Due nuove iniziative discografiche a cura della Bru Zane Label ci permettono di gettare una nuova luce, o quantomeno di fissare meglio alcuni punti, relativamente al genere della mélodie e della chanson nella musica francese della seconda metà dell’Ottocento. Iniziative che si concentrano, rispettivamente, a ventidue Mélodies orchestrali di Jules Massenet (Songs with Orchestra, con l’Orchestre de chambre de Paris, diretta da Hervé Niquet, e con la presenza dei soprani Nicole Car, Jodie Devos, Véronique Géns e Chantal Santon Jeffery, del tenore Cyrille Dubois e del baritono Étienne Dupuis) e al ciclo completo delle Chansons e dei Duos di César Franck (Complete Songs and Duets, con il baritono Tassis Christoyannis e il soprano Véronique Géns accompagnati al pianoforte da Jeff Cohen).

Colpisce il fatto che la maggior parte delle ventidue Mélodies di Massenet (a queste bisogna aggiungere anche tre deliziosi intermezzi musicali) siano una prima registrazione assoluta, soprattutto se si tiene conto del fatto che il compositore di Saint-Étienne è noto proprio per la sua attività di operista di vaglia, capace di dare vita nel corso della sua attività a più di trenta lavori teatrali, su cui spiccano titoli come Manon, Le Cid, Werther, Thaïs e Don Quichotte; eppure, il repertorio delle Mélodies di Massenet (che ammonta a circa mille brani) a tutt’oggi rappresenta, come viene spiegato dettagliatamente nel sontuoso libretto di accompagnamento, uno scrigno ancora celato, messo ingiustamente in ombra dai capolavori operistici e di cui, come si può ascoltare, i brani presentati in questa registrazione sono in fin dei conti delle “micro-opere” perfettamente conchiuse nella loro lussureggiante essenzialità.

La cover del disco Bru Zane Label dedicato alle Chansons orchestrali di Jules Massenet.

D’altronde, il marchio di fabbrica del compositore francese è dato da due aspetti ben distinti, da una parte la capacità di esaltare il tessuto melodico della scrittura e, dall’altra, le proprietà, a volte geniali, dell’orchestrazione. Quindi, va da sé che al di là della compiutezza formale che si può riscontrare nei capolavori operistici, queste mélodies possono essere considerate come un ideale biglietto da visita per entrare in contatto con la visione musicale di Massenet. Mélodies che sono dei gioielli incastonati e che possono essere considerati alla stregua di dipinti, di schizzi musicali in grado di incarnare molteplici sfaccettature psicologiche della società francese del tempo, rappresentando così aspetti drammatici, sentimentali, struggenti, ironici, nostalgici e perfino comici, il tutto irrorato da autentici affreschi orchestrali, le cui sfumature e i cui colori dati dal sapiente uso strumentale non sono certo inferiori a quelli del coevo Čajkovskij (prendo, ad esempio, gemme come Soeur d’election, Les fleurs e un pastello deliziosamente “barocco” quale Marquise).

Il compositore francese Jules Massenet.

Personalmente, l’ascolto di queste melodie mi ha fatto tornare in mente i dipinti di quell’impressionista così “realista” che è stato Gustave Caillebotte, capace di restituire delle incantevoli “fotografie” della Parigi e dei suoi abitanti, quella rivoluzionata urbanisticamente dal barone Haussmann: colori e forme che comunicano un’irresistibile lietezza, una leggerezza volumetrica che viene esaltata dalla pastosità dei colori fissati in una trasognata profondità dei panorami, degli scorci e con uomini e donne idealmente inseriti in essi, un’armonia straordinaria, come farà decenni dopo il cinema di Frank Capra con le sue delicate commedie moralistiche.

Strada di Parigi in un giorno di pioggia, uno dei dipinti più famosi di Gustave Caillebotte, risalente al 1877.

Tutte le voci in capitolo (soprattutto quelle femminili) riescono a rendere assai bene queste Mélodies, con le debite sfumature, restituendo i caratteri (diversi testi sono poesie di Victor Hugo) e le inflessioni che le caratterizzano, così come la precisa e appassionata direzione di Hervé Niquet permette a ognuno di questi “quadri” di emergere in tutta la loro bellezza evocativa (un plauso va anche alla compagine orchestrale parigina, evidentemente a proprio agio con le partiture).

La cover del doppio CD Bru Zane Label con l'integrale delle Chansons e dei duetti di César Franck.

Chi conosce e apprezza il César Franck compositore e organista, oltre che raffinato indagatore della musica strumentale cameristica, resterà piacevolmente sorpreso dall’altra registrazione della Bru Zane Label dedicata all’integrale delle sue Chansons e ai duetti con accompagnamento pianistico. Attingendo a versi di poeti come, tra gli altri, Alfred de Musset, Victor Hugo, François-René de Chateaubriand, Alphonse Daudet e Alexandre Dumas, il compositore belga naturalizzato francese dimostra anche di essere un ottimo plasmatore di canzoni create sul solco di un appassionato e nostalgico afflato romantico. I due dischi presentano così l’intero corpus che inizia con la chanson Robin Gray e il duetto Le Sylphe, entrambi risalenti al 1843 (con Franck poco più che ventenne) e che si conclude con il meraviglioso Les Cloches du soir e con il duetto La Procession del 1889 (ossia un anno prima della sua morte), passando attraverso al ciclo dei Six Duos del 1888.

Il musicista belga naturalizzato francese César Franck.

All’ascolto, è indubbio che Franck privilegi la caratterizzazione delle voci, giocando sulle sfumature dei registri, approfondendo la ricercatezza delle inflessioni, esaltando, in breve, la musicalità che la lingua francese riesce a sprigionare, a scapito della dimensione pianistica, la quale quasi sempre si limita a un discreto accompagnamento. Tassis Christoyannis e Véronique Géns, con la loro appassionata interpretazione, dimostrano di essere ai vertici dell’arte canora di matrice francese, con il primo che riesce a dominare le tessiture più ardite senza mai mettere in difficoltà il sontuoso velluto del suo registro, mentre la seconda si trova sempre a suo agio, nonostante che Franck dipani per il soprano arditezze nel registro acuto. Più che affidabile la prova di Jeff Cohen al pianoforte, mai sopra le righe.

Entrambe le registrazioni vantano un’ottima presa del suono, con una dinamica precisa, energica e scevra da colori artificiosi; allo stesso modo, la ricostruzione del palcoscenico sonoro è corretta, con voci e strumenti posti a una discreta profondità al centro dei diffusori. Anche l’equilibrio tonale e il dettaglio sono allo stesso livello di eccellenza, permettendo un piacevole ascolto senza affaticamento.

Andrea Bedetti

Jules Massenet – Songs with Orchestra

Nicole Car-Jodie Devos-Véronique Géns-Chantal Santon Jeffery-Cyrille Dubois-Étienne Dupuis-Orchestre de chambre de Paris-Hervé Niquet

CD Bru Zane Label BZ2004

Giudizio artistico 4/5
Giudizio tecnico 4/5

César Franck – Complete Songs and Duets

Tassis Christoyannis (baritono) - Véronique Géns (soprano) - Jeff Cohen (pianoforte)

2CD Bru Zane Label BZ2003

Giudizio artistico 4/5
Giudizio tecnico 4/5