La musicista e didatta veronese, che ha recentemente dedicato una registrazione discografica ai Ricercari di Ottavio Bariolla, ci parla in questa intervista della sua passione per la musica d’organo del XVI secolo e del suo prossimo disco con opere del compositore monacense Franz Xaver Anton Murschhauser
Maestro Manfrè, quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a registrare i Ricercate per organo di Ottavio Bariolla? E quali sono le peculiarità che contraddistinguono i dodici brani di questa raccolta?
Mi ha incuriosito il tipo di scrittura di questi Ricercari, la densità ritmica e tematica, che denota a mio avviso la volontà da parte del compositore di esplorare nuove soluzioni musicali. Non è una lettura semplice e la composizione non si rivela già ad un primo sguardo ma, una volta trovata la chiave, il risultato è stupefacente.
In che contesto vive e agisce Bariolla nella Milano della seconda metà del Cinquecento? Al di là delle scarne informazioni che abbiamo su di lui, le ultimissime ricerche, soprattutto quelle da lei fatte, ci permettono di avere altre notizie sulla sua vita?
Possiamo immaginare che Ottavio Bariolla, proprio per le mansioni musicali che ha svolto, fosse a contatto con i maggiori musicisti attivi all’epoca a Milano. Le fonti disponibili ne citano alcuni espressamente: Ruggero Trofeo, Agostino Sodarino, Ludovico Barretta e Giovanni Paolo Cima, che è stato tra l’altro il suo successore come organista del duomo. Importanti sono state anche le sue conoscenze in ambiente organario, in particolare con esponenti della famiglia Antegnati. Naturalmente, sarebbe interessante sapere quali sono stati i suoi maestri e quali i suoi allievi. Proprio in seguito all’uscita del mio CD, sono stata contattata dal maestro Federico Terzi, organista della basilica Notre Dame di Ginevra, il quale mi ha rivelato che è in corso di pubblicazione un suo studio sul contesto organario e organistico del Duomo di Milano tra fine ’500 e inizio ’600, che presenta anche alcuni documenti su Bariolla in grado di definire meglio il suo contesto biografico. Attendo dunque con ansia novità in merito!
Quali sono altri compositori e organisti appartenuti al tempo di Bariolla che meriterebbero una fama maggiore e la cui musica dovrebbe essere registrata ed eseguita con più frequenza?
Quelli poco sopra citati, per esempio, potrebbero sicuramente darci altre soddisfazioni. Fermo restando, ovviamente, che non tutto quello che viene riscoperto è automaticamente interessante e meritevole di divulgazione. Qui è l’attività di ricerca che deve fare il suo corso e giungere a determinate conclusioni.
Lei da tempo vive e lavora come musicista in Austria. La domanda, a questo punto, è inevitabile: com’è il rapporto tra realtà sociale e musica colta in quel Paese? La sua fruizione risulta essere ancora avvantaggiata rispetto a quella, a dir poco miserevole, che esiste in Italia, oppure anche a Vienna e nei principali centri qualcosa sta cambiando in peggio?
È difficile rispondere in breve a questa domanda, la questione è complessa e, secondo me, non è nemmeno giusto fare confronti “spiccioli”, dato che le realtà in questione sono basate su sistemi e mentalità completamente differenti. Lo so che noi Italiani siamo affetti da sempre da un’inguaribile esterofilia, spesso però ingiustificata. Non è tutto oro quel che luccica altrove e non è tutto negativo quello che succede a casa propria. Questo dovremmo impararlo al più presto. Un mito almeno cercherò di sfatare: non è vero che qui tutti sanno leggere la musica, che tutti sanno suonare uno strumento e che la musica si insegna in tutte le scuole. Sono leggende. Una maggiore sensibilità verso la Cultura, anche musicale, esiste sì, ma se si parla di contesti urbani e di determinate categorie sociali. Per il resto, anche qui i musicisti si devono rimboccare le maniche per bene, soprattutto adesso, dopo il “ciclone” Covid, che ha lasciato molte macerie…
Ultima canonica domanda, Maestro Manfrè: quali sono i suoi prossimi progetti discografici? È sua intenzione proseguire nella riscoperta di autori e composizioni del tutto dimenticati o mira a presentare un repertorio più battuto ma altrettanto affascinante?
Tra qualche giorno effettuerò un’incisione discografica su un organo barocco in Alta Austria, dedicata al compositore monacense Franz Xaver Anton Murschhauser, la cui uscita, sempre per la casa discografica Brilliant Classics, è prevista per la prossima primavera. Poi vedremo cosa riserverà il futuro, non escludo niente a priori.
Andrea Bedetti