Dal 15 luglio al 13 agosto 2024, nel capoluogo lombardo si svolgerà Milano Cineconcerti Festival, con la direzione artistica di Rossella Spinosa (che abbiamo anche intervistato), durante il quale verranno proiettati diciassette capolavori del cinema non sonoro, con l’accompagnamento musicale dal vivo. Diciassette opere le cui trame e tematiche si ricollegano direttamente agli altrettanti punti dell’Agenda 2030 stilata dall’ONU

All’interno del palinsesto Milano è viva organizzato dal Comune di Milano, il progetto Milano Cineconcerti Festival rappresenta una grande kermessededicata al cinema e alla musica, con diciassette spettacoli all’aperto legati simbolicamente agli altrettanti punti dell’Agenda 2030 stilata dall’ONU, con proiezioni di pellicole non sonore e accompagnamento musicale dal vivo a cura di solisti, formazioni da camera, gruppi di improvvisazione, orchestra.

I titoli delle pellicole in programma, le cui tematiche si collegano direttamente con i diciassette punti/scopi dell’Agenda 2030 sono:

GOAL 1, “Sconfiggere la povertà”: The Immigrant di C. Chaplin (1917)

Charlie Chaplin è l’icona di sempre del Vagabondo, povero ma ricco di dignità, pronto a usare la propria intelligenza per sconfiggere la povertà. È il talento dell’uomo che riesce a superare, col sorriso, le avversità. In una partitura per piccola orchestra, il cinema di Chaplin porterà in scena un riscatto umano impareggiabile.

GOAL 2, “Sconfiggere la fame”: Il Trionfo della Vita di A. Gravina (1922), un film che racconta la lotta col fine di sostenere l’idea di speranza. Nella cornice di una Sardegna povera, una donna riesce, infatti, a trovare la forza per rispondere alla povertà, individuando la strada per resistere anche al dolore più profondo. Interprete di rilievo, primo violino dell’Orchestra de I Pomeriggi Musicali, la violinista Fatlinda Thaci.

GOAL 3, “Salute e benessere”: The Cure di C. Chaplin (1917). È ancora Charlie Chaplin a raccontarci come la salute possa essere ritrovata e la vita possa essere rinnovata: un alcolista riesce così a ritrovare il proprio benessere dopo la cura. Interprete al clarinetto anche Marco Giani, primo clarinetto de I Pomeriggi Musicali.

GOAL 4, “Istruzione di qualità”: College di B. Keaton (1927). Il rocambolesco e inimitabile Buster Keaton riesce a raccontare come l’istruzione di qualità possa divenire anche un vero e proprio ascensore sociale per i più poveri. Ad arricchire la proiezione la partecipazione della originale Milano Toys Orchestra.

Un cineconcerto allestito a Piazza Belloveso nell'edizione dello scorso anno del Milano Cineconcerti Festival.

GOAL 5, “Parità di genere”: Mabel’s Married Life di M. Normand (1914). Mabel Normand, regista pioniera del cinema muto, porta in scena - insieme con Charlot - la propria vita matrimoniale, dimostrando come la parità di genere sia obiettivo da perseguire da sempre. Ospite speciale per questa produzione Omar Cyrulnik, chitarrista argentino.

GOAL 6, “Acqua pulita”: The last drop of water di David Wark Griffith (1911). In una pellicola western del grande Griffith, la ricerca dell’acqua pulita da parte di una carovana dispersa nel deserto contiene in sé l’essenza della rilevanza che l’acqua conserva, ovvero l’essere fonte essenziale di sopravvivenza. A realizzare la sonorizzazione I Solisti Lombardi.

GOAL 7, “Energia”: The Electric House di B. Keaton (1922). The Electric House è la dimostrazione di come Keaton fosse in anticipo sui tempi e di come sull’energia e sulle sue potenzialità si avesse modo di ragionare già all’incirca cento anni fa. Una serie di gag che faranno divertire ma anche ripensare a quanto l’energia possa modificare il vivere quotidiano, con la straordinaria partecipazione del violinista Luca Santaniello, primo violino dell’Orchestra Sinfonica di Milano.

