Il capolavoro incompiuto di Puccini è il primo titolo che verrà rappresentato per il cartellone invernale della Stagione Lirica di Padova 2019 al Teatro Verdi, con la regia di Filippo Tonon e la direzione orchestrale di Alvise Casellati, in un allestimento, quello del Teatro Nazionale di Maribor, in cui l’anima della “principessa di ghiaccio” viene psicologicamente «vivisezionata», come fu nelle intenzioni del grande compositore di Torre del Lago
Quella in programma venerdì 25 ottobre 2019, alle ore 20.45, e Domenica 27 ottobre 2019, alle ore 16.00, al Teatro Verdi di Padova sarà una versione assai intrigante della Turandot, il capolavoro incompiuto di Puccini, con la visionaria regia di Filippo Tonon, nell’allestimento del Teatro Nazionale di Maribor, e con la direzione di Alvise Casellati. D’altronde, lo stesso compositore toscano in una lettera scrisse che la sua ultima e sofferta opera era in fondo «Una Turandot attraverso il cervello moderno», con il preciso scopo di dare un taglio del tutto particolare, “novecentesco”, al libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, tratto dall’enigmatica fiaba settecentesca di Carlo Gozzi, il cui nodo centrale è proprio la psicologia di Turandot, la principessa cinese dal cuore di pietra, personaggio complesso e contraddittorio per il quale Puccini sviluppò una vera e propria ossessione fino a volerne letteralmente, sue testuali parole, «vivisezionare l’anima».
Turandot è quindi il primo titolo per il cartellone invernale della Stagione Lirica di Padova 2019, organizzata e prodotta dal Comune di Padova – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto e la Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto. Oltre alla regia di Filippo Tonon e al direttore Alvise Casellati, che dirigerà l’Orchestra, il Coro e il Ballo del Teatro Nazionale di Maribor, ci saranno in scena sul palcoscenico padovano grandi nomi della lirica internazionale e giovani talenti dando vita a un mix del tutto particolare: nel ruolo della “principessa di ghiaccio” il giovane soprano australiano Rebeca Nash, voce di notevole peso e potenza, mentre l’imperatore Altoum sarà interpretato dal tenore Antonello Ceron, il vecchio cieco Timur sarà il basso Abramo Rosalen, il principe Calaf, scioglitore degli enigmi di Turandot, sarà il tenore americano-uruguaiano Gaston Rivero, Liù, la serva innamorata, che sacrificherà la vita per lui, sarà interpretata dalla giovane piemontese Erika Grimaldi, soprano lirico puro, dal timbro caldo, limpido e cristallino; completeranno il cast Leonardo Galeazzi, Ping, Emanuele Giannino, Pang, Carlos Natale, Pong, Cristian Saitta, Mandarino, Tiberiu Marta, il principe di Persia.
L’ambientazione originale dell’opera, in una Cina lontana e «al tempo delle favole», sarà rispettata, ma la scena verrà trasfigurata da un velo di sogno, i contrasti risulteranno più aguzzi e gli elementi di scenografia saranno rimescolati in un gioco combinatorio che rispecchia il macchinare continuo dell’animo della protagonista. Ci sembrerà di essere dentro la mente di Turandot: una mente scura in cui luccicano le insegne del potere e gli ornamenti della ricchezza, ma anche le lame della spada con cui la crudele principessa fa decapitare i suoi pretendenti dopo averli sottoposti a prove impossibili da superare. Una mente che verrà resa non solo attraverso la regia tragica e onirica di Tonon, ma anche con la direzione di Alvise Casellati, il quale a quasi quarant’anni ha voluto lasciare la professione di avvocato di successo a New York per calarsi nei panni di direttore d’orchestra, poiché la musica è sempre stata al centro della sua vita.
Una regia e una direzione, dunque, che mirano a indagare «il grande meccanismo della mente umana» che Puccini, Adami e Simoni hanno voluto rappresentare nella Turandot, indagando nell’inconscio, che nella ricostruzione scenica viene simboleggiato come una fabbrica buia e piena di macchine che producono, distruggono, si guastano e si connettono a formare macchine più grandi. “Meccanismo della mente umana” che nell’opera è presente anche sotto l’aspetto dell’apparato sociale reso da editti imperiali, riunioni di saggi, enigmi impossibili e patiboli d’esecuzione che la “principessa di ghiaccio” mette in piedi per distruggere qualunque uomo desideri sposarla. Un gioco inesorabile e drammatico che s’inceppa solo quando il giovane Calaf, principe in incognito, riesce a superare le prove, ma che continua a funzionare in termini invertiti grazie alla “rivincita” voluta da Turandot, a cui Calaf chiede di scoprire la sua vera identità, sicuro che non le verrà rivelata: non per nulla il testo di “Nessun dorma”, l’aria più famosa dell’opera, recita: «Il mio mistero è chiuso in me / il nome mio nessun saprà!».
In quest’occasione, Alvise Casellati proporrà il celebre finale scritto da Franco Alfano, che ultimò la Turandot nel 1926, una compiutezza che andò a sfidare l’incompiutezza non solo formale, ma anche interpretativa dell’opera, la sua stessa messa in scena, in cui si evidenzia, ineluttabilmente, le difficoltà di rendere la progressiva metamorfosi di Turandot e la sua improvvisa apertura alla vita.
Andrea Bedetti
Teatro Verdi, Padova
Venerdì 25 ottobre 2019, ore 20.45
Domenica 27 ottobre 2019, ore 16.00
Turandot, opera in tre atti e cinque quadri
Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni
Musica di Giacomo Puccini
Personaggi e interpreti:
Turandot, Rebeca Nash
L’imperatore Altoum, Antonello Ceron
Timur, Abramo Rosalen
Calaf, Gaston Rivero
Liù, Erika Grimaldi
Ping, Leonardo Galeazzi
Pang, Emanuele Giannino
Pong, Carlos Natale
Mandarino, Cristian Saitta
Il principe di Persia, Tiberiu Marta
Orchestra coro e ballo del Teatro Nazionale di Maribor
Maestro concertatore e Direttore d’orchestra: Alvise Casellati
Regia, scene e luci: Filippo Tonon
Costumi: Cristina Aceti
Allestimento Teatro Nazionale di Maribor
Per informazioni:
Biglietteria Teatro Verdi: tel. 049/87770213
Comune di Padova – Settore Cultura Turismo Musei e Biblioteche
Servizio Manifestazioni e Spettacoli
049 8205611-5623