Il genere dell’opera buffa italiana del Settecento e del primo Ottocento ebbe sempre un grandissimo successo all’estero, soprattutto nei Paesi di lingua tedesca, per via della sua melodia e delle sue arie accattiventi, che attecchivano facilmente nella fantasia degli ascoltatori dell’epoca. Un esempio eclatante, in tal senso, è rappresentato dall’opera musicale di Giovanni Paisiello, che dalla natìa Taranto divenne una stella europea di prima grandezza, al punto da diventare il compositore preferito dapprima della zarina Caterina la Grande, poi di Napoleone Bonaparte e infine di Ferdinando IV di Napoli. Tanto per intenderci, Paisiello fu l’autore di quel “Barbiere di Siviglia”, composto a San Pietroburgo tra il 1782 e il 1784, che ottenne un clamoroso successo in tutta Europa e che spinse anni dopo Rossini a riproporlo sempre in chiave buffa. Proprio nel 1784, Paisiello svolse il suo compito di compositore di corte presso l’imperatore Giuseppe II a Vienna, trascorrendo un breve periodo di tempo nella capitale asburgica. Un lasso di tempo che gli permise di diventare famosissimo al punto che un’aria di una delle sue opere più famose, “Nel cor più non mi sento”, tratta da “L’amor contrastato, ossia La molinara”, divenne ben presto un vero e proprio “tormentone”, tanto che diversi compositori dell’epoca, compreso il sommo Beethoven, pensarono bene di sfruttare il successo di quel brano per scriverne delle variazioni da piazzare sul mercato dell’editoria musicale.

Variazioni musicalmente non troppo impegnative, visto che erano destinate ai palati facili degli esecutori dilettanti, anche a chi non era in grado di poter eseguire queste partiture avvalendosi di costosi strumenti ad arco. Ecco perché lo stesso Beethoven, insieme con altri compositori di vaglia di quel periodo, tra i quali Bartolomeo Bortolazzi, Johann Nepomuk Hummel, Mauro Giuliani e Johann Baptist Wanhal, ossia i protagonisti di questo CD, cercarono di incentivare possibili acquirenti delle loro variazioni sull’aria di Paisiello, scrivendole per fortepiano, mandolino e chitarra, visto che questi due ultimi strumenti potevano essere comprati a prezzi assai modici a quell’epoca. Da qui, le “Variazioni in sol maggiore” di Bortolazzi, previste proprio per mandolino e chitarra, e quelle di un grande compositore per chitarra, come fu Giuliani, per questo strumento e fortepiano, fino alle opere dedicate da Beethoven, su cui spiccano le due Sonatine in do minore per mandolino e fortepiano e le Sei variazioni in sol maggiore per fortepiano, queste ultime sempre dedicate all’onnipresente aria di Paisiello. Più che buona l’esecuzione dei tre interpreti, su cui primeggia la lettura di Michael Tsalka, che utilizzano dei meravigliosi strumenti originali dell’epoca (un mandolino costruito da Pilade Mauri nel 1850, una chitarra realizzata da Carlo Guadagnini nel 1812 e uno straordinario fortepiano di Joseph Böhm risalente al 1820 circa).

Più che discreta la presa del suono, il cui attento posizionamento della microfonatura ha permesso di cogliere il tenue suono dei tre strumenti, facendo in modo che nell’equilibrio tonale, nessuno prendesse timbricamente il sopravvento sugli altri.

Andrea Bedetti

Giudizio artistico: 3/5

Giudizio tecnico: 4/5

AA.VV. – “Paisiello in Vienna”

Alon Sariel (mandolino) – Izhar Elias (chitarra) – Michael Tsalka (fortepiano)

CD Brilliant 95301