Uno Schumann pianistico così passionale, così instabile
Iniziativa oltremodo interessante e impegnativa quella intrapresa dal pianista toscano Maurizio Baglini (vedi l’intervista da lui rilasciata relativamente a questo progetto discografico) che ha dato inizio alla registrazione integrale delle opere pianistiche di Robert Schumann, con il primo CD, fresco di stampa, dedicato alle prime due sonate, oltre che al Presto passionato (che originariamente rappresentò il tempo finale della seconda Sonata) e alla Toccata op. 7. Tutte opere, queste, che appartengono al periodo formativo del compositore e pianista romantico (si va dalla Toccata, composta nel 1819 e revisionata quattro anni dopo, passando per la prima Sonata, ultimata nel 1836, fino alla seconda, finita due anni più tardi), quello nel quale Schumann esplorò con entusiasmo e ardore le possibilità tecniche e timbriche del pianoforte, dapprima nella speranza di diventare un grandissimo pianista (sogno conclusosi tragicamente quando, a causa di insensati esercizi di diteggiatura, perse l’uso del dito anulare destro) e poi per consacrarsi unicamente come compositore, concentrando buona parte dei suoi sforzi creativi proprio a favore di questo strumento. Se la prima Sonata in fa diesis minore op. 11 manifesta quell’annoso problema che è caratteristico dell’opera schumanniana, ossia un qual certo squilibrio che si pone nel rapporto tra forma e contenuto, la seconda Sonata in sol minore op. 22 rappresenta un concentrato di virtuosismo, tecnica e spettacolarità che Schumann cerca di condensare in una maggiore densità temporale (la prima Sonata dura quasi trentaquattro minuti, la seconda non raggiunge i venti minuti). Maurizio Baglini affronta queste due opere esaltando l’aspetto “danzante” che le permea (si ascolti, a tale proposito, lo “Scherzo e intermezzo” della prima Sonata), con un afflato ritmico e una pulsione esecutiva che cercano, riuscendoci il più delle volte, di trovare una quadratura al cerchio relativamente allo squilibrio di cui si è detto. Discorso a parte vale per quella pagina semplicemente terrificante a livello di difficoltà tecnica e interpretativa che è il “Presto passionato” che la stessa Clara Wieck, moglie di Schumann e pianista eccezionale, considerava al limite dell’ineseguibilità: tra le dita del pianista toscano, al contrario, questo brano assurge in tutta la sua “volontà di potenza”, a tratti ingenuo nei suoi obiettivi, in altri talmente visionario da gettare un ponte verso un lontano futuro. Ciò che colpisce, e mi chiedo se Baglini continuerà a manifestarlo più o meno occultamente anche nelle prossime registrazioni, è anche il suono “nervoso”, “instabile”, se così si può dire, con il quale ha innervato queste esecuzioni, come a voler rimarcare l’elemento “patologico” presente nella visione musicale e non solo in Schumann (non dimentichiamo che il grande compositore tedesco fu vittima fin da quando ebbe diciannove anni di una certa destabilizzazione caratteriale destinata ad acuirsi progressivamente nel tempo). Se il buongiorno si vede dal mattino, questa integrale è davvero iniziata nel migliore dei modi.
Degna di rilievo la presa del suono capace di esaltare il sontuoso suono del pianoforte Fazioli grancoda: dinamica rocciosa, palcoscenico sonoro nel quale lo strumento appare ravvicinato, ma non sbattuto in faccia all’ascoltatore, equilibrio tonale e dettaglio che permettono di assaporare la ricca e articolata tavolozza degli armonici. Merito anche del Forum Fondazione Bertarelli, a Poggi del Sasso, vicino a Grosseto, dotato di un’ottima acustica.
Andrea Bedetti
Giudizio artistico: 5/5
Giudizio tecnico: 4/5
Robert Schumann – “Piano Sonatas 1 & 2 – Presto passionato – Toccata”
Maurizio Baglini (pianoforte)
CD Decca 481 2391