Capita di sentire o leggere che la Terza sinfonia di Ludwig van Beethoven, la celebre “Eroica”, ha rappresentato un preciso e ineludibile spartiacque tra il prima e il dopo della storia di questo genere musicale. Ma per quale motivo? Ecco, capirlo significa aumentare anche la nostra capacità di ascoltare quest’opera, comprendendo meglio la sua portata e il suo significato. Questo spartiacque, questa linea divisoria sono rappresentati dal fatto che prima di questa sinfonia, composta tra il 1802 e il 1803, il genere sinfonico, così come la maggior parte della musica che veniva scritta e che circolava nelle corti, nei palazzi aristocratici e vescovili, aveva principalmente il compito di essere un piacevole “passatempo”, ossia doveva allietare gli ascoltatori permettendo loro di far gradevolmente “passare il tempo” attraverso lo svago concesso dalle opere orchestrali, operistiche e cameristiche che venivano eseguite.

Da ciò si può capire come buona parte della musica di quell’epoca, che ormai aveva lasciato dietro di sé il lungo periodo barocco, era ancora riservata quasi esclusivamente alle classi più abbienti e potenti, emarginando di fatto larghi strati sociali, tenuto anche conto che il numero delle sale concertistiche e dei teatri non poteva soddisfare una domanda di ascolto che si faceva sempre più pressante da parte soprattutto della sorgente classe borghese. Ma con l’irruzione della sinfonia “Eroica” di Beethoven tutto questo cambiò, per il semplice fatto che questo capolavoro titanico costrinse a mutare il tipo di ascolto, investendo l’ascoltatore di nuove capacità e responsabilità. Come si sa, questa sinfonia avrebbe dovuto rappresentare per Beethoven un atto di omaggio nei confronti di Napoleone Bonaparte. Ma questo lasciamolo raccontare a uno dei testimoni di allora, il compositore Ferdinand Ries, uno degli allievi e amici prediletti del musicista tedesco.

«A proposito di questa Sinfonia Beethoven aveva pensato a Napoleone, ma finché era ancora primo console. Beethoven ne aveva grandissima stima e lo paragonava ai più grandi consoli romani. Tanto io, quanto parecchi dei suoi amici più intimi, abbiamo visto sul suo tavolo questa sinfonia già scritta in partitura e sul frontespizio in alto stava scritta la parola “Buonaparte” e giù in basso “Luigi van Beethoven” e niente altro. Se lo spazio in mezzo dovesse venire riempito e con che cosa, io non lo so. Fui il primo a portargli la notizia che Buonaparte si era proclamato imperatore, al che ebbe uno scatto d’ira ed esclamò: “Anch’egli non è altro che un uomo comune. Ora calpesterà tutti i diritti dell’uomo e asseconderà solo la sua ambizione; si collocherà più in alto di tutti gli altri, diventerà un tiranno!”. Andò al suo tavolo, afferrò il frontespizio, lo stracciò e lo buttò per terra».

Questo celebre passaggio ci fa capire fino a che punto la Terza sinfonia fosse stata composta proprio sull’onda dell’ammirazione e dell’entusiasmo che il sommo compositore provò per il generale corso fino a quando, nel maggio del 1804, Beethoven rimase profondamente deluso alla notizia che Napoleone si era fatto proclamare imperatore, tradendo quelle istanze rivoluzionarie sulle quali il musicista tedesco aveva creduto di vedere incarnate in lui.

Ma ciò che ci deve interessare è il fatto che la fondamentale importanza della sinfonia “Eroica” non risiede nella dedica o meno alla figura napoleonica, in quanto quest’ultima viene presa a modello solo per incarnare e simboleggiare ciò che stava maggiormente a cuore a Beethoven, ossia dare vita a un’opera la quale, in nome dei nuovi ideali democratici e rivoluzionari, non doveva essere più intesa, come in passato, una composizione di puro intrattenimento destinata a un ambiente ristretto e chiuso, ma come un’opera capace di trasformarsi in un oggetto di discussione per una moltitudine di persone, una musica indirizzata alle masse affinché potessero prendere coscienza di se stesse. Una musica nuova, quindi, per un uditorio del tutto nuovo. Ecco, allora, per quale motivo questo capolavoro rappresenta lo spartiacque di cui si è detto all’inizio, per il semplice fatto che con questa sinfonia l’ascoltatore smette i panni di chi ascolta “passivamente”, per trasformarsi in un individuo coinvolto in prima istanza da ciò che sta ascoltando, perché quella musica in fondo non parla con lui (facendogli trascorrere piacevolmente il tempo), ma parla di lui, della sua vita, della sua realtà, del suo ruolo storico nel mondo.

Con l’“Eroica”, in fondo, l’eroe in questione è proprio colui che l’ascolta, perché la grandezza di quest’opera sta nel fatto di saper consapevolizzare chi ne resta affascinato, facendogli comprendere ciò che fondamentalmente è: un uomo di fronte a quel mistero chiamato vita.

Andrea Bedetti

Discografia essenziale consigliata

  • Toscanini – NBC Symphony Orchestra (la leggendaria integrale sinfonica del 1939) MUSIC & ARTS CD-1203(5 CD)

Cover Beethoven Toscanini

  • Furtwängler – Wiener Philharmoniker/Stockholm Philharmonic Orchestra (integrale effettuata tra il 1948 e il 1954) EMI 7243 5 67496 (5 CD)

Cover Beethoven Furtwangler

  • Karajan – Berliner Philharmoniker (l’imprescindibile registrazione del 1963) Deutsche Grammophon 00289477 7157

Cover Beethoven Karajan

  • Klemperer – Philharmonia Orchestra EMI 7243 5 66793

Cover Beethoven Klemperer