Il violoncellista Nicolò Nigrelli e la fisarmonicista Margherita Berlanda formano il Duo Alambic, un particolare ensemble che ha appena registrato per Da Vinci Classics un disco con le tre Sonate per viola da gamba BWV 1027-1029 di Bach. In questa intervista ci spiegano i motivi di tale scelta interpretativa
Com’è nata l’idea di questo particolare progetto musicale? E come spiegate il fatto che in un Paese come l’Italia, il quale vanta una tradizione non indifferente per ciò che riguarda la fisarmonica, nessuno prima di voi aveva preso in considerazione la possibilità di utilizzare questo strumento per registrare le tre Sonate bachiane?
Ci siamo conosciuti all’Hochschule di Trossingen, il cui dipartimento di musica antica rappresenta un’eccellenza a livello internazionale, e abbiamo studiato sotto la guida di Hans Maier, pupillo nonché successore di Hugo Noth, il primo ad accostare la fisarmonica al repertorio antico e a farne una scuola. Secondo l’analisi psicologica di Jonah Berger, la maggior parte delle nostre scelte è di fatto dettato dall’ambiente che ci circonda. Crediamo di scegliere, ma seguiamo la corrente invisibile in cui siamo immersi. Il clima culturale di Trossingen ha quindi permeato le nostre scelte stilistiche.
Quali sono state le maggiori difficoltà stilistiche e timbriche nel trasporre la linea del basso alla fisarmonica, anche se questo strumento può essere assimilato al risultato fornito dall’organo?
Nella rimarchevole difficoltà di bilanciare le sonorità dei due strumenti, spicca una caratteristica peculiare della nostra ricerca interpretativa. La possibilità di avere un basso continuo dinamico permette infatti un dialogo maggiore tra le voci ed esalta il serrato gioco contrappuntistico, senza perdere la trasparenza dell’articolata scrittura bachiana. Abbiamo inoltre cercato di mettere in risalto i diversi caratteri delle tre sonate mediante un’attenta e cangiante tavolozza timbrica, in un perfetto equilibrio tra prassi e funzionalità espressiva.
Di fronte a obiezioni da parte di possibili detrattori rispetto alla vostra scelta di interpretare le tre Sonate per viola da gamba bachiane, che cosa rispondete? Questo, soprattutto alla luce, come è riportato nelle note di accompagnamento al disco, che la vostra operazione è stata effettuata su basi interpretative storicamente informate, ossia filologiche, sebbene la fisarmonica non sia di certo uno strumento antico.
Siamo convinti, supportati da innumerevoli esempi che spaziano in ogni genere, che la musica di Bach sia pura e non si possa circoscrivere agli strumenti del suo tempo storico e ci auguriamo che il nostro lavoro di ricerca possa valorizzare i tre capolavori bachiani e farli apprezzare sotto una veste nuova.
Avete intenzione, in un prossimo futuro, di registrare altre opere del Kantor trasponendole per il violoncello e la fisarmonica, oppure il vostro sguardo si è già posato su altri autori che hanno stimolato il vostro interesse?
Serbiamo nel cassetto l’integrale delle Sonate da Gamba di Carl Philip Emanuel Bach come ulteriore progetto monografico. Al momento però il nostro studio verte sulla “Canzone” e sul suo sviluppo nel corso dei secoli, da Frescobaldi ai compositori contemporanei.
Andrea Bedetti