Hyperion, 1992: si era ancora quasi agli albori del compact disc e già si sperimentavano i primi titoli filologicamente informati grazie a pionieri come William Christie e Nikolaus Harnoncourt. Tra questi, se pur defilati e un po’ meno noti, figura sicuramente anche The Parley of Instruments, gruppo inglese noto ancora oggi per le pregevoli, se non spesso ottime, interpretazioni di autori del regno unito del Settecento, il quale ha favorito una vera e propria scoperta di un mondo ricchissimo di autori di straordinaria bellezza e di cui solo poche figure, come Händel, sono oggi veramente note al grande pubblico. Riascoltare oggi questo disco è non solo una gioia per le orecchie, ma anche rivelatore di un’assoluta stella della musica del primo Settecento, ben prima che proprio lo stesso Händel stabilisse un primato mediatico basandosi su quelli che erano stati i grandi autori del passato, arrivando ad affermare che questi lavori stanno agli oratori del grande sassone come le opere di Marlowe stanno a quelle di Shakespeare. Una diretta affiliazione di stile e sentire che sancisce per certi aspetti una sorta di anima e gusto britannico con cui poi il compositore di Halle ebbe gioco facile a riallacciarsi.

Il disco si concentra sulle composizioni dell’autore eseguite e, in alcuni casi, tutt’oggi in repertorio, alla Cattedrale di St. Paul a Londra, fornendo un panorama della qualità sia melodica che armonica dell’autore da non essere seconda a nessuno nella sua epoca. Come ribadito sopra, in molte pagine è molto facile capire da dove le pagine corali degli oratori händeliani e di altri autori contemporanei, hanno preso diretto modello e spunto per poi evolversi in uno stile ancora più compiuto e coeso che sfocerà grazie anche ad Arne e a Boyce con i grandi inni della musica inglese dell’Ottocento. Insomma, un disco fondamentale per chi avesse intenzione di comprendere la realtà musicale inglese del primo XVIII secolo e consigliato a tutti coloro che vogliono chiudere gli occhi immaginando le volte della cattedrale londinese riempite da uno dei suoi più raffinati e potenti autori.
Edmondo Filippini

William Croft (1678-1727) – William Croft at St Paul’s
St Paul’s Cathedral Choir – Parley of Instruments – John Scott
CD Hyperion CDA 66606