Musica e cinema muto, un fascino intramontabile
Prendete una pietra miliare del cinema muto d’animazione, confezionateci sopra un commento musicale ad hoc e il tempo fisico delle cose magicamente si fermerà, permettendovi di assaporare un fascino che non conosce fine, la magia del suono che incontra l’immagine ancora non sgualcita dall’irruzione dell’audio. Una magia che, grazie a un recentissimo progetto discografico pubblicato dalla Da Vinci Classics, ha visto il compositore siciliano Michele Catania confezionare creare appositamente le musiche di accompagnamento a quello che viene considerato a tutti gli effetti il primo esempio di cinema d’animazione prodotto in Italia, vale a dire La Guerra e il Sogno di Momi, diretto nel 1917 dal visionario cineasta spagnolo Segundo De Chomón negli studi Itala Film a Torino e restaurato dal Museo Nazionale del Cinema del capoluogo piemontese, una vera propria perla del cinema muto. La peculiarità di questa pellicola, che dura poco più di quaranta minuti, è che tutta la seconda parte fu realizzata con effetti meccanici e con la tecnica, a dir poco avveniristica rispetto ai tempi, dello stop motion (ossia come viene denominata la tecnica di ripresa cinematografica consistente nello scattare una serie di fotogrammi di un oggetto o di un disegno bidimensionale, cambiando ogni volta la sua posizione nello spazio, per poi proiettare le immagini una di seguito all’altra).
Oltre ad aver creato le musiche d’accompagnamento a questo film, Catania, che ha anche interpretato la sua composizione al pianoforte, ai synthetizers e agli electronics(accompagnato da Fabio Sodano al flauto, Fabio Costantino al clarinetto e Maurizio Salemi al violoncello), ha voluto proporre nel disco anche le musiche da lui composte per altre tre pellicole che vedono protagonista lo stesso Segundo De Chomón, cortometraggi che portano il titolo di La moda vuole l’ala larga(Itala Film, Torino, 1912), Più forte che Sherlock Holmes (con la regia di Giovanni Pastrone e con la fotografia ed effetti visivi del cineasta spagnolo, Itala Film, Torino, 1913) e Le Spectre Rouge (Pathé Frères, Paris, 1907, restauro in collaborazione Museo Nazionale del Cinema di Torino e Fondazione Cineteca di Bologna).
Focalizzando l’attenzione su La Guerra e il Sogno di Momi (ma chi vuole approfondire la conoscenza sull’opera cinematografica di De Chomón deve quantomeno vedere Hotel elettrico (1908), La Maison ensorcelée (1908) e Sculpteur moderne (1908), tutti cortometraggi nei quali il cineasta spagnolo usa le sue tecniche ed effetti speciali), la trama della pellicola inizia con il piccolo Momi (interpretato secondo le convenzioni dell'epoca da una bambina, Stellina Toschi) che vive in una casa confortevole ed elegante con la mamma (Valentina Frascaroli) e il nonno (Enrico Gemelli), mentre il padre (Alberto Nepoti), ufficiale nell’esercito italiano, è impegnato a combattere nel Primo conflitto mondiale sui monti ai confini con l’Austria, mantenendo i contatti con la famiglia attraverso una serie di lettere. Il nonno di Momi legge per l’appunto al nipotino una delle lettere del padre, contenente la storia di Berto (Luigi Petrungaro), un piccolo montanaro, e di sua madre (Gina Marangoni), coinvolti involontariamente in un violento scontro di guerra. Dopo la lettura della lettera, Momi, visibilmente impressionato, si addormenta sul divano e nel sogno che segue i suoi pupazzi preferiti, Trik e Trak, si animano e diventano protagonisti con gli altri soldatini di tumultuose azioni di guerra, nelle quali è protagonista anche il padre, fino al trionfo finale. Il film si chiude, come voleva il tempo, con Momi, la mamma e il nonno raccolti in preghiera, invocando il ritorno a casa del padre.
