Veronese di nascita e padovano di adozione, il quarantasettenne artista, diplomato prima in flauto e poi in canto lirico, si è poi avvicinato alla composizione e alla didattica musicale andando a toccare generi diversi, dall’opera barocca, al jazz e al pop, approdando infine al mondo della musica per la radio, la tv e il web. Ne abbiamo parlato con lui in questa intervista

Maestro Zoccatelli, cominciamo con una domanda semiseria: come si fa a passare da apprezzata voce tenorile, specializzata in campo barocco, tra l’altro lavorando gomito a gomito con mostri sacri della musica colta, tra gli altri, come Riccardo Muti, Claudio Abbado, Jeffrey Tate, Ottavio Dantone e Fabio Biondi, alla composizione di sigle musicali televisive e, infine, alla sua ultima creazione, ossia la canzone satirica Asintomatico? È una questione di scelta o, dati i tempi, è una questione di “stomaco”, nel senso che pecunia non olet?

Le posso dire che fa parte della mia personalità e della mia formazione musicale una certa tendenza ad essere eclettico, con la piena consapevolezza di avere dei limiti su tutto. Tutto è iniziato quasi per gioco, suonando i timpani nella banda del mio paese e animando le messe in chiesa, suonando l’organo e cantando, poi gli studi “classici” in conservatorio, le prime esperienze in coro, dal gregoriano al barocco, poi il teatro d’opera e infine la svolta verso il jazz, il pop e la composizione. La musica è sempre stata presente nella mia vita e nella mia famiglia ed è sempre stata prima di tutto un gioco e un divertimento: mia nonna paterna, da non professionista della musica, per ogni nascita dei suoi nipoti componeva una breve canzoncina, mio nonno paterno si dilettava con la tromba e mio nonno materno faceva le serenate con il mandolino. Così, passare da un genere musicale all’altro è sempre stato abbastanza naturale per me. Ricordo, ad esempio, un ferragosto di qualche anno fa, in cui nel primo pomeriggio ero a cantare un Magnificat di Monteverdi nella Chiesa dei Frari a Venezia e, dopo qualche ora, mi trovavo in un hotel di Abano Terme impegnato ad improvvisare temi jazz al pianoforte con l’ensemble Les Sens Jazz. Ma l’aneddoto più simpatico è legato alla “strana audizione” che mi fece guadagnare il ruolo tragicomico di Iro nel monteverdiano Il ritorno di Ulisse in patria con Ottavio Dantone. Ero impegnato nella produzione dell’Orfeo di Monteverdi al Teatro Ponchielli di Cremona, diretto per la prima volta proprio dal maestro Ottavio Dantone, e durante il rinfresco, al termine dell’ultima recita, i miei colleghi della compagnia, sapendo di una mia naturale predisposizione per le imitazioni, mi avevano chiesto di improvvisare alcune imitazioni su di loro e sulla direzione del maestro stesso. Ebbene, il maestro Dantone non solo si divertì moltissimo, ma pensò di affidarmi il ruolo di Iro per Il ritorno di Ulisse in patria che avrebbe messo in scena l’anno successivo. Certo, questa facilità nel passare da uno stile all’altro mi rende un po’ difficile il riconoscermi in un’etichetta ben precisa. La canzone Asintomatico la sento molto mia ed è in linea con questo mio spirito “inquieto” e burlone, perché c’è un po’ di lirica, il mio essere strumentista (suono quasi tutto io, tromba, flauto, tastiera, solo la batteria è suonata da Max Avesani), e tutta la vena comica e ironica del “Gian-Luca-imitatore”.

Il tenore, compositore e polistrumentista veronese GianLuca Zoccatelli.

Restando nel campo delle sigle musicali TV, e qui la domanda è più seria, come lavora il musicista che lavora alla composizione di questo tipo di musica? Si lavora maggiormente con il regista o con la produzione televisiva? Quali sono i vari passaggi della “filiera” che portano poi, come nel suo caso, alla creazione di sigle per famosi programmi TV quali Ballarò, Sereno variabile, La storia siamo noi, Linea verde orizzonti, Linea verde Kilimangiaro, Di Martedì (La7), fino ai Soliti ignoti, Unomattina e Porta a porta?

Nel mio caso la collaborazione con la Rai è nata come autore di musica per librerie musicali: si tratta di brani che devono inserirsi come sottofondo o in primo piano all’interno delle varie trasmissioni. Per Ballarò invece, i brani sono stati composti in modo specifico: dovevano essere circensi, ironici, burlesque. La trasmissione aveva un taglio musicale particolare che doveva essere seguito. In questo caso la filiera è corta, nel senso che ho solo un referente Rai che a sua volta gestisce tutti i contatti interni in Rai. Nel caso della sigla del programma radiofonico di Radiodue Grazie dei fiori, un mio brano già preso e edito per Rai Pubblicità è piaciuto al regista del programma, il quale attraverso il referente Rai mi ha chiesto di editare dei tagli particolari per la sigla.