GOAL 8, “Lavoro dignitoso e crescita economica”: Tokyo no yadodi Y. Ozu (1935). Una tematica come quella del lavoro dignitoso e della crescita economica non poteva non trovare nel grande regista-poeta giapponese Yasujirō Ozu un diretto filo espressivo. Un uomo povero che, nonostante tutte le difficoltà della vita, prova a tirare su con dignità i propri figli e rinuncia persino alla propria libertà per difendere il diritto alla vita di una bambina. In scena il Quartetto dell’Orchestra Sinfonica di Milano che contribuirà alla realizzazione di un evento struggente ma al contempo oggetto di riflessione sulla nostra società contemporanea.

GOAL 9, “Imprese innovazioni e infrastrutture”: L’arrivo del treno e i primi Lumière (1902-1911). L’innovazione è rappresentata in primo luogo proprio dalla nascita del cinema: la settima arte è stata simbolica dell’innovazione e della creazione di una vera e propria industria che ha generato infrastrutture e creazione di un nuovo mercato.

Ancora un'immagine da un cineconcerto dell'edizione 2023.

GOAL 10, “Ridurre le diseguaglianze”: Strike! di S. Ėjzenštejn (1924). Un film che racconta le disparità di trattamento, le condizioni di lavoro in stato di disuguaglianza, la rivolta dei deboli. Un modo per riguardare a stati problematici di disuguaglianza che ancora oggi ritroviamo nel nostro contemporaneo, con la presenza del New MADE Ensemble.

GOAL 11, “Città e comunità sostenibili”: Entr’acte di R. Clair (1924). Un film culto, nel centenario dalla prima visione, con le musiche storiche di Erik Satie appositamente rivisitate, per la visione delle prime città e comunità sostenibili, ben descritte da René Clair nella Francia di cento anni fa e da riascoltare con la partecipazione dell’Eccetera Saxophone Duo.

GOAL 12, “Consumo e produzione responsabili”: Earth di A. Dovženko (1930). Ucraina anni ‘30; siamo all’avvio del procedimento di collettivizzazione, creando conflitti tra giovani e vecchi, tra ricchi proprietari e contadini poveri. Un film della rivoluzione sovietica ancora oggi in grado di dare spunti di riflessione su consumo e produzione responsabile. Ospite della produzione la violinista Ilze Circene.

GOAL 13, “Lotta al cambiamento climatico”: The great white silencedi H. Ponting (1924). Il flauto di Raffaele Trevisani accompagnerà la scoperta di una natura nascosta e lontana, consentendoci di scoprire mondi che i cambiamenti climatici stanno facendo scomparire e dandoci modo di riflettere su quanto ci circonda.

GOAL 14, “La vita negli oceani”: The Boat di B. Keaton (1921). Una vita in mezzo al mare guardata, in modo divertente, con gli occhi di Buster Keaton, da una barca ancorata. La flautista Birgit Nolte, Premio Darmstadt, sarà ospite della produzione.

GOAL 15, “La vita sulla terra”: The Son of Sheik di G. Fitzmaurice (1926). Espressione massima della vita sulla terra è l’unione tra l’uomo e la terra stessa. Rodolfo Valentino ci accompagna in uno spettacolare viaggio nel deserto, mostrandoci i segreti insiti nella sabbia, nel sole, nel calore, nelle tende. Ospite della produzione, il flautista tedesco Curt Schroeter, primo flauto dell’Orchestra Cantelli.

GOAL 16, “Pace e giustizia e istituzioni”: Battleship Potëmkin di S. Ėjzenštejn (1925). A commentare le immagini del film che ha segnato la storia del cinema muto e che rappresenta nell’immaginario generale il simbolo della lotta per la pace e la giustizia, Rossella Spinosa in una personale riduzione pianistica delle musiche originali per orchestra di Edmund Meisel.

GOAL 17, “Partnership per gli obiettivi”: Metropolis di F. Lang (1927). L’indimenticabile pellicola di Fritz Lang racconta come la “mediazione” tra il cuore e il cervello possa rappresentare la migliore partnership per il perseguimento degli obiettivi veri della vita. Ospite della produzione la violinista brasiliana Tania Camargo Guarnieri.

