Mi dispiace, ma forte del repetita iuvant, dopo l’ascolto del doppio CD Asymmetric Thought - Italian Music for Guitar and Electronics pubblicato dalla Da Vinci Classics (se vi chiedete per quale ragione recensiamo sulle pagine della rivista diverse registrazioni di questa etichetta è per il semplice fatto che produce un numero consistente di titoli che sono scevri dai tentacoli della banalità e dell’ovvietà, cosa che non può essere vera per altre labels), non posso che ribadire un principio che però sovente viene dimenticato, vale a dire che per considerare e apprezzare la musica contemporanea bisogna conoscere e amare la musica antica.
Nel caso specifico di questa incisione, l’asse antico-contemporaneo si basa sulle precise e stimolanti scelte fatte dal chitarrista Davide Ficco, il quale, partendo da un brano cardine, la Fantasia XVI nel quinto e sesto tono per vihuela de mano composta dal musicista spagnolo Luis de Milán, un nome leggendario per i cultori della musica chitarristica vissuto nel XVI secolo, ha voluto imbastire un percorso ardito e audace, proponendo diciannove brani altrettanti autori italiani viventi, tra cui uno dello stesso chitarrista torinese, in cui la chitarra assurge a elemento collante di continuità temporale con la visione musicale antica, ma la cui connotazione attuale allo stesso tempo crea un elemento a-simmetrico con il passato, in quanto in questi brani lo strumento a corde si confronta con la presenza di suoni creati da apparati elettronici, che fanno ormai parte del presente/futuro della musica colta odierna, con il risultato di modificarne/alterarne la consueta caratura espressiva. Così, il classico, pur continuando a garantire una proiezione tradizionale attraverso il messaggio che vuole diffondere, non è più tale nella sua intrinseca attuazione, ma a-simmetricamente si pone in alterità, disgiungendosi da un passato che viene sostituito, e qui sta il denominatore comune tra tutti i brani presentati, da un presente/futuro che re-interpreta il passato stesso.
Ed è questo il filone tracciante, la linea di demarcazione che deve guidare l’ascolto, un ascolto decisamente impegnativo ben inteso, perché le pagine qui presentate sono contrassegnate da una costruzione compositiva che dev’essere decodificata tenendo a mente proprio la Fantasia di Luis de Milán, quasi fosse una bacchetta da rabdomante, la quale avverte le vibrazioni emesse da una musica che ha come punto di partenza il concetto dell’indicazione dei tempi interpretativi, ossia la qualificazione e quantificazione del segno musicale che il compositore rinascimentale spagnolo espone nella prefazione del volume El Maestro (risalente al 1535-36), di cui fa parte la Fantasia in questione, nella quale sono esemplificati tutti quei passaggi in cui la musica deve rallentare o accelerare, a seconda di come devono essere espresse le ornamentazioni presenti nelle opere incluse in quella raccolta.
Ed è partendo da queste indicazioni concepite nell’opera di Luis de Milán che si sviluppa il filo conduttore di tutto il doppio CD, in cui il concetto dell’indicazione, della qualificazione, della quantificazione viene espresso attraverso il rapporto che si viene a creare tra chitarra e suoni elettronici, a cominciare dal brano che si ricollega idealmente e di fatto alla Fantasia del compositore spagnolo, ossia Consonancias y Redobles di Azio Corghi, pezzo che ne estrapola frammenti per poi sezionarli, ampliarli, irradiarli, distorcerli e plasmarli attraverso la lente di ingrandimento del linguaggio che il musicista piemontese elabora ad libitum. Da qui prende avvio il sentiero dell’a-simmetricità, di un dipanarsi sonoro in cui il parallelismo non allineato tra ciò che è stato proposto nel passato passa attraverso il setaccio di ciò che è proposto nel presente/futuro di una musica che, ancora prima di essere “concepita”, viene “intuita”; è come se la teoria della sincronicità junghiana venisse adattata in funzione del suono e non del segno/azione (è qui che un altro autore preso in considerazione nell’incisione, Gianluca Verlingieri, prende in esame con il suo brano, anch’esso intitolato Consonancias y Redobles, sia la medesima composizione di Luis de Milán, sia la ri-proposizione/attuazione di quella di Corghi, sincronicizzando di fatto la struttura primigenia con quella derivata, per dare vita a una “terza via” in cui la dimensione del suono, nel suo distinguersi ed attuarsi, si materializza in un continuo richiamo/distacco da ciò che lo precede).
