compositore. Ne fanno parte, per esempio, gli spartiti a stampa e gli estratti delle opere dei musicisti suoi contemporanei. Ma anche alcuni materiali di lavoro, costituiti da abbozzi e frammenti che a volte si limitano ad annotare una breve idea musicale, altre fissano sulla carta porzioni più ampie di una composizione progettata, da sviluppare in seguito”.
Andrea Bedetti