Come spiega dettagliatamente lo stesso Michele Catania nelle note di accompagnamento, la musica da lui composta ha uno scopo ben preciso, quello di esaltare l’approfondimento psicologico operato dal cineasta spagnolo, con il dipanarsi sonoro che, per essere maggiormente efficace, viene diviso chiaramente in due parti. La prima viene contraddistinta dal flusso emotivo del piccolo protagonista, che viene musicalmente reso dalla tecnica del Leitmotiv e della variazione tematica, la cui fine viene sancita dal bambino che si addormenta; la seconda da un lato tratteggia l’andamento del sogno, dividendo inizialmente i brani in episodi “chiusi” come corrispettivo del primo sonno, quello che precede la cosiddetta fase REM, per poi lasciare spazio ad una esponenziale densità di scrittura che conduce l’ascoltatore/spettatore fino agli angosciosi incubi resi da improvvisazioni estreme, altamente dissonantiche, mentre dall’altro lato riprende buona parte del materiale tematico esposto nella prima parte rendendolo grottesco, inquietante, nel quale un richiamo per così dire “futurista” si stempera in una matrice che si può ricollegarsi a un impianto espressionista. Infine, nel finale, il risveglio del bambino comprensibilmente provato dall’incubo e consolato dalla mamma e dal nonno, riprende il linguaggio compositivo espresso nella prima parte attraverso l’ultima esposizione del tema “rassicurante”, dato simbolicamente dalla figura della famiglia.
Da questa breve descrizione, si può ben capire come Catania abbia considerato non solo la trama, ma la dimensione totalizzante del film come un canovaccio (il musicista siciliano parla apertamente di film come “libretto operistico”), attraverso il quale le dinamiche filmiche vengono fedelmente dilatate e ispessite dalla materia sonora.
Questo modo di comporre, di “visualizzare” attraverso l’apporto musicale, viene ulteriormente dimostrato da quanto Catania ha fatto con le composizioni che ha scritto per i tre cortometraggi già citati e inserite nel CD in questione. Qui, la sperimentazione e il senso di comicità che intendono portare avanti, grazie alla geniale creatività di De Chomón, vengono ulteriormente raggrumati da una scrittura musicale che aderisce ancor più compiutamente a quanto mostrato dalle immagini, con l’irruzione dei sintetizzatori e delle sperimentazioni di effetti resi dal flauto, dal clarinetto e dal violoncello elaborati tramite l’intervento della stessa elettronica.
Avviso ai naviganti: personalmente consiglio di effettuare una duplice fase di ascolto di queste quattro composizioni; dapprima ascoltandole come opere a sé stanti e poi attraverso l’applicazione della materia filmica, sia con La Guerra e il Sogno di Momi, sia con i tre cortometraggi che possono essere facilmente scaricati da YouTube (o, se volete un risultato qualitativamente migliore a livello di risoluzione, vi potete affidare a Vimeo) in modo da comprendere meglio non solo come il compositore siciliano abbia saputo implementare la sua musica sulla base di una digressione di immagini in movimento, ma anche e soprattutto per capire come la ricezione di un brano musicale possa mutare se abbinata o meno a un impatto visivo.
Nulla da obiettare sulla presa del suono effettuata da Vincenzo Cavalli, il quale ha saputo rendere la materia sonora attraverso una ricostruzione dell’evento musicale in cui la dinamica, il palcoscenico sonoro, l’equilibrio tonale e il dettaglio vantano una più che buona risoluzione tecnica, dando modo alle quattro composizioni, eseguite con duttilità e passione dagli interpreti, di essere sempre godibilissime.
Andrea Bedetti
Michele Catania - La Guerra e il Sogno di Momi-Contemporary Music for Segundo De Chomón’s Silent Movies
Michele Catania (pianoforte-synthetizers-electronics) - Fabio Sodano (flauto) - Fabio Costantino (clarinetto) - Maurizio Salemi (violoncello)
CD Da Vinci Classics C00651