Passiamo ad Asintomatico, che si può ascoltare su YouTube, una canzone che vuole far sorridere su un tema a dir poco tragico, che sta sconvolgendo le nostre vite. Ascoltandolo, mi ha fatto venire in mente le canzoni, ricche di satira, di ironia, di perfido “politicamente scorretto” (vivaddio!!!) che quel genio di Rodolfo De Angelis scrisse negli anni Trenta dello scorso secolo, titoli famosi come Ma cos’è questa crisi, Sanzionami questo, C’è una bella società, La colpa è della banca, che ascoltate oggi, oltre ad essere una perfetta testimonianza di quel tempo, ci fanno capire che i problemi e le ipocrisie di allora sono gli stessi di oggi. Sulla base di ciò, che cosa vorrebbe che provasse chi avesse modo di ascoltare Asintomatico tra cinquant’anni?

Ebbene sì, sono stato scoperto! La mia fonte principale di ispirazione riporta proprio a Rodolfo De Angelis e agli anni Trenta che mi hanno sempre attratto, per lo stile e per la vocalità, e nello specifico con Asintomatico, ho voluto ricreare quelle atmosfere: se andiamo a riascoltare le canzoni di De Angelis, ci accorgiamo che sono attualissime. I miei modelli più recenti, invece, sono mostri sacri come Jannacci, Gaber (canzone-teatro) ed Elio e le Storie Tese. Per gli ascoltatori del 2070 vorrei essere semplicemente ricordato come testimone del mio tempo, perché questa pandemia ci ha davvero segnati, e ho sentito l’esigenza di esternare seppur ironicamente, il mio malessere.

Il cantautore napoletano Rodolfo De Angelis, uno dei padri della canzone satirica italiana.

È rimasta leggendaria la creazione da parte di Brian Eno, su richiesta di Microsoft, del famoso jingle d’apertura del sistema operativo Windows 95 che, come richiesto dal colosso informatico statunitense, avrebbe dovuto condensare in uno spazio di 3.25 secondi, ossia quanto dura il jingle stesso, una visione fatta di “ispirazione, universalità, ottimismo, sentimentalità, emozionalità, coinvolgimento e speranza nel futuro”. Se, mettiamo caso, un colosso odierno come Amazon le venisse a chiedere un lavoro del genere, oltre a garantire lunga vita al suo stomaco, lei quale tipo di jingle proporrebbe, sempre rispettando la fatidica soglia di 3.25 secondi?

È una bella domanda! Presenterei ad Amazon almeno tre versioni diverse del jingle: uno stile Brain Eno molto elettronico, uno più classico e pomposo con orchestra sinfonica, e un’altra versione più spoglia, con voce sola vocalizzata o solo strumento, ma molto emotiva. Lascerei la scelta finale al committente.

Una caricatura che illustra il tema della canzone satirica Asintomatico.

Dopo Asintomatico, confidando che lei nel frattempo non diventi “sintomatico”, cosa che non le auguro di tutto cuore, che cosa vuole partorire musicalmente? E sarà sempre all’insegna del castigat ridendo mores? O le sirene di quello che una volta era il tubo catodico continueranno a sedurla?

Spero anch’io di resistere nonostante sia quotidianamente abbastanza esposto lavorando a scuola e circondato da asintomatici e sintomatici. Sfidando il virus e rispettando le norme anticovid, con il mio amico Nicola Negro, autore del testo, abbiamo in cantiere diversi progetti per il futuro. Tra questi quello più imminente è l’inno del Noventana Football Club, frutto della nostra prima collaborazione, scritta per la squadra giovanile di calcio di Noventa Padovana, comune vicino a Padova a cui sono legato in quanto da qualche anno sono docente presso la scuola media. Sempre insieme a Nicola stiamo lavorando a una nuova canzone, seguendo il filone di Asintomatico, castigando mores, ma sempre con ironia. Poi come ho già detto, se mi dovesse contattare un regista, sia per il tubo catodico, dove ultimamente vengono prodotte bellissime serie, o per grande schermo, sarebbe per me un bellissimo sogno. Intanto cerco di fare musica e di divertirmi con persone con cui condivido questa mia grande passione e che nel tempo oltre a grandi amici sono diventati anche preziosi collaboratori: primo tra tutti mio fratello Virginio, mio primo maestro di composizione, Fabio Zampiron, Max Avesani e Luigi Mazzaglia. Il lavoro con loro è sempre continuato anche durante il periodo del lockdown, naturalmente a distanza e da casa rispettando le norme anticovid, nella speranza di poter ritornare presto a suonare non solo “per le sedie”, ma ad esibirci di nuovo davanti ad un pubblico vero, senza mascherine e salutando le persone con abbracci prima e dopo i concerti.

Andrea Bedetti

Per ascoltare la canzone Asintomatico su YouTube: https://youtu.be/YZEfguZMXtc