Abbiamo intervistato la vedova di Mieczyslaw Horszowski, la quale a ottantasette anni continua a tenere concerti e recital pianistici in tutto il mondo. L’occasione è stata un’esibizione che ha la pianista genovese ha voluto dare presso la casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi di Milano
Si prova sempre una grande grande emozione nell’incontrare dei personaggi che per la loro grande statura artistica sono precisi punti di riferimento nello scenario musicale attuale. Emozione che si prova inevitabilmente quando si conosce un personaggio come Bice Costa Horszowski, la leggendaria pianista genovese, vedova di un’icona del pianismo del Novecento come Mieczyslaw Horszowski. Dopo averla ascoltata nel concerto che ha tenuto presso la casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi di Milano, mi sono intrattenuto con lei. Dopo quasi due ore di musica, Madame Bice aveva ancora tanta energia da scambiare battute con i presenti, oltre a concedermi gentilmente una breve intervista.
Maestro Bice Costa, alla bella età di ottantasette anni riesce ancora a tenere recital pianisticamente impegnativi senza ricorrere agli spartiti, ma suonando a memoria. Evidentemente, la musica, come ha insegnato suo marito, il leggendario pianista polacco naturalizzato americano Mieczyslaw Horszowski, riesce a mantenere giovani!
Certamente la musica mantiene giovani. Io però posso solo suonare a memoria perché ci vedo poco e per via del fatto che ora il mio collo non riesce a stare diritto a lungo.
Che cosa le ha insegnato suo marito a livello musicale e umano, tenendo conto che quando vi sposaste lui aveva già 89 anni, mentre lei ne aveva cinquanta di meno?
Mio marito mi ha insegnato molto anche negli anni precedenti il nostro matrimonio, che è avvenuto nel 1981, anche perché ci siamo conosciuti nel 1956.
Il suo repertorio, come quello di Mieczyslaw Horszowski, è votato a un genere squisitamente classico. Che rapporti ha, invece, con la musica contemporanea, quella nata dalle ceneri della Scuola di Darmstadt? La segue e, soprattutto, le interessa eseguirla?
Mio marito ha eseguito musica contemporanea lungo tutta la sua vita. Io no, ma la ascolto con interesse, anche se non sono tanto attratta dalla Scuola di Darmstadt.
Quali differenze ci sono tra i pianisti del Novecento e quelli delle nuove generazioni di oggi? In che cosa si riconosce in questi ultimi e che cosa, al contrario, non accetta?
Ogni pianista ha una individualità diversa, così come i compositori. Apprezzo chi rispetta la musica e la sa trasmettere.
Al di fuori della sfera musicale che uomo è stato Mieczyslaw Horszowski, colui che è stato definito l’ultimo pianista della scuola ottocentesca?
La personalità di Miecio è ricca, complessa e anche misteriosa. Non si finisce mai di scoprirne nuovi aspetti.
Un’ultima domanda: quali saranno i suoi impegni futuri?
Ai primi di luglio andrò in America per una serie di concerti, perché sono stata invitata al Festival di Marlboro, dove puntualmente da venticinque anni mi invitano e poi a Boston.
Al termine di questa telegrafica chiacchierata, tenuto conto che l’artista aveva subito dopo un altro impegno, che cosa si può dire? Solo una cosa, lunga vita a Bice Costa!
Claudio Rigon