Tu chiamale se vuoi emozioni
Il nome del pianista, direttore d’orchestra e compositore Aurelio Canonici è diventato famoso, al di fuori dell’ambiente musicale italiano, dopo il grande successo avuto nel ruolo di divulgatore nella trasmissione televisiva La gioia della musica, insieme con Corrado Augias e Speranza Scappucci, le cui venticinque puntate sono andate in onda nella scorsa estate su RaiTre, con un notevole riscontro di pubblico (anche se non sono mancate critiche e riserve nella comunità musicale e degli addetti ai lavori). Ora, l’etichetta discografica Aulicus Classics ha appena pubblicato di Canonici un suo progetto discografico, Piano Preludes, che presenta sedici brani pianistici nell’interpretazione di Gilda Buttà.
I brani di questo CD rientrano pienamente nel variegato filone del minimalismo pianistico, quello che va da Ludovico Einaudi fino a Roberto Cacciapaglia, pezzi, quindi, che tendono a esplorare dimensioni emotive ed espressive, con un accattivante ricorso allo spessore melodico, elargito in generose, se non massicce, dosi, con l’obiettivo di garantire una fase d’ascolto, per così dire, a “presa rapida”. Una musica colta che indossa i panni di un easy-listening e che, per quanto riguarda soprattutto il minimalismo nostrano, si caratterizza per un’uniformità d’intenti: detto in soldoni, come affermato da altri, ascoltato un autore è come se li si fosse ascoltati tutti.
Nel caso specifico di Aurelio Canonici, il suo pianismo vuole trasmettere un moto di riacquisita lentezza, un pacato e vellutato invito all’introspezione, all’attesa, a un riverbero interiorizzato. Da qui, si può già arguire la raffinata, (apparente) semplicità del loro linguaggio musicale, in cui spicca una circolarità formale oppure uno slancio inatteso, che sovente resta sospeso, in quanto viene a interrompersi lo sviluppo tematico, disseminando di fatto punti interrogativi destinati a non ottenere risposta. Ci sono richiami all’impressionismo pianistico francese, più a Ravel che a Debussy, a onor del vero, anche se a livello storico, sebbene portino questo appellativo, del genere del preludio non vantano una strettissima parentela.
«Ho composto questi sedici brani pensando all’idea di preludio, di attesa, di preparazione, quasi fossero canzoni senza parole, privilegiando l’aspetto narrativo, vocale e dedicando molta attenzione al timbro, al colore e al suono del pianoforte. Sono convinto che i suoni ci predispongano ad un’esperienza e ci aprano verso una percezione intima», ha spiegato lo stesso autore (di cui qui si può leggere la sua intervista). Ecco, una possibile chiave d’ascolto, al di là dell’universo emozionale, del fattore contemplazione, sta proprio nella loro duttilità narrativa, nella proprietà di ascoltarli come se fossero non tanto dei film, a causa della loro brevità, ma dei cortometraggi nei quali ognuno può trovare e portare avanti la loro trama.
Reputo che questa visione “filmica” sia alla base della scelta di affidare questi Preludi alla sensibilità interpretativa di una pianista come Gilda Buttà, la quale ha saputo indubbiamente riversare attraverso la tastiera una patina di soffusa delicatezza, mettendo in evidenza l’elemento trasognante che li impregna. La sua tavolozza timbrica riesce a raffigurare, momento per momento, istante per istante, come se fossero tanti fotogrammi, questa essenza “filmica”, trasmettendo di fatto una pletora di immagini, piuttosto che “semplici” emozioni. In breve, un’interprete ideale.
Di ottima fattura la presa del suono effettuata da Simone Sciumbata, il quale ha messo in risalto una buona dinamica, tale da esaltare la timbrica dello strumento senza la presenza di colori innaturali. La ricostruzione del palcoscenico sonoro permette di avere fisicamente il pianoforte al centro dei diffusori, con lo strumento leggermente avanzato rispetto all’ascoltatore, ma senza risultare scorretto. Buoni anche l’equilibrio tonale e il dettaglio: il primo non mostra difetti nello scontorno del registro medio-grave e di quello acuto e il secondo è foriero di una piacevole matericità.
Andrea Bedetti
Aurelio Canonici – Piano Preludes
Gilda Buttà (pianoforte)
Aulicus Classics ALC 0064
Giudizio artistico 4/5
Giudizio tecnico 4/5