Tributo a un musicista controcorrente

La figura di colui che incarna la dimensione dell’aller à rebours, ossia dell’“andare controcorrente”, del “bastian contrario”, di quello che non si piega al vento del “politicamente corretto” è un elemento di necessità che permette quantomeno, qualunque sia il genere artistico nel quale opera, di ambire al ruolo di “frangiflutti”. E il compositore pugliese Vincenzo Sorrentino, morto a soli quarant’anni nel 2013 per un improvviso e implacabile infarto, ha incarnato idealmente questo ruolo, nuotando controcorrente, come fanno i salmoni quando risalgono i torrenti per depositare le uova, nel mare magnum della musica contemporanea italiana per depositare, finché il tempo e il fato glielo hanno permesso, le sue opere concentrate soprattutto in ambito cameristico. Una musica controcorrente, dunque, per il semplice fatto che in barba alle correnti, alle mode, ai cliché di una musica contemporanea avviluppata nelle sperimentazioni, nelle ricerche sulla fisica del suono, nella quintessenza di un elitarismo che pone il compositore al centro di un rapporto complicato (almeno nel nostro Paese) con il pubblico, Vincenzo Sorrentino, subito dopo gli studi musicali, volle consacrarsi a un linguaggio, a una visione sonora in cui la proiezione comunicativa non sarebbe mai dovuta venire meno. E questo CD, dedicato appunto alla sua produzione cameristica, che si concentra soprattutto sugli strumenti a fiato, in particolar modo sul flauto, vuole essere un contributo portato avanti anche da alcuni di quegli artisti con i quali il compositore pugliese ebbe modo di collaborare. Radicato su un sistema tonale raffinato, legato a indiscutibili legami con la tradizione mediterranea, capace di emanare suoni intrisi di calore e di colore come solo chi è nato in latitudini levantine sa e può esprimere, la musica cameristica di Vincenzo Sorrentino, soprattutto ora che non è più tra noi, vuole essere un messaggio con il quale comunicare (appunto!) la sua voglia di vivere, di cavalcare la tigre della vita, di essere uomo tra gli uomini. Da qui la scelta di privilegiare strumenti, oltre al flauto, anche l’ottavino, con i quali elaborare tessiture capaci di simboleggiare aneliti di gioia, di libertà, di sguardi puntati verso il cielo sgombro di nuvole (le tonalità acute espresse da entrambi sono a dir poco esemplari a tale proposito), restituendo in brani come “Sfavillante”, “Moníco”, “Mary Jo”, quell’auspicio invocato da un altro artista, lo scrittore francese Albert Camus, il quale immaginava che ogni uomo potesse avere il suo posto al sole. Ecco, la musica di Vincenzo Sorrentino è proprio ciò, il desiderio, il sogno che ognuno possa avere un posto dal quale ammirare i colori e i profumi, la luce che taglia netta i contorni delle cose, separandola dalle ombre e dai pensieri. Tra i diversi interpreti da ricordare almeno il flauto di Monica Finco e l’ottavino di Nicola Mazzanti, due artisti con i quali Sorrentino collaborò con entusiasmo e passione. Il loro contributo musicale, in realtà, è anche un delicato e commosso tributo.

Ancora una volta, per ciò che riguarda le prese del suono presentate da questa etichetta, tanto di cappello, visto che ci troviamo a una riproduzione sonora di assoluto livello: dinamica sontuosa, soundstage a dir poco ideale nella collocazione degli interpreti, così come il dettaglio (chili e chili di nero intorno agli strumenti!) e l’equilibrio tonale che è una carezza per le orecchie.

Andrea Bedetti

Vincenzo Sorrentino – “Works Vol. 1: Wind Chamber Music”

Elisabetta Bócchese – Monica Finco – Maddalena Lotter – Giuseppina Mascheretti – Nicola Mazzanti – Fabio Pupillo – Marco Nicolè – Simone Sandri – Roberto Scarpa Meylougan – Saverio Tasca – Andrea Vecchione

CD Da Vinci Classics C00011

Giudizio artistico: 4/5

Giudizio tecnico: 5/5