Ogni volta che si accosta il discorso dell’insegnamento musicale a quello più generale fornito dalla scuola italiana, viene voglia di piangere. Questo perché saremo anche terra di musicisti, oltre che di santi e navigatori, ma resta il fatto che l’insegnamento musicale, a partire dalla sua “lingua”, ossia l’apprendimento della notazione e del relativo solfeggio, rientra nelle sciagurate nefandezze che caratterizzano vergognosamente il nostro sistema scolastico, a partire dalla scuola primaria fino ai livelli superiori. Ed è indubbio che la mancata conoscenza del linguaggio musicale sia tra le principali cause della carenza di diffusione e apprezzamento della cosiddetta musica colta tra le nuove generazioni, le quali si accontentano di essere plagiate dalle leggi del mercato e delle mode.
Anche conoscendo il linguaggio musicale, e questo è un fattore innegabile, si può dare vita a uno spirito critico, capace di farci apprezzare ciò che veramente può valere, e quindi essere ascoltato e conservato, rispetto a ciò che è solamente effimero, per usare un eufemismo, dunque da scartare e relegare in quell’immondezzaio che la lingua inglese definisce con il termine di “Muzak”, ossia la musica di facilissimo ascolto di infimo ordine. Come poter quindi ovviare a questa vergognosa mancanza? In attesa che la pubblica istruzione possa cercare di porre rimedio (ossia campa cavallo che l’erba cresce), ci si può affidare a strumenti alternativi, che nascono proprio dalla necessità di rappresentare una possibile soluzione o, quantomeno, un approccio attraverso il quale i più giovani e giovanissimi possano imparare i rudimenti e le leggi basilari che governano il linguaggio musicale, poiché come ha scritto giustamente il didatta e critico ungherese Ottó Károlyi nella prefazione di quel bellissimo libro che è La grammatica della musica (ma poco adatto e indicato a chi ne è totalmente profano), «L’amatore che si diletta ascoltando la musica senza capirne il linguaggio è come il turista che passa le vacanze all’estero e si accontenta di godersi il paesaggio, i gesti degli abitanti, il suono delle loro voci, senza capire neppure una parola di ciò che essi dicono. Egli sente, ma non è in grado di comprendere».
Ecco, la stragrande maggioranza di coloro che ascoltano la musica nel nostro paese dei cachi in realtà non ascolta, ma per l’appunto si limita a sentire, a percepire senza poter distinguere l’arte dei suoni, ad accontentarsi di ciò che gli viene sottoposto senza che possa valutarne l’effettivo valore o grandezza, schiavo della quantità e non certo cercatore della qualità. Per fortuna, però, tornando a quei possibili strumenti che possono cercare di sostituirsi, ma solo in parte, alle istituzioni scolastiche e pedagogiche, ci sono delle pubblicazioni, dei volumi specificatamente indicati per stimolare, incuriosire, coinvolgere i più giovani affinché siano in grado di acquisire le basi essenziali dell’apprendimento del linguaggio musicale, sulle quali poi far leva per approfondire e giungere alla dimensione di un fruitore che, come un turista in grado di conoscere la lingua del paese estero che sta visitando, sia capace finalmente di ascoltare e non solo sentire la musica.

La copertina del libro della Curci Editore.

Nello specifico, ultimamente ho avuto modo di leggere un libro che la Curci Editore, una delle case editrici più attente alla missione dell’apprendimento musicale, ha pubblicato nella serie Herr Kompositor, ideata dal musicista e filosofo P. Alessandro Polito con la grafica Laura Pederzoli per la collana Curci Young, intitolato Leggere la musica. Questo volume si pone l’obiettivo, come recita il titolo, di iniziare i bambini, attraverso un’accattivante graphic novel che vede protagonista il piccolo Alex, che dall’infanzia trascorsa a Parigi, passando alla maturazione in quel di Praga, sino al trasferimento all’utopistica e immaginaria Syncroni City, è al centro di un delizioso romanzo di formazione che ha quale scopo di tale Bildung proprio l’amore per la musica, tale da trasformare Alex in un giovane e promettente musicista.
Questo succinto manuale, costruito attraverso l’arte fumettistica, oltre a raccontare la storia di Alex, vuole quindi fornire ai piccoli lettori le chiavi per impossessarsi delle primissime nozioni della grammatica musicale, anche grazie a un vero e proprio eserciziario che è disponibile online (Internet è ormai uno strumento consueto e appetibile per i giovanissimi), oltre a fornire, sempre attraverso il web, una playlist di ascolti suggeriti per un totale che supera le nove ore e che spazia dall’orchestra indonesiana di gamelan (una musica che affascinò tanto Debussy, il quale l’ascoltò nel corso dell’Esposizione universale di Parigi nel 1889) ai Beatles, da Josquin Desprez ai Led Zeppelin, da Bach fino ai Radiohead.
Va da sé che trovo personalmente a dir poco ottimistico che un bambino del tutto autonomamente (a meno che non sia un piccolo genio) sia in grado di seguire passo dopo passo nella fase di apprendimento quanto esposto a volte fin troppo succintamente da questo manuale, senza che tale volume venga diluito e spiegato da una persona che conosca già il linguaggio musicale, in modo da aiutare il bambino a cogliere meglio i passaggi che possono apparire più impervi (un esempio è dato dalla formazione di una scala musicale e di come quest’ultima possa contribuire a dare vita a un passaggio musicale, cosa che è più semplice mostrare anche con l’ausilio di un pianoforte, cosa del resto che viene consigliata dal libro, unitamente all’uso di un metronomo o di una app che lo possa sostituire nel compito di dare il tempo indicato).
Ma è altrettanto indubbio che sia la storia narrata, in cui il piccolo Alex crescendo spiega alcuni momenti della storia musicale utili a comprendere il linguaggio stesso di cui è fatta la musica, sia la capacità di P. Alessandro Polito nel cogliere quei punti ineludibili da proporre ai piccoli lettori per assimilare meglio la magia dei suoni (trovo, a tale proposito, illuminante spiegare l’utilità e l’importanza del silenzio in rapporto alla musica, un aspetto che sovente viene messo colpevolmente da parte), rappresentino un modello pedagogico che può risultare stimolante.
Andrea Bedetti

P. Alessandro Polito – Herr Kompositor (Leggere la musica)
Curci Editore, 2019, pagg. 156

Giudizio artistico 4/5