Preziosità chitarristiche
Non capita di certo tutti i giorni ascoltare e poter parlare di una registrazione discografica come questa, pubblicata dalla Da Vinci Classics, vuoi per la particolarità del programma che presenta, vuoi per gli strumenti, a dir poco rari e preziosi, impiegati dagli interpreti. Cominciamo da questi ultimi, il Duo chitarristico formato da Roberto Noli e Luca Soattin, specialisti della musica originale per due chitarre del XVII e XVIII secolo, che viene da loro indagata e presentata a partire da studi storicamente informati, e che nel caso di questa incisione si sono avvalsi di due strumenti storici, entrambi di costruzione francese a cinque corde singole e di proprietà della Collezione Accornero, che li ha generosamente messi a disposizione dei due giovani artisti. Entrando nello specifico, queste due chitarre sono state realizzate a Parigi, una da Ory intorno al 1795, l’altra da Lambért nel 1770 circa.
Altrettanto particolare è poi il programma scelto dai due interpreti per questo CD, dal titolo Pour deux guitares, visto che presenta pagine inedite a livello discografico di tre autori che hanno operato tra il tramonto dell’epoca barocca e il primo romanticismo, vale a dire il bresciano Giacomo Merchi (1730-1789) e i francesi Charles Doisy (?-1807) e Antoine de Lhoyer (1768-1852). Pagine che riguardano duetti e che sono state scelte dai due interpreti dopo approfondite ricerche d’archivio effettuate presso la Bibliothèque Nationale de France a Parigi e in due biblioteche danesi, la Det Kongelige Bibliotek e la Københavns Universitetsbibliotek, entrambe a Copenaghen. Infine, è bene ricordare che la presente registrazione presenta questi duetti originali seguendo criteri di pratica storicamente informati, cosa mai avvenuta in precedenza, tenendo conto dell’importanza cruciale di questo particolare periodo nel quadro dell’evoluzione dello strumento, ossia tra la seconda metà del XVIII secolo e il primo decennio del secolo successivo. Una rarità, questa, dovuta anche da un altro fatto, non meno importante, visto che solo altre tre chitarre originali a cinque corde singole sono sopravvissute fino ai giorni nostri; due di queste fanno sempre parte della Collezione Accornero (si tratta di un esemplare Fabricatore di Napoli risalente al 1792 e di una chitarra Guadagnini di Torino, realizzata nel 1794), mentre la terza chitarra (un’altra Fabricatore del 1803) si trova nel Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Entrando in merito ai tre compositori proposti, della vita del francese Charles Doisy si sa assai poco, mentre la sua opera riguarda principalmente il genere dei duetti, in cui la chitarra accompagna un altro strumento, che sia un violino, un oboe, un clarinetto, un fagotto, un flauto o un violoncello o un’altra chitarra, senza dimenticare che questo autore scrisse uno dei primissimi Concerti per chitarra e orchestra, oltre a un trattato, Principes généraux de la guitare, dedicato a Napoleone Bonaparte. Il Duo Noli-Soattin presenta di questo musicista i Trois Duos, op. 15, che si ricollegano idealmente a una dimensione leggera, spensierata, tipica di quella cultura galante che impregnò la Francia della seconda metà del Settecento.
Sappiamo di più sulla figura di Giacomo Merchi, la cui opera è sovente accomunata a quella del fratello Giuseppe Bernardo Merchi, anch’egli compositore e chitarrista. Entrambi vissero e operarono soprattutto all’estero, principalmente in Francia, a Parigi per la precisione, dove nella metà del XVIII secolo ebbero modo di insegnare, comporre e pubblicare le loro opere, oltre a scrivere testi teorici relativi alla chitarra. Basta ascoltare il primo dei Quattro Duetti a Due Chitarre, op. III, per rendersi conto del linguaggio e del fraseggio più articolato, più complesso e ricco che Giacomo Merchi utilizza rispetto al collega francese.
Quella di Antoine de Lhoyer fu una vita decisamente movimentata, segnata dal fatto di essere un lealista, al punto di prestare servizio nelle Gardes du Corps du Roi. Allo scoppio della Rivoluzione francese riuscì a evitare la ghigliottina, ma fu costretto a lasciare la Francia e dopo aver combattuto contro i giacobini, trovò rifugio dapprima in Germania, risiedendo ad Amburgo, e poi in Russia, dove a San Pietroburgo insegnò alle figlie dello zar e alla zarina Elisabetta, per tornare infine in Francia solo dopo la caduta di Napoleone, morendo in povertà nel marzo del 1852. I Douze Valses op. 23 eseguiti dal Duo Noli-Soattin risalgono proprio al periodo di San Pietroburgo e rappresentano un altro tipico esempio dello stile galante, in cui la musica aveva la precipua funzione di passatempo e di frivolezza a beneficio della nobiltà.
Ineccepibile la lettura fatta dai due giovani chitarristi, i quali prima di tutto hanno saputo esaltare il suono di queste due rare e preziose chitarre francesi di fine Settecento, immergendo l’ascoltatore in una dimensione esecutiva che ha il merito di restituire atmosfere, scorci timbrici storicamente acclarati (il che aiuta ad assimilare pagine che, in tutta sincerità, non brillano in fatto di varietà e di profondità, per i motivi che sono già stati enumerati). Il senso ritmico, la linea del fraseggio, la capacità di instillare quel sottile cocktail di ironia e di pruderie, tutto questo è presente nella loro interpretazione, capace di calarsi in un’epoca a noi così lontana e non solo a livello temporale. Una registrazione, la loro, che date le intrinseche peculiarità del progetto e il raro programma, è indirizzata soprattutto ai cultori del genere chitarristico e ai patiti dell’esecuzione filologica.
Per questa registrazione le chitarre sono state accordate a 432 Hz, mentre la presa del suono è avvenuta nel teatro che appartiene al Palazzo Reale della “Villa Duchessa di Galliera” a Genova; come si legge nelle note di accompagnamento, l’acustica naturale del teatro è stata mantenuta nella registrazione, senza ricorrere a effetti digitali aggiunti, a un procedimento di equalizzazione o di compressione del suono. La cattura del suono è stata effettuata da Roberto Dellepiane e sulla base delle specifiche adottate, la sua qualità è davvero eccelsa. La dinamica è velocissima e straordinariamente naturale, esente da enfasi o colori artificiosi; inoltre, i due interpreti vengono ricostruiti idealmente all’interno del palcoscenico sonoro a una debita profondità, permettendo all’ascoltatore di cogliere l’ambiente in cui è avvenuta la registrazione, aumentandone così la veridicità riproduttiva. L’equilibrio tonale è pulitissimo, netto, con una decadenza ottimale degli armonici e con i registri delle due chitarre sempre perfettamente riconoscibili. Infine, il dettaglio ha una messa a fuoco tale che, con un impianto di riproduzione audio all’altezza, è possibile avere praticamente nel locale d’ascolto i due artisti a circa quattro metri di distanza. Audiofilia pura.
Andrea Bedetti
AA.VV. – Pour deux guitares-Duets for Five-Strings Guitars
Duo Roberto Noli & Luca Soattin (chitarre)
CD Da Vinci Classics C00431