Quella recentemente prodotta dalla casa discografica NovAntiqua Records è un’incisione assai particolare, con l’Ensemble Alraune, in collaborazione con la pluristrumentista ceca Anna Fusek, che ha registrato l’album Strues. Un album che deve le sue particolarità a diversi fattori, a cominciare dal fatto che l’Ensemble Alraune e l’etichetta discografica romana hanno voluto riversare il master non su un consueto CD, bensì su un disco a 33 giri, in ossequio a quell’operazione di recupero che da qualche anno sta portando alla riscoperta del caro, vecchio vinile, non solo presso un pubblico audiofilo. E il concetto di recupero vale anche per il programma che Anna Fusek e l’ensemble in questione hanno voluto fissare sui microsolchi del disco nero, visto che i brani qui presentati spaziano in un corso di storia lunga milletrecento anni, appartenenti quindi ad epoche totalmente differenti, da Johann Sebastian Bach a Gesualdo da Venosa, da Philip Glass a Thomas de Hartmann, da Marin Marais a Henry Purcell, da Tarquinio Merula a Christopher Tye.

La cover del disco a 33 giri della NovAntiqua Records, dedicato al mistero del contrappunto nei secoli.

Autori e brani tutti accomunati dal concetto di “strato” (Strues, per l’appunto significa “strato” in latino), vale a dire partendo dall’idea di una sovrapposizione formale, la quale può essere associata sia alla materia pittorica, sia a quella musicale, più precisamente alle linee del contrappunto, la sublime tecnica compositiva in cui le diverse voci, muovendosi parallelamente, danno vita a differenti strati sonori sempre contraddistinti da un rapporto paritetico tra di loro e legati l’uno all’altro dalle ferree e matematiche regole della composizione musicale, come ha voluto ricordare il clavicembalista e pianista Mario Sollazzo, fondatore dell’Ensemble Alraune.

«Il programma racchiuso nel progetto Strues, che l’Ensemble Alraune ha sviluppato insieme con Anna Fusek, è il frutto di un lungo lavoro che ha come ispirazione iniziale quella di realizzare un concerto in cui perdersi e immergersi al pari di ciò che succede quando ci si trova in un’importante struttura architettonica come una basilica, un tempio o le rovine di un’antica città. Volevamo rendere acustica l’esperienza fisica dell’essere circondati da una struttura architettonica. Abbiamo scelto perciò un programma musicale composto da musiche la cui componente strutturale e polifonica fosse preponderante e con una forte carica trascendente e spirituale. L’opportunità di poter realizzare il concerto in un luogo eccezionale come l’Abbazia di Nonantola ha completato il progetto che, nemmeno a farlo apposta, proprio in questi giorni sta uscendo nella sua versione discografica».

La pluristrumentista praghese Anna Fusek.

Una plurivolumetria del suono, dunque, capace di andarsi a “sperdere” nella volumetria di un luogo magico come l’Abbazia in questione (anche se poi la versione audio è stata registrata in parte presso la Chiesa di Santa Lucia a Pievecchia, in provincia di Firenze, e poi all’Istituto Gould di Firenze) con brani antichi e contemporanei capaci di esaltare sia una stratificazione timbrica, sia una fisica e spirituale. Da qui la scelta da parte degli interpreti di presentare pezzi quali Opening da Glasswork (1982) di Philip Glass, Tristis est anima mea (1611) da Responsoria pro-Hebdomada Sancta di Gesualdo da Venosa, la Canzonetta spirituale sopra al Nana (1638) da Curtio Precipitato et altri Caprici di Tarquinio Merula, l’aria Stirb in mir Welt, und alle deine Liebe dalla Cantata BWV169 e dal concerto per clavicembalo e archi BWV1053 di Johann Sebastian Bach, così come, sempre del Kantor, il Ricercare (1747) da Musicalische Opfer BWV1079, la Kurd Shepard Melody (1926) di Georges Ivanovič Gurdjieff & Thomas De Hartmann, la Sit Fast à 3, In Nomine à 6, da Baldwin & Oxford Bodelian Manuscript di Christopher Tye, la sublime Chaconne (1692) di Henry Purcell e, presente nella versione digitale, la Sonnerie de Saint Geneviève du Mont de Paris (1723) di Marin Marais.

Anna Fusek alle campane medievali e i componenti dell'Ensemble Alraune durante l'esecuzione di Opening di Philip Glass nell'Abbazia di Nonantola.

Questo alternarsi delle linee contrappuntistiche, questa esplorazione “stratificata” attraverso il succedersi dei brani in questione, crea in effetti un risultato d’ascolto che si avvicina a un respiro ipnotico (con Anna Fusek che suona il flauto dolce, il violino e le campane medievali, mentre i membri dell’Ensemble Alraune sono Clara Franziska Schötensack al violino barocco, Stefano Zanobini al violino e viola barocchi, Hildegard Kuen alla viola barocca, Rosita Ippolito e Marco Casonato alla viola da gamba, Fabiano Merlante all’arciliuto, tiorba e chitarra barocca e Mario Sollazzo al clavicembalo), capace di evidenziare come la struttura del contrappunto si sia modificata nel corso dei secoli attraverso conquiste, rinunce, sviluppi, approfondimenti. Va da sé che il valore di questa registrazione dev’essere ascritta anche alla lettura tersa, pura, oserei affermare, nel suo essere scarno, essenziale (ciò è testimoniato da come sono letti i due brani bachiani, quello di Marais e la Chaconne di Purcell) effettuata dalla pluristrumentista praghese e dai componenti del gruppo musicale di Mario Sollazzo, capaci di fornire un filo conduttore, di fissare un preciso denominatore comune ma, allo stesso tempo, specificando, instillando in ogni brano le specifiche caratteristiche, il loro peculiare respiro (ciò si evince per come il brano di Glass e quello di Gurdjieff & De Hartmann sono resi in tutta la loro “modernità arcaica”).

Assai buona anche la presa del suono, confortata dall’inconfondibile resa analogica data dal vinile: la dinamica è velocissima, energica e sfumata allo stesso tempo (si ascoltino, a tale proposito, gli strumenti ad arco, con il decadere preciso degli armonici), mentre il palcoscenico sonoro ricostruisce con debita correttezza gli interpreti all’interno dello spazio fisico, con notevole ampiezza e altezza. L’equilibrio tonale e il dettaglio non sono da meno, con il primo sempre pulitissimo, piacevole nel rendere le differenze dei registri, e con il secondo carico di nero e di realistica matericità.

Andrea Bedetti

AA. VV. – Strues

Anna Fusek (flauto dolce, violino e campane medievali) – Ensemble Alraune

LP NovAntiqua NA41

Giudizio artistico 4/5
Giudizio tecnico 4,5/5