Helmut Lachenmann rappresenta per ogni cultore della musica contemporanea un nume tutelare, uno dei quei nomi imprescindibili sui quali fare debito riferimento se si vuole pensare in termini di “svolta”, di una ricerca artistica di tale portata da porre un preciso paletto tra ciò che vi era prima di essa e dopo di essa. E non è esagerato affermare che l’opera del compositore di Stoccarda sta alla musica (e non solo quella attuale) come l’aria sta ai polmoni, un elemento indispensabile per conoscere i meccanismi di una ricerca, che definirla sperimentale significa svilirla degli illuminanti connotati di cui è formata e che parte da quella seconda generazione di musicisti formatasi a Darmstadt per giungere fino ad oggi, in un percorso che ha ormai superato il mezzo secolo. Lachenmann, dopo aver studiato con Karlheinz Stockhausen ed essere stato l’allievo prediletto prima e fraterno amico dopo di Luigi Nono a Venezia, ha saputo ritagliarsi uno spazio inamovibile nella contemporaneità della musica colta attraverso quel sentiero di applicazione, di entusiasmo, di passione, di sviluppo che porta il nome di “musica concreta strumentale”, frutto di un’implacabile riflessione sul suono partita dal puntillismo e passando attraverso un’originale rilettura-filtro della musica concreta di Pierre Schaeffer e Pierre Henry.
Giunge, quindi, utilissimo il DVD See the Sound che il MDI Ensemble, formato da sei giovani musicisti italiani, ha dedicato a opere cameristiche del compositore tedesco e integrato da un documentario in cui lo stesso Lachenmann spiega la sua visione artistica, la sua estetica musicale prendendo proprio come riferimento i quattro brani eseguiti dai componenti dell’ensemble milanese, ossia Trio fluido per viola, clarinetto e percussioni, Pression per violoncello solo, Allegro sostenuto per clarinetto, violoncello e pianoforte e Toccatina per violino solo.
Dopo aver visto questo DVD sono sorte in me un paio di considerazioni di ordine oggettivo, al di là di quelle che investono il piano critico del prodotto video/audio in questione. La prima di queste considerazioni verte sul fatto che l’apporto video rappresenta sempre più uno strumento ineludibile per conoscere adeguatamente i meccanismi, le peculiarità, le ricerche che riguardano la musica contemporanea. Questo perché si parla spesso (e anche a sproposito) dell’irraggiungibilità di questo tipo di musica, di questo suo ergersi in chiave esoterica rispetto alla capacità di comprensione e di apprendimento da parte del pubblico attuale, della sua scarsa disponibilità nel rivelarsi a chi vorrebbe avvicinarsi ad essa, complice una quasi totale incomunicabilità di fondo che la governa e che malauguratamente sovente s’identifica con quel celebre passaggio presente in Filosofia della musica moderna di Adorno, quando il filosofo francofortese, confrontandosi con il linguaggio musicale di Schönberg, afferma che di fronte alla vacuità estetica della falsa musica, la vera opera d’arte si cela dietro l’incomunicabilità dell’opera stessa. Ebbene, un DVD come questo, sia nella parte riservata al Portrait, al ritratto di Lachenmann, che spiega dal chiostro della Fondazione Giorgio Cini di Venezia la sua musica, le sue impellenze creative, la sua volontà di scoprire una nuova dimensione sonora attraverso l’esplorazione, sia nell’intelligente e illuminante regia di Luca Scarzella nella ripresa dei quattro pezzi eseguiti dallo MDI Ensemble, dimostra perfettamente come il visualizzare i processi e i procedimenti creativi ed esecutivi, il confrontarsi tra chi compone e crea e chi esegue tale idea di creatività, rappresenti un momento fondamentale in cui l’approccio visivo trova risposte, trova elementi di identificazione di ascolto e di assimilazione, permette all’ascoltatore competente così come a quello alle prime armi di impossessarsi di chiavi capaci di disvelare la ricerca stessa del suono e della sua rappresentazione acustica.
