Intervista a Carlo Palese, pianista e direttore artistico di “Classica con Gusto”, una rassegna musicale che da otto anni si svolge al Teatro Goldoni di Livorno e che mette a proprio agio artisti e pubblico con una formula che prevede, oltre al concerto, anche un talk show con gli stessi interpreti
Maestro Palese, per quale motivo ha dato vita, otto anni fa, alla manifestazione “Classica con Gusto” al Teatro Goldoni di Livorno?
L’idea era quella di una rassegna musicale pensata con lo scopo di avvicinare un pubblico sempre più vario alla grande Musica. Avevo in mente serate i cui ingredienti fondamentali dovessero essere l’alto livello degli artisti insieme con l’idea di invitare il pubblico a condividere l’atmosfera di un salotto o, come si dice oggi, di un talk show. Parlai di questo progetto con Luca Menicagli, accordatore e appassionato sostenitore di eventi musicali, e con la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno e nacque così “Classica con Gusto”. Anno dopo anno, il successo è stato crescente e ci stiamo avvicinando all’inaugurazione dell’Ottava edizione con una sala già prossima al tutto esaurito.
Il termine “con gusto” non si riferisce a un accostamento della musica con il cibo o con il vino, un binomio che negli ultimi tempi va molto di moda e che ha attecchito da tempo anche nel nostro Paese. Allora, in questo caso, la musica si può “gustare” anche senza solleticare e stimolare il palato…
Anche le nostre serate terminano con un momento conviviale, ma l’idea di “gusto” informa l’intero percorso offerto allo spettatore con l’obiettivo di assottigliare la distanza tra palcoscenico e platea. C’è il gusto di ascoltare l’artista che parla di sé seduto su un divanetto rosso che è diventato ormai il simbolo della nostra rassegna, c’è il momento essenziale del concerto e il dopo-concerto; il rinfresco offerto è l’occasione per rinsaldare il rapporto tra artista e pubblico in un clima rilassato e amichevole.
Ci può illustrare, sempre che effettivamente ci sia, tenuto conto del programma così ricco e variegato, il “filo rosso” che contraddistingue il cartellone della prossima edizione?
Più che di un filo conduttore direi che ho sempre posto particolare cura nel bilanciare le scelte artistiche allo scopo di proporre cose spesso molto diverse tra loro; si avvicendano ascolti più impegnativi ad altri più “popolari”, il repertorio della grande tradizione accanto a contesti musicali meno consueti. Ogni evento deve però esprimere una propria atmosfera; per questo c’è un titolo e assieme agli artisti pensiamo attentamente al programma che disegnerà il contesto della serata.
Che cosa significa organizzare una manifestazione come questa in Italia che, come si sa, non brilla di certo per attenzione e riguardo nei confronti dell’arte e della cultura? Questi otto anni, in tal senso, che cosa le hanno fatto capire?
Mi hanno confermato una convinzione che ho da sempre: la grande Musica è uno scrigno inesauribile di emozioni, ma chiede attenzione e passione per poter offrire i propri doni preziosi. Oggi la “comunità musicale” rischia di assottigliarsi perché sempre più difficilmente la gente si concede il tempo e l’abbandono necessari ad immergersi nel mondo dei suoni. Il rito del concerto quale la Tradizione ci ha consegnato ha un fascino magico ma è giunto il momento di adattarlo, per così dire, ai diversi contesti in cui si fa Musica. Se si indovina la giusta ricetta si è ripagati da un entusiasmo che lascia ben sperare per il futuro. Lo scorso anno dopo un concerto della nostra rassegna uno spettatore mi disse: “Ho assistito a tutti i concerti e ascoltato tanti artisti conversare e poi suonare. Sa cosa ho osservato? Ognuno di loro, suonando, conferma la stessa impressione avuta sentendolo parlare … e ho capito finalmente cosa sia l’interpretazione!”.
E per quanto riguarda la sua attività di interprete? Ci sono progetti discografici e concertistici all’orizzonte?
Ho recital solistici e cameristici. Sto anche lavorando con il violinista Alberto Bologni a un bel progetto discografico riguardante alcuni tesori musicali del repertorio italiano del ‘900. Accanto all’attività concertistica vera e propria amo anche dedicare spazio e tempo a progetti di divulgazione quali seminari e conferenze concerto. Per me far musica è un atto di ”comunicazione” e l’attività di concertista, docente e organizzatore rappresenta diverse declinazioni di un’unica passione. Il mese di gennaio vedrà l’inaugurazione di Classica con Gusto e, contemporaneamente, la nascita di un’importante iniziativa sorta in seno a “Livornoclassica”, una nuova Associazione musicale che ho l’onore di presiedere: il Livorno Piano Competition, un concorso pianistico che si svolgerà proprio nella stessa sala di “Classica con Gusto”, presso la Fondazione Teatro Goldoni, dal 16 al 20 Gennaio. Un serio lavoro organizzativo e la scelta di una giuria di altissimo profilo hanno determinato un successo straordinario di questa manifestazione, con oltre centoquaranta concorrenti provenienti da ogni parte del mondo. È un risultato grandissimo per una prima edizione che ci auguriamo possa crescere negli anni a portare ancora più passione per la Musica nella città in cui vivo.
Andrea Bedetti