Un’altra caratteristica dei brani proposti in questa registrazione (nella quale lo zoccolo duro è formato da autori delle ultime generazioni, come Simone Conforti, Alessandro Sciaraffa, Mirko Andreoli, Sergio Bertani, Giorgio Zucco, nati dagli anni Settanta in poi) è che il loro manifestarsi si concretizza nel solco di una precisa tradizione che parla il linguaggio della classicità (e di cui, ovviamente, le Consonancias rappresentano il “totem indicativo”), senza dover forzatamente dare l’impressione di un com-porre pour épater le bourgeois, ma al contrario per pro-porre un possibile arricchimento creativo che è ossequioso di ciò che è stato fatto indietro nel tempo, in epoche remote, a differenza di ciò che è accaduto negli anni in cui sono nati questi compositori, quando distruggere e denigrare equivaleva e aveva lo stesso significato di costruire e rispettare. Ciò assume un valore più importante e formativo nel momento stesso in cui ci si rende conto che, a parte il “brano-impronta” di Luis de Milán e quello di Corghi, che fa da tramite, da collegamento e base di lancio, tutti quelli proposti in Asymmetric Thought - Italian Music for Guitar and Electronics sono stati scritti a partire dalla prima decade del nuovo millennio, in cui predomina ancora l’attualità del momento più che la testimonianza di un momento (anche se il brano che dà il titolo all’incisione, frutto di Stefano Giorgi, sembra a tratti riecheggiare uno dei momenti più sperimentali della musica rock degli anni Settanta, quel No pussyfoofing, frutto della lucidità visionaria di Brian Eno e Robert Fripp).
Va da sé che questo doppio CD è il tipico disco per tutti e per nessuno, ma che non deve essere preso in considerazione solo per il suo indirizzo specialistico-chitarristico, quindi puramente strumentale, poiché il suo essere strumento ha una portata indubbiamente più vasta, più articolata, segno (l’ennesimo) tangibile di un processo creativo in perenne mutazione, pur nella sua illusoria fissità. D’altronde, come ripeteva sovente Luciano Berio (cosa che viene ricordata anche nelle note di accompagnamento) per studiare un brano musicale bisogna scriverne uno nuovo, poiché solo l’atto del creare può illuminare e scontornare il già creato. Cosa che Asymmetric Thought - Italian Music for Guitar and Electronics riesce a fare in modo più che egregio, trovando in Davide Ficco l’elemento unificatore per eccellenza, testimone entusiasta e appassionato capace di trasporre esemplarmente le asperità, le quasi impossibili fattività gestuali di un atto musicale che più disparato e diversificato non potrebbe essere visto che prende in oggetto diciannove autori diversi, i quali, tra cui lo stesso Ficco, hanno appositamente scritto e si sono confrontati con il linguaggio a-simmetrico chitarra/electronics per poter dare attuazione a questa registrazione.
Ciò significa che si ha ben chiara la definizione e la conseguente rappresentazione della materia sonora, la sua proposizione e la sua ricostruzione interpretativa, vuol dire essere per davvero “uno, nessuno e centomila” nel senso più identificativo, quindi un esecutore in grado di raggrumare idealmente le dispersive sementi proposte mediante un approccio che è fatto di totale incarnazione del suono che si produce e che dev’essere necessariamente “ambientato” e “strutturato” in totale simbiosi con l’impulso dato dagli elementi elettronici, confronto simmetrico di un percorso a-simmetrico.
Tranne due brani, tutti gli altri sono stati registrati presso la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Cuneo, con un’attrezzatura tale, come si può leggere nel booklet, da garantire la necessaria costruzione/riproduzione di un suono che necessita di una spazialità sopra le righe per essere colto nella sua essenza. E, in effetti, il palcoscenico sonoro nel quale si viene a trovare Davide Ficco è un’affascinante scatola sonora creata da una dinamica più che apprezzabile, anche se in questo caso parlare di equilibrio tonale e di dettaglio, tenuto conto della creazione artificiale fornito dagli electronics, non ha alcun senso.
Andrea Bedetti
AA.VV. - Asymmetric Thought - Italian Music for Guitar and Electronics
Davide Ficco (chitarra)
2CDs + DVD Da Vinci Classics C00318