La pianista e compositrice Rossella Spinosa, direttrice artistica di Milano Cineconcerti Festival (© Gin Angri).

Le musiche delle produzioni in scena sono state composte, adattate e rielaborate da Rossella Spinosa. Pianista e compositrice, allieva di Azio Corghi, Giacomo Manzoni e Luis Bacalov, Rossella Spinosa è una delle firme più autorevoli della riscoperta e sonorizzazione del cinema muto, e ha collaborato con festival e cineteche in tutto il mondo, componendo musiche per oltre 130 pellicole di cinema muto. L’abbiamo, quindi, intervistata su questa manifestazione e su altri aspetti del rapporto cinematografia non sonora e accompagnamento musicale. Ecco che cosa ci ha detto.

Maestro Spinosa, com’è nata questa iniziativa di Milano Cineconcerti Festival e che obiettivi si pone? Quello di rivalutare il cinema muto o, quantomeno, di farlo apprezzare in un’epoca ormai dominata dalle figure dei supereroi e degli effetti speciali? Oppure far comprendere come l’irruzione del suono musicale possa dirottare o mutare l’approccio stesso alla visione cinematografica, soprattutto quando viene eseguito dal vivo?

«MILANO CINECONCERTI FESTIVAL nasce nell’ambito del Palinsesto MILANO È VIVA promosso dal Comune di Milano. La prima edizione del 2023 è stata una vera sfida: portare in piazza a Milano produzioni di cinema non sonoro con musiche nuove realizzate live, in sincrono con la proiezione, in un luogo non proprio deputato alle proiezioni era una prova tutta da superare! E l’anno passato ci ha dato ragione: la scommessa è stata vinta! Quest’anno proviamo a divulgare ancora di più e ci spostiamo su due piazze della zona nord di Milano: Piazza Belloveso e Piazza Schiavone e lo facciamo con una tematica importante: scegliere film non sonori legati alle tematiche dell’Agenda 2030! Dai comici ai drammatici, dai film cult alle preziosità meno note: un mese intenso, con 17 proiezioni live all’aperto dal 15 luglio al 13 agosto. Il cinema muto con la musica dal vivo composta ad hoc per ciascun film credo sia un’esperienza fortemente immersiva (almeno così mi riportano tante persone del pubblico dopo aver assistito ai miei cine-concerti… ). Sicuramente è una dimensione che modifica l’approccio alla visione cinematografica, ravvicinando da un lato al nostro quotidiano film lontani nel tempo mediante l’uso di musica nuova, dall’altro consentendoci di provare il brivido del live in una sinestesia con un’altra forma d’arte (sullo schermo) non suscettibile di variazioni (al contrario della musica che dialoga sempre nell’acustica del luogo) nel frangente della proiezione. Laddove funziona - come dico spesso - è una Magia».

Lei, personalmente, come è giunta a specializzarsi nella composizione di musiche destinate ad essere eseguite nell’immenso, e ancora poco conosciuto, patrimonio del cinema muto?

«Quando sono entrata in Accademia Chigiana a Siena per il corso di musica applicata alle immagini, dopo un diploma di composizione al Conservatorio G. Verdi di Milano unicamente dedicato alla musica da concerto, ho scoperto un mondo diverso, ovvero quello dell’applicazione della musica. L’incontro con il Premio Oscar Luis Bacalov è stato per me illuminante. È stato il mio maestro per la musica da film, è stato un grande amico che mi ha aiutato nei miei primi esperimenti di musica applicata, che ha sempre dimostrato un grande interesse nell’ascoltare quello che la mia testa produceva in questa avventura col cinema muto, di cui mi ero innamorata proprio in Chigiana. Mi chiamava “Spinoza Stachanov” in omaggio a quell’operaio sovietico divenuto il lavoratore-modello dell’Urss, prendendomi amorevolmente in giro per queste maratone compositive cui mi sottopongo da anni e che rappresentano per me, però, la mia passione quotidiana. La strada che cerco di segnare è quella di dare un’identità alla mia musica per le immagini, in dialogo costante con lo schermo, ma cercando il mio suono, la mia vena creativa più pura, pur nel rispetto della filologia necessaria. Tanti esperimenti, tante partiture, alcune più riuscite di altre, ma ogni giorno scoprendo un tassello nuovo, un approccio mai sondato prima. Molti colleghi che hanno eseguito la mia musica mi riconoscono anche in partiture diverse. Uno dei commenti più belli che io ricordi è stato forse proprio quello di Luca Santaniello, Primo Violino dell’Orchestra Sinfonica di Milano che, dopo aver eseguito la mia partitura estremamente delicata per pianoforte e archi su un film di Ozu, mi ha detto: “È strano ma pur con differenze enormi rispetto alle altre partiture eseguite, si riconosce che è comunque la tua musica”. Questo credo sia quanto di più bello mi si possa dire».

