Questo disco rappresenta il viatico non solo per ascoltare un notevole e raffinato programma di musica barocca, ma anche e soprattutto uno strumento ideale per coloro che, desiderosi di addentrarsi nei meandri di questo affascinante periodo musicale e allo stesso tempo intimoriti dalla sua complessità e dalla sua vastità, fanno fatica a individuare e a intraprendere il corretto sentiero nel quale addentrarsi. Un disco che presenta un collage, una raccolta di pezzi di diversi autori, di cui solo due, Girolamo Frescobaldi e Antonio Vivaldi, sono conosciuti dal grande pubblico, mentre gli altri, ossia Dario Castello, Pietro Paolo Raimondo, Giovanni Paolo Cima, Tobias Hume e Michele Mascitti rientrano nel calderone di quei compositori apprezzati dagli specialisti e dagli appassionati di musica barocca. Eppure, questo mix scelto dagli esecutori raccolti nell’Ensemble Chiaroscuro (formato da Fabrizio Haim Cipriani al violino, Antonio Fantinuoli al violoncello e alla viola da gamba, Giangiacomo Pinardi alla tiorba e al liuto e Sirio Restani al clavicembalo), una volta ascoltati i nove brani presentati, ci fa comprendere che la distinzione tra coloro che risultano essere più celebri e gli altri autori che invece non lo sono, di fronte alla bellezza di tutte queste composizioni risulta essere del tutto o quasi ingiustificata.

Semmai, a essere esaltata è la diversità di intenti, le differenti motivazioni che spingono, nel cuore del XVII secolo, un soldato di ventura come lo scozzese Tobias Hume, un duro mercenario con il debole della viola da gamba, a consacrarsi a questo strumento nei momenti in cui non rischia la vita sui campi di battaglia, dando vita a un brano di una soave e melanconica delicatezza qual è Loves farewell; oppure l’abruzzese Michele Mascitti, la cui “Sonata op. 3 n. 10 in la minore” per violino e basso continuo, costruita sull’alternanza dei tempi lento-veloce-lento-veloce non ha nulla da invidiare per peculiarità stilistica, ricchezza espressiva e fascino timbrico alla “Sonata op. 2 n. 3” per violino e basso continuo del ben più famoso Antonio Vivaldi. E ancora la “Sonata a 2” e la “Sonata a violino e violone” di un altro autore poco noto ai più, Giovanni Paolo Cima, vissuto a cavallo tra il XVI e XVII secolo, organista nella chiesa di San Celso a Milano, il cui stile severo e austero rivela il suo ruolo ecclesiale. La mutevolezza di questi stili, ognuno dei quali foriero di sfumature e di accenti differenziati e che devono essere resi al meglio attraverso una lettura che coniughi tecnica, rigore e sensibilità espressiva, trova nell’esecuzione da parte dell’Ensemble Chiaroscuro un preciso punto di riferimento, capace di fornire sempre quelle indicazioni stilistiche atte a percepire i diversi volti dell’universo barocco. Un disco nel quale raffinatezza di intenti, piacevolezza di ascolto e messaggio didattico si fondono idealmente.

La ricostruzione, nello spazio sonoro, dei vari strumenti, grazie a un’accurata presa del suono, permette all’ascoltatore di cogliere le varie sfumature timbriche, anche grazie a una dinamica naturale e a un dettaglio che focalizza puntualmente la tessitura musicale.

Andrea Bedetti

Giudizio artistico: 4/5

Giudizio tecnico: 4/5

AA.VV. – “Baroque enchantment”

Ensemble Chiaroscuro

CD Concerto Classics 2095