Intervista a Francesco Comisso, violino del Trio Archè che ha recentemente registrato i Trii di Marco Enrico Bossi, per parlare di questo genere cameristico scoperto relativamente tardi dai compositori del nostro Paese

 

Maestro Comisso, perché con gli altri membri del Trio Archè avete deciso di registrare proprio i Trii di Marco Enrico Bossi?

L’idea di incidere brani che fossero di un autore italiano e di questo periodo è nata dal desiderio del Trio Archè di “scovare” una o più opere che fossero rappresentative di due caratteristiche proprie della nostra formazione: l’italianità e la cifra   interpretativa romantica/tardoromantica. Il prezioso suggerimento di Bossi in particolare è giunto dal nostro produttore discografico, il Maestro Raffaele Cacciola.

Marco Enrico Bossi all’organo, il suo strumento preferito.

Bossi, come altri compositori italiani di fine Ottocento, risente inevitabilmente degli influssi e della lezione dei grandi musicisti d’Oltralpe. A suo avviso, anche prendendo come esempio il repertorio che portate avanti, quando la musica cameristica italiana comincia a svincolarsi e ad assumere proporzioni e strutture proprie, rispetto a quella della tradizione del resto d’Europa?

Escludendo ovviamente il periodo d’oro del barocco italiano, credo che la musica da camera del nostro Paese riesca in qualche modo ad emanciparsi dalla tradizione operistica con alcuni compositori che vivono a cavallo fra ‘800 e ‘900: Busoni, Castelnuovo-Tedesco, Martucci, Pizzetti, Respighi, per citarne alcuni, devono comunque molto al nostro Marco Enrico Bossi perché fu il primo ad esprimere il feroce desiderio di creare un repertorio italiano puramente strumentale. 

Ermanno Wolf-Ferrari, di cui il Trio Archè ha registrato i suoi due Trii per violino, violoncello e pianoforte.

Ampliando la domanda precedente, per ciò che riguarda il genere del Trio per violino, violoncello e pianoforte, quali sono stati, a partire dall’Ottocento, quegli autori che hanno rappresentato dei punti fermi e ineludibili, al di là dei grandi maestri del Romanticismo?

Se pensiamo al trio per violino, violoncello e pianoforte non posso certo dire fra gli autori italiani ci sia molto, ma i Trii di Giuseppe Martucci, i due di Ermanno Wolf-Ferrari e il Trio in re minore di Francesco Cilea sono opere estremamente interessanti proprio dal punto di vista di un’identità stilistica nazionale. Riverbera in loro una luce ed un’estetica del tutto italiana.

Il Trio Archè: da sinistra, Francesco Comisso (violino), Francesco Cipolletta (pianoforte) e Dario Destefano (violoncello).

Il Trio Archè che rapporto ha nei confronti della musica contemporanea, quella, tanto per intenderci, post Scuola di Darmstadt? C’è ancora spazio, in tal senso, per un genere come quello del Trio nella musica di oggi?

Annoverando fra le nostre amicizie musicali compositori italiani come Mauro Lanza, Giulio Castagnoli e Paolo Marzocchi, non possiamo certo dire di essere estranei al mondo della musica contemporanea. Ovviamente non siamo degli specialisti ma individualmente abbiamo spesso partecipato a delle “prime esecuzioni”. Riguardo al trio violino violoncello e pianoforte non credo proprio possano esistere delle discriminazioni da parte dei compositori contemporanei. Certamente il piano trio non è la formazione cameristica di riferimento come il quartetto d’archi, ma è una formazione talmente collaudata nella storia della musica che a mio parere ogni compositore vivente vorrebbe frequentare. La difficoltà di scrivere oggi per violino, violoncello e pianoforte, così come per altre formazioni cameristiche più comuni, non nasce di certo dalle possibilità timbriche, ma piuttosto dal confronto con ciò che è stato fatto in passato.

Sempre a livello discografico è vostra intenzione continuare ad esplorare il repertorio della musica cameristica italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento? E inoltre, quali altri progetti avete nel cassetto per un prossimo futuro?

Continueremo senza dubbio con il progetto di riscoperta della musica cameristica italiana. Dal primo agosto è in vendita il nostro CD, sempre per l’etichetta olandese Brilliant Classics, con i due Trii di Ermanno Wolf-Ferrari di cui quest’anno ricorre il 70° anniversario dalla morte. Nel 2019 invece, finalmente realizzeremo il nostro piccolo desiderio di registrare quelli che sono i nostri due cavalli di battaglia: i due magnifici Trii di Mendelssohn.

Andrea Bedetti