Un fotogramma del capolavoro cinematografico di Robert Wiene, Das Cabinet des Dr. Caligari, per il quale Rossella Spinosa ha scritto una colonna sonora.

Un’ultima domanda: a suo giudizio, tre titoli di capolavori del cinema muto per i quali la presenza del commento musicale è talmente ineludibile, al punto che se non ci fosse, perderebbero la loro carica artistica e comunicativa.

«Questa è una domanda proprio difficile. Spesso il mio compagno, il direttore d’orchestra Alessandro Calcagnile, mi prende bonariamente in giro dicendomi: “Per te l’ultimo film musicato è sempre il più bello” e in questo c’è una grande verità, o forse due verità. La prima è che se il commento musicale funziona sulle immagini non riesci più a guardare quel film non sonoro senza quel suono. La seconda è che cercare il suono giusto per le immagini sullo schermo significa davvero trovare la parola di quel film muto. Certamente ci sono però alcuni film che per visionarietà, innovazione, capacità anticipatoria dell’evoluzione cinematografica, rappresentano punti fermi dell’evoluzione della storia del cinema. Delle colonne sonore originali che, secondo me, possono essere considerate rilevanti ai fini della valorizzazione del film mi piace ricordare sicuramente il nostro Mascagni su Rapsodia Satanica, pellicola diretta da Nino Oxilia, che ha reso un film non indimenticabile invece insuperabile. La colonna sonora di Edmund Meisel su La corazzata Potëmkin di Ėjzenštejn è realmente funzionale alle immagini, ma il film resterebbe incredibile anche senza quella musica e tanti si sono cimentati nel tentare di darle un nuovo suono. Io stessa ho dato vita a tre diverse colonne sonore: la prima per pianoforte concertante e orchestra sinfonica (eseguita nel 2013 in prima con l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali), la seconda per grande orchestra sinfonica in omaggio a Čajkovskij, su commissione del Centro Čajkovskij di San Pietroburgo (eseguita nel 2021 in prima assoluta nell’ex capitale russa dall’Orchestra del Governatorato di San Pietroburgo) e una terza, con una personale rivisitazione e riduzione pianistica della partitura originale di Meisel. Un terzo titolo a me particolarmente caro è Das Cabinet des Dr. Caligari di Robert Wiene; la prima della mia colonna sonora per pianoforte concertante e orchestra sinfonica è stata realizzata nel 2015, sempre con l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali e, almeno per me, dopo averlo ascoltato con la mia musica, non riesco a guardarlo senza ascoltare quel suono…perdonate l’atto di vanità!».

Gli spettacoli live saranno realizzati in Municipio 9, coinvolgendo due diverse piazze della città, ossia Piazza Belloveso e Piazza Schiavone, con le proiezioni che inizieranno alle ore 21.30 (in caso di maltempo gli spettacoli si terranno in SLAP Lambrate). Il progetto prevede, inoltre, una serie di attività collaterali, laboratori e iniziative diffuse su tutto il territorio, sempre a partecipazione libera e gratuita, e rivolte a specifiche tipologie di utenza, con laboratori per bambini, corsi per adulti, eventi di intrattenimento, conferenze per tutti e masterclass per musicisti. Questi eventi collaterali saranno proposti in diversi luoghi della città, a partire dal mese di settembre sino al 31 ottobre.

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito web www.cinemamuto.it.

Andrea Bedetti