Da qui, sorge inevitabilmente la seconda considerazione, che potrà apparire del tutto pleonastica ma che reputo utile ribadire, ossia come il saper raccontare attraverso le immagini sia la conferma di come la musica contemporanea debba essere intesa come la summa globale di un processo artistico in cui il suono diviene compartecipe di altre realtà creative, di come la realizzazione fisica ed acustica del suono in sé sia il propileo di un risultato dal quale attingere disoccultamenti e affioramenti che investono procedimenti di acquisizione che vanno al di là del suono stesso. Basti osservare come la ripresa video di Pression e, soprattutto, della Toccatina permettano all’ascoltatore/spettatore di addentrarsi nel mistero dello strumento musicale attraverso quell’incredibile esplorazione fatta in decenni da parte di Lachenmann, di come il suono ottenuto, non solo dallo sfregamento degli archetti sulle corde ma su ogni punto degli strumenti in questione, rappresenti una continua trasformazione materica degli stessi, portando addirittura all’ascolto del respiro del violino, alla scoperta della sua anima primigenia (non per nulla il musicologo e scrittore francese Pascal Quignard ha scritto: “La famiglia dei violini, come quella delle viole, sono famiglie di corpi umani in legno cavo”).
Ed è sempre il saper dosare ed equilibrare l’apporto visivo che dà la possibilità di assimilare la meravigliosa lezione di Lachenmann, secondo la quale il suono permette la trasmigrazione materica e identificativa di uno strumento in un altro, come avviene in Trio fluido e nell’Allegro sostenuto, in cui il trio di strumenti si interseca, si sostituisce, si transcolora in nuovi strumenti che si concretizzano nel momento stesso in cui il suono ottenuto acusticamente li plasma. Ecco per quale motivo il titolo di questo DVD dell’etichetta francese L’empreinte digitale rende perfettamente l’idea di fondo, la cornice ideale all’interno della quale immettere la filosofia sonora del compositore tedesco, il “vedere il suono”, con la possibilità materica di tastarlo, di toccarlo, di sentirlo in sé attraverso l’udito degli occhi.
C’è un momento in cui Helmut Lachenmann, parlando della propria concezione musicale, degli sforzi che si è imposto anche per continuare una ricerca esasperante del suono e dell’oggetto strumentale che lo produce, afferma che la sua volontà è di andare oltre un’“estetica familiare”. Ecco, tutto il risultato di questo intrigante e coinvolgente DVD è un’esemplare espressione di come non solo la musica del compositore di Stoccarda, ma quella che permea le strutture e le tematiche di quella contemporanea nella sua quasi totalità, rappresenti il concretizzarsi di quel sentiero, auspicato da Webern, in cui la Neue Musik possa intraprendere quel viaggio votato alla continua scoperta. Una musica fatta, come ricorda lo stesso Lachenmann, per spiriti avventurosi, per ascoltatori che non vogliano essere passivi, ma compartecipi ed entusiasti nel prendere parte a questo straordinario viaggio.
Va da sé, che l’esecuzione di questi brani, fatta a cominciare dal violoncellista Giorgio Casati, da Paolo Casiraghi al clarinetto, da Luca Ieracitano al pianoforte e proseguendo con la viola di Paolo Fumagalli, con le percussioni di Simone Beneventi e il violino di Lorenzo Gentili-Tedeschi, rappresenta una lettura a dir poco di riferimento di questi quattro capisaldi della musica cameristica contemporanea.
Si è già detto dell’efficace regia di Luca Scarzella, di come sia riuscito, attraverso il gioco delle riprese e del posizionamento delle camere, a fissare dinamicamente l’esplorazione timbrica e delle altezze degli strumenti, esaltando il loro suono, mostrandolo agli occhi dello spettatore. Lo stesso vale anche per l’accorgimento legato alla presa del suono, curata da Paolo Brandi, di cui si ha tra l’altro modo di osservare l’operazione di microfonatura. La dinamica eccelle in tutte le riprese e il palcoscenico sonoro ripropone acusticamente il corretto posizionamento degli strumenti (e ciò vale anche in un ascolto effettuato con cuffia). Anche il dettaglio, capace di scolpire matericamente gli strumenti, e l’equilibrio tonale non sono da meno.
Andrea Bedetti
Helmut Lachenmann – See the Sound-Homage to Helmut Lachenmann
MDI Ensemble
DVD L’empreinte digitale EDVD740
Giudizio artistico 5/5
Giudizio tecnico 5/5