Si apre l’edizione di Cremona Musica International Exhibitions, gli espositori esteri raccontano al pubblico le loro realtà e, anche nel bel mezzo di una congiuntura economica tutt’altro che “amichevole”, sembrano accomunati da un affascinante senso di fiducia: quello nell’aumento costante del numero di persone che si appassionano alla musica e cercano lo strumento musicale d’alta gamma

Hanno dedicato la vita alla ricerca della qualità, vedendo il loro lavoro come una costante acquisizione di conoscenza da utilizzare nell’impresa più intrigante di tutte: avvicinarsi sempre di più alla perfezione. Sono i liutai che partecipano all’edizione 2016 di Cremona Musica International Exhibitions e alle quattro manifestazioni in cui questo atteso appuntamento annuale si articola: Mondomusica, Piano Experience, Cremona Winds e Acoustic Guitar Village. Varcando l’ingresso dei saloni espositivi, un pensiero si affaccia alla mente: tre giorni non bastano per soffermarsi quanto si vorrebbe nei duecentocinquanta stand che esprimono le tante declinazioni della bellezza degli strumenti musicali d’alta gamma. Decidiamo allora di avviarci a passo veloce verso la sala conferenze che ospita le storie di chi è venuto da lontano, scoprendo tra il pubblico molti liutai italiani, curiosi di individuare il loro “prossimo business” con partner commerciali arrivati dai quattro angoli del mondo.

Creare reti di relazioni tra i professionisti della grande musica

 La conferenza che seguiamo è organizzata dall’ICE, Italian Trade Agency, ovvero l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Tra i tanti espositori stranieri, tanti coreani e giapponesi. “Spero che Mondomusica sia una grande occasione per introdurre anche in Corea del Sud grandi strumenti musicali di qualità”, afferma un imprenditore coreano durante la presentazione della propria azienda. Nel pubblico, due liutai italiani apprezzano la serietà degli ospiti orientali e uno dei due dice all’altro che, a fine conferenza, parlerà con l’espositore appena ascoltato, poiché lo ritiene un interlocutore interessante. Ecco il punto di forza che ci sembra di dover evidenziare: la creazione di contatti tra operatori economici del mondo della produzione di strumenti musicali di pregio, la sviluppo di relazioni commerciali tra centri di eccellenza della liuteria e centri di distribuzione dislocati nelle più diverse aree del pianeta.

L’Asia guarda all’Italia. Lo strumento musicale italiano è “per la vita”

La crisi c’è, le difficoltà si sono fatte sentire anche nel settore della produzione di strumenti musicali, è innegabile. Eppure, una verità è rimasta immutata: il dato di fatto della superiorità riconosciuta agli strumenti musicali realizzati in Italia. Ce lo conferma chi espone presso l’italianissimo stand Scrollavezza e Zanrè, dove ci soffermiamo ad osservare gli artisti che provano violini e viole “made in Parma”. “E’ vero che il mercato cinese ha conosciuto un’espansione, ma chi cerca un violino che sia “per sempre” non ha mai smesso di avere la liuteria italiana come punto di riferimento”, afferma Andrea Zanrè. D’altronde, sono gli stessi stranieri a ricordarlo nella conferenza di presentazione. C’è chi, arrivando dal Giappone, racconta di aver seguito, col proprio negozio di strumenti musicali, un doppio binario: vendita e noleggio. E’ nel sottolineare la differenza tra i due che si comprende come la liuteria italiana sia vista all’estero. “In Giappone circa sessantamila persone suonano o apprendono a suonare gli strumenti ad arco. Ho voluto aprirmi anche al noleggio perché ci sono tanti genitori che hanno bisogno di cambiare spesso lo strumento musicale suonato dal loro bambino in fase di crescita, per questo, prendere in prestito un violino consente un risparmio e non richiede che lo stesso sia di qualità eccelsa, in quanto sarà sempre temporaneo”, spiega il commerciante giapponese. E aggiunge: “Il bambino, da grande, sarà un ottimo cliente e si rivolgerà, verosimilmente, verso lo strumento musicale di alta gamma, quello che si prende “per la vita” e che, da sempre è, per eccellenza, quello italiano”.

Il liutaio americano a Mondomusica: “L’amore per la musica è in crescita”

Rimaniamo molto colpiti da Roger Sadowsky, che dai primi anni Settanta si dedica, a New-York, alla produzione di chitarre acustiche. “Sono molto felice che Cremona Musica International Exhibitions 2016 ponga un così forte accento sulla ricerca dell’alta qualità”, afferma. “E’ a quest’ultima che ho dedicato tutta la mia vita ed è bello vederla valorizzata”, spiega. E, dal suo sguardo come dalle storie che racconta, si comprende cosa significhi perseguire la massima precisione e la massima accuratezza senza però “arenarsi” in troppi schemi. “Nel 1979 mi sono accorto che il mercato della chitarra acustica era troppo ristretto e ho iniziato a dedicarmi anche a quelle elettriche, per poi aprirmi in seguito anche alla realizzazione dei bassi”, racconta. E non è un particolare aggiunto a caso. “E’ necessario sapersi adattare a ciò che richiede il periodo storico in cui si vive”. Un modo per dire che a volte, per uscire da una “crisi”, è necessario aprire gli orizzonti, varcare alcuni dei confini che ci si era posti. La qualità, probabilmente, può essere cercata anche fuori dai “limiti” che inizialmente ci si è dati. Oggi, continuando a lavorare nel proprio piccolo negozio a New-York, Roger Sadowsky rimane comunque convinto di una cosa: è vero che oggi solo il 20% dei musicisti può permettersi di dedicarsi “solo” alla musica, ma è in crescita il numero di coloro che amano la musica e che avvertono l’esigenza forte di avvicinarsi ad essa e apprendere a suonare uno strumento. E, a giudicare dall’applauso con cui gli altri liutai e i commercianti gli rispondono, non è l’unico ad alimentare questa grande, inestimabile speranza.

Sara Chessa