La storia della musica è ricca di “periodi dorati” durante i quali questa forma artistica ha saputo raggiungere vette sublimi per significato e bellezza, tali da fissare squarci spazio-temporali aulici nei quali trovare conforto e rifugio. Uno di questi periodi è sicuramente rappresentato dalla grande scuola rinascimentale che sorse a Venezia intorno alla cappella musicale della Basilica di San Marco tra il XVI secolo e gli albori di quello successivo, quando personaggi come Adrian Willaert, Annibale Padovano, Andrea Gabrieli e il nipote Giovanni Gabrieli, Claudio Merulo e Gioseffo Guami, tra gli altri, furono artefici di una concezione sonora che trovò piena corrispondenza ed empatia nella città lagunare. Una concezione che forgiò una scuola che avrebbe poi avuto degni prosecutori nei decenni e secoli successivi in geni quali Claudio Monteverdi, Benedetto Marcello, Baldassarre Galuppi, Antonio Vivaldi, fino ad arrivare al secolo scorso con Gian Francesco Malipiero, Bruno Maderna e Luigi Nono. Per avere un’idea di che cosa sia stato questo meraviglioso e indelebile squarcio musicale si ascolti questo disco che vede protagonista l’organista e clavicembalista inglese Richard Lester che presenta brevi capolavori e “miniature”, come recita il titolo, di Willaert, Padovano, i due Gabrieli, Merulo (quest’ultimo anche straordinario e curioso alchimista, morto a Parma nel 1604 probabilmente dopo aver provato su di sé un suo preparato chimico), Guami e del fiammingo Jacques Buus, anch’egli attivo nella città lagunare, maestro assoluto del “ricercare”, genere musicale che precede l’avvento della “fuga”.
Attraverso queste pagine organistiche e clavicembalistiche, Lester ci fa immergere in una dimensione sonora che ha rappresentato un punto fermo nella genesi e nell’evoluzione di un costrutto musicale capace di irradiarsi in quell’Europa che stava vivendo il delicato passaggio dall’epoca rinascimentale a quella barocca e flagellata dalla contrapposizione politica e spirituale tra il Papato e la Riforma. Si ascoltino all’organo le mirabili cattedrali timbriche innalzate da Claudio Merulo (“Toccata prima, Primo Tuono”, “Toccata Ottava, Quarto Tuono”, dove “tuono” sta per “tono”) e le incantevoli costruzioni armoniche di quel sommo che è stato Giovanni Gabrieli (“Intonazione Secondo Tono”, “Intonazione Duodecima Tono”), oltre a gioielli clavicembalistici come il “Ricercar à 3” di Willaert, il “Ricercar Primo” di Buus e la “Canzona; La Spiritata” dello stesso Giovanni Gabrieli. L’esecuzione di Lester, sia all’organo, sia al clavicembalo, è semplicemente impeccabile, in grado di trasmettere profusioni di emozioni e di sondare in profondità l’animo dell’ascoltatore.
La registrazione, soprattutto quella che riguarda l’organo, che si trova nella Chiesa Cattolica di St. James a Reading, nel Berkshire, è oltremodo buona, capace di restituire la profondità timbrica dello strumento (anche se si avverte, ogni tanto in sottofondo, l’annosa presenza dei rumori causati dal traffico cittadino), così come la cristallinità del clavicembalo, il cui suono non risulta mai “metallico”.
Andrea Bedetti
Giudizio artistico: 4/5
Giudizio tecnico: 4/5
AA.VV. – “Masterworks and Miniatures – organ and harpsichord music from Renaissance Venice”
Richard Lester (organo & clavicembalo)
CD Nimbus NI 5931