Se La Traviata non conquista soltanto gli intenditori
Lo spettacolo di punta della Stagione lirica e di balletto cagliaritana giunge alla sua ultima serata, “osa” con un numero interessante di date fuori abbonamento e dimostra che il pubblico potenziale del genere operistico può essere molto più ampio di quanto spesso ci si rassegni ad accettare
Si conclude all’insegna di un grande successo di pubblico La Traviata, l’opera scelta dai vertici del Teatro Lirico di Cagliari per accompagnare spettatori e appassionati nel lungo periodo estivo. In scena dal tre luglio al tredici agosto, con la lungimirante previsione di numerose date fuori abbonamento, il capolavoro verdiano è stato riproposto nell’Isola a meno di due anni di distanza dall’ultima volta, nel novembre del 2014. Di quella edizione si rivede il favoloso allestimento voluto nel 1987 dalla Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf e Duisburg, che al momento ne è comproprietaria insieme al Lirico cagliaritano. Altro punto di contatto con l’edizione del 2014 è la regia della celeberrima coppia formata da Karl- Ernst e Ursula Herrmann, fedelmente ripresa dal regista Joël Lauwers. Il merito del duo tedesco, a differenza di tanti altri colleghi, è quello di aver proposto una chiave di lettura più rispettosa dell’idea dell’opera che aveva lo stesso Giuseppe Verdi. Il primo passo per ottenere questo risultato è stato seguire con precisione le indicazioni nelle didascalie del libretto della Traviata, che Francesco Maria Piave scrisse ispirandosi al dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio. Da queste note si è preso spunto sia per curare fino al più piccolo dettaglio le scenografie, sia per evidenziare lo scorrere del tempo. L’opera inizia infatti in agosto, nella calda estate parigina, ma nel secondo atto il gelido inverno è rappresentato dal paesaggio innevato visibile al di là delle vetrate della casa di campagna di Alfredo e Violetta; poco dopo, la neve lascia ancora spazio ai salotti della Capitale francese, stavolta in fermento per il carnevale: un ambiente luminoso e colorato, in netto contrasto con quello cupo che, nel finale, ospita il letto di morte della protagonista.
Le novità rilevanti riguardano il direttore d’orchestra Gérard Korsten e la compagnia di canto, diversi rispetto a due anni fa. Il primo ha lasciato la sua impronta rendendo brillante la prova dell’orchestra del Lirico di Cagliari, che recepisce con prontezza il piglio di Korsten, convince nell’accompagnare i cantanti senza sovrastarli, punta alla grandiosità e, con l’esecuzione del preludio e delle arie più celebri, entusiasma il variegato uditorio dello spettacolo di punta della stagione lirica e di balletto cagliaritana, dimostratasi capace di attrarre un pubblico che va oltre l’Olimpo degli intenditori. E’ evidente, nel direttore nato in Sud Africa, la lunga esperienza internazionale che, tra l’altro, lo ha visto di recente dirigere La Traviata anche alla Deutsche Opera di Berlino. Lodevole la prestazione del coro del Teatro Lirico, da tempo affidato al maestro Gaetano Mastroiaco.
Nella serata che seguiamo, quella del 3 agosto, il prestigioso compito di vestire i panni di Violetta Valéry è toccato al soprano croato Lana Kos. Alternatasi nelle quindici serate previste con le colleghe Zuzana Marková e Maria Teresa Leva, la Kos propone una voce che mostra flessibilità e sicurezza nel coprire l’intera gamma di sfumature che il personaggio le richiede, dalla appassionata leggerezza del primo atto fino al tormento struggente che sa esprimere in “Pura sì come un angelo”, in duetto con un magistrale Ernesto Petti nei panni di Giorgio Germont, padre di Alfredo. Il tenore Antonio Gandia incanta con uno strumento vocale eccellente, sottolineato ancor di più dalla credibilità con cui rende le differenti declinazioni del sentimento che anima il personaggio di Alfredo. Coinvolge con una portentosa esecuzione di “Libiam nei lieti calici”, mantenendo alto il livello durante tutta la rappresentazione. Un altro “fiore all’occhiello” nella serata riguarda il baritono Ernesto Petti. Il suo “Di Provenza il mare, il suol” mette bene in evidenza il connubio tra capacità vocale e tecnica, naturalezza e precisione. Esaltante, infine, la prova di Kos, insieme a Gandia, in “Amami Alfredo” e “Parigi, o cara”. Non è la potenza della voce a stupire – una voce comunque ideale per il personaggio di Violetta – ma l’interpretazione intensa in cui si incontrano un pathos che tocca l’emotivo e una disinvolta sicurezza che, di certo, per l’appassionato, non passa inosservata.
Vanna Chessa
Serata del 3 agosto 2016
LA TRAVIATA
melodramma in tre atti
libretto Francesco Maria Piave, dal dramma La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio
musica Giuseppe Verdi
personaggi e interpreti
Violetta Lana Kos
Flora Bervoix Veta Pilipenko
Annina Vittoria Lai
Alfredo Germont Antonio Gandia
Giorgio Germont Ernesto Petti
Gastone Enrico Zara
Barone Douphol Nicola Ebau
Marchese d’Obigny Claudio Levantino
Dottor Grenvil Francesco Musinu
Giuseppe Marco Puggioni
Domestico di Flora/Commissionario Francesco Leone
maestro concertatore e direttore Gérard Korsten
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari
maestro del coro Gaetano Mastroiaco
regia Karl-Ernst e Ursel Herrmann, ripresa da Joël Lauwers
scene e costumi Karl-Ernst Herrmann
luci Robert Brasseur
coreografia Wolfgang Enck, ripresa da Luigia Frattaroli