Il grande violinista e direttore d’orchestra israeliano si esibirà nel corso degli “Incontri Asolani”, interpretando tra l’altro anche una sua composizione. Lo abbiamo intervistato

 

Maestro Shlomo Mintz, lei ormai suona stabilmente da più di cinquant’anni. Che cosa le ha insegnato la musica e che cosa continua a insegnarle?

La musica mi ha fatto imparare ad ascoltare il prossimo.

 

Lei, oltre a tenere concerti in tutto il mondo e a registrare dischi, insegna anche in diverse masterclasses. Com’è cambiato il rapporto tra docente e allievi dai tempi in cui lei studiò con Ilona Feher e Dorothy DeLay? E gli allievi di oggi sono come lo è stato lei oppure sono diversi?

Gli studenti sono diversi oggigiorno perché il mondo intorno a noi è diverso, penso che il mondo di ieri aveva maggiori relazioni interpersonali, anche la relazione tra studente e professore era più intensa e personale.

 

Maestro Mintz, lei è anche compositore (tanto è vero che ad Asolo lei interpreterà la sua Sonatina Quatre Hommages). Che cosa ha capito, come interprete, essere anche dall’altra parte della barricata, ossia indossare i panni del compositore?

Comporre mi ha insegnato a esprimere in modo più personale il mio pensiero musicale, prendendone anche le responsabilità. Complessivamente è stata un’esperienza molto positiva.

 

Un giovanissimo Shlomo Mintz, all’inizio della sua folgorante carriera artistica.

 

Ha già dei nuovi progetti discografici? E se li ha ci può dire che autori riguarderanno?

La mia attività è molto intensa e diversificata, continuerò anche nel futuro. Tra i prossimi progetti ci sono due cd dedicati a Mendelssohn per l’etichetta discografica Decca.

 

Un’ultima domanda, quando tornerà di nuovo in Italia per esibirsi in concerto?

Suono abbastanza spesso in Italia, sono molto contento di suonare ad Asolo a settembre, quindi a novembre suonerò a Padova, poi in Sicilia e spero di suonare in un prossimo futuro anche in tante altre delle vostre belle città.

Andrea Bedetti