Tra gli innumerevoli spunti e stimoli di interesse, quando si ascoltano Le nozze di Figaro di Mozart, vi è sicuramente quello che riguarda il personaggio di Cherubino, il paggio del Conte d’Almaviva, il quale anche se, apparentemente, non è al centro della narrazione scenica degli eventi proposti dall’intreccio sviluppato dal librettista Lorenzo Da Ponte, colpisce per la sua innocenza e per una carica istintiva di simpatia che provoca nell’ascoltatore stesso, sia grazie alle arie di cui è direttamente protagonista, a cominciare dalla celeberrima arietta Voi che sapete che cosa è amor, presente nel secondo atto, sia quando sono gli altri personaggi a occuparsi di lui e a descriverlo, anche in modo ironico, come fa Figaro alla fine del primo atto in quella che resta una delle arie più famose e immortali di tutta la storia dell’opera, Non più andrai, farfallone amoroso.
Ora, una raffinata studiosa e pianista italiana, Cinzia Dichiara, ha voluto dedicare un denso e stimolante saggio proprio al personaggio di Cherubino, intitolato Voi che sapete – Il personaggio di Cherubino ne “Le nozze di Figaro” (edito da LIM), focalizzandolo non solo all’interno del capolavoro operistico mozartiano, ma individuando, circoscrivendo ed evidenziando le sue peculiarità in rapporto alla cultura teatrale e letteraria dell’epoca, a cominciare dal Cherubino presente nell’omonima opera teatrale di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, da cui Mozart e Da Ponte trassero poi spunto per creare Le nozze di Figaro. Un libro che, proprio partendo dal fatto di situare Cherubino sotto una nuova luce, permette al lettore e all’ascoltatore di poter poi affrontare l’opera lirica in questione in un modo del tutto diverso, in quanto l’autrice, partendo da un’attenta e approfondita analisi storica, letteraria e sociale del personaggio incarnato dal paggio, dà modo di assimilare le dinamiche e le strutture portanti de Le nozze di Figaro, riequilibrando i pesi e i contrappesi e i rapporti tra i vari personaggi, a cominciare dal “triangolo” Conte di Almaviva-Susanna-Figaro, in quanto è proprio la figura di Cherubino a rappresentare la chiave di volta per dipanare e decodificare pienamente il valore e l’innovativa profondità di questo capolavoro musicale.
Sì, perché come dimostra la riflessione di Cinzia Dichiara, è Cherubino, sebbene posto marginalmente rispetto al susseguirsi frenetico della “folle giornata”, ad essere, se si vuole usare un raffronto cosmologico, la “cometa di Halley” dell’opera, in quanto la sua presenza, ma sarebbe più corretto definirla la sua irruzione, nel contesto del lavoro musicale si materializza allorquando l’intreccio dev’essere rivitalizzato a livello di spunti, di gag, di sprazzi comici, intervenendo di conseguenza sulla spinta inerziale data dagli altri personaggi. Insomma, Cherubino è il provvidenziale “motorino perpetuo” de Le nozze di Figaro, l’elemento spiazzante, apertamente destabilizzante, la cui presenza altera, modifica, muta l’andamento dei fatti e il comportamento degli altri personaggi. E qui, si apre inevitabilmente una pletora di raffronti e di paragoni con personaggi che appartengono sia all’universo mozartiano, sia a quello artistico-culturale che va dalla seconda metà del Settecento fino a lambire i confini temporali dell’Ottocento.
Per quanto riguarda il primo aspetto, se riflettiamo con attenzione le similitudini e le comparazioni si evidenziano con il successivo Don Giovanni (Le nozze di Figaro furono composte tra il 1785 e la prima metà dell’anno successivo, mentre il Don Giovanni risale al 1787); se Cherubino è un seduttore che rompe gli schemi preposti insidiando le donne altrui e alla fine, oltre ad essere perdonato, strappa sempre un moto di simpatia in chi assiste all’opera, grazie alla sua purezza e alla sua inconsapevolezza (le stesse di cui sarà intriso, su ben altri livelli e altre sfere, il Parsifal wagneriano), è anche vero che Mozart trasforma tale strumento della seduzione, mutando l’innocenza in crudeltà, nel personaggio di Don Giovanni, mostrandone, come fa d’altronde Shakespeare con i personaggi delle sue commedie e dei suoi drammi, l’alter ego, l’altro, il fatidico e ineluttabile Doppelgänger (è proprio nel cuore del Settecento che la figura del “doppio” prende avvio per poi esplodere nell’arte letteraria, teatrale e musicale dell’Ottocento, divenendo elemento archetipo del romanticismo europeo e in particolar modo di quello tedesco). E, allo stesso tempo, se Cherubino ne Le nozze di Figaro, rappresenta l’irruzione dell’elemento perturbante, destabilizzante, risultando un’anomalia a dir poco indispensabile per dare fuoco alla “folle giornata”, è altresì vero che il personaggio che gli sta diametralmente opposto in chiave antropologica e psicologica nel Don Giovanni è quello di Leporello (anch’egli posto in un contesto marginale della trama, ma di fondamentale importanza nei meccanismi di “rimessa in moto” dell’azione scenica e di quella musicale), votato al contrario nell’incarnare la figura stabilizzante, calmierante, che cerca di lenire, di affievolire, di smorzare, di abbozzare l’entità degli eventi e delle reazioni provocati dal cinico e spietato seduttore, ossia dal suo padrone.
Cherubino, quindi, è una figura che all’interno dell’universo mozartiano, è preposto a creare sconquasso, poiché è proprio nell’alterazione (nel significato squisitamente latino del termine) che il divino salisburghese può attingere e mutare, descrivere e provocare, approfondire e provocare. Ma, al di fuori di Mozart, Cherubino a ben vedere continua a esistere a livello di archetipo, in cui innocenza e alterazione convivono più o meno felicemente, anche in altre realtà artistiche e culturali: si pensi, in chiave di prospettiva letteraria al personaggio del Semplicissimus di Hans Jakob Christoffel von Grimmelshausenal, che risale alla seconda metà del Seicento, e poi al Candide di Voltaire in pieno illuminismo, così come al Peter Schlemihl di Adelbert von Chamisso nel cuore del romanticismo. Perché questi personaggi non fanno altro che manifestare in altre situazioni e attraverso altre finalità ciò che è Cherubino ne Le nozze di Figaro, ossia delle figure stranianti che agiscono controcorrente, elementi à rebours il cui fine, inconsapevolmente, è di rappresentare un fattore straordinario che è portato a minare tutto ciò che è ordinario.
Merito quindi di Cinzia Dichiara nell’aver saputo far emergere e circoscrivere le peculiarità di un personaggio, come quello del paggio seduttore, la cui struttura, la cui portata e le cui finalità lo fanno ergere a elemento portante di una delle opere fondamentali e irrinunciabili di tutto il teatro musicale occidentale.
Andrea Bedetti
Cinzia Dichiara – Voi che sapete – Il personaggio di Cherubino ne “Le nozze di Figaro”
LIM, 2017, pp. 226
Giudizio artistico 5/5