Tilman Skowroneck è attualmente uno dei maggiori clavicembalisti e fortepianisti tedeschi. Un artista che ha avuto modo di studiare e di specializzarsi con mostri sacri della filologia tastieristica come Bob van Asperen, Anneke Uittenbosch, Ton Koopman e Gustav Leonhardt. Ciò lo ha portato, tra l’altro, a rivedere e a proporre uno stile interpretativo del pianismo beethoveniano che è stato al centro di un acceso dibattito in patria e che lo ha spinto a scrivere un saggio Beethoven the pianist, pubblicato nel 2010 dalla Cambridge University Press, mentre attualmente insegna interpretazione musicale presso l’Accademia di Musica e Teatro dell’Università di Göteborg, in Svezia.
A livello discografico, oltre a una registrazione dedicata alla musica per tastiera di Bach, Skowroneck ha inciso un altro CD con opere di Froberger, Rameau e Couperin e, recentemente, un terzo disco (tutti pubblicati dall’etichetta tedesca TYXart) con composizioni ancora di François Couperin. Al centro di questo terzo disco, il clavicembalista tedesco ha voluto inserire delle selezioni dai tre Ordres appartenenti al primo e dal secondo libro dei Pièces de Clavecin, ciascuno preceduto dal corrispondente Prélude de L’Art de toucher le Clavecin nella stessa tonalità.
Il Premier Prélude in do maggiore è un pezzo solare e spensierato in cui Couperin sfrutta il suo caratteristico stile luthé, dove la nota del basso fornisce il ritmo, o cadenza, e le voci superiori riempiono l’accordo in un affascinante arpeggio, mentre la selezione del cupo Troisème Ordre in do minore rappresenta una riflessione sull’anno che devastò la corte francese nel 1712, quando tre delfini morirono in breve successione.
Il Second Prélude in re minore è un dialogo ponderato tra una melodia di contralto e una parte di tenore, cui segue il Second Ordre che vanta nove pezzi contrassegnati da uno spirito generalmente brillante, tra i quali primeggia l’enigmatico La Garnier (un ritratto del collega organista di Couperin alla Chapelle Royale, Gabriel Garnier). Il Sixième Prélude in si minore ha un carattere desolato ed esalta il timbro vellutato del registro superiore del clavicembalo. Il drammatico Huitième Ordre dal secondo libro si distingue per la sua varietà e profondità musicale. «Il mondo di Couperin è eccentrico e pieno di immagini misteriose», scrive Skowroneck nelle note di accompagnamento. «E, nonostante la prevedibilità strutturale delle sue forme barocche, il mondo sonoro evocato dalla musica, le immagini che presenta e le caratterizzazioni che suggerisce sono spesso del tutto inaspettate e rimangono accattivanti».
All’ascolto, la lettura fatta di questi brani da parte del clavicembalista tedesco appare indubbiamente sicura, efficace, anche se la trovo un po’ fredda, alquanto analitica nel suono e nella ricerca ritmica, il che può risultare fuorviante visto che la musica francese, soprattutto quella di Couperin, necessita di un calore, di una dolcezza (e questo soprattutto nella selezione del Troisème Ordre), che nella resa esecutiva di Tilman Skowroneck viene a tratti a difettare.
La presa del suono effettuata da Erik Sikkema restituisce un’immagine vivida e più che buona del clavicembalo (uno strumento a due manuali costruito nel 1981 da Martin Skowroneck su modelli della scuola francese del XVIII secolo); la dinamica è ottimamente energica e piacevolmente naturale, con lo strumento che viene ricostruito in modo corretto al centro dei diffusori in una posizione alquanto avanzata. Anche l’equilibrio tonale e il dettaglio sono sulla stessa linea, con il primo sempre corretto nella resa dei registri e con il secondo ricco di matericità.
Andrea Bedetti
François Couperin – Harpsichord Works
Tilman Skowroneck (clavicembalo)
CD TYXart TXA20153
Giudizio artistico 3,5/5
Giudizio tecnico 4/5