La musica da camera francese tra due secoli
La musica francese creata tra la fine Ottocento e i primissimi anni del secolo successivo rappresenta un repertorio che fa fatica a essere conosciuto come merita nel nostro Paese, al di là dei soliti noti quali Debussy, Ravel e in parte Fauré, soprattutto per ciò che riguarda la musica da camera, che vanta dei gioielli di assoluta bellezza, come dimostra perfettamente questo disco, frutto della collaborazione della violinista francese Elsa Grether (la quale quattro anni fa è stata protagonista di un bellissimo CD, “Poème mystique”, dedicato alle sonate di Bloch) e del pianista connazionale François Dumont, che vede al centro dell’attenzione due brani meno conosciuti di Gabriel Fauré, la Romance in si bemolle maggiore, Op. 28 e Les berceaux in si bemolle minore, Op. 23 N. 1, e soprattutto le sonate per violino e pianoforte di due compositori decisamente poco frequentati nelle nostre sale concertistiche, Gabriel Pierné (con la Sonata in re minore, Op. 36) e Louis Vierne (con la Sonata in sol minore, Op. 23).
Morti entrambi nel 1937, ma con il primo nato nel 1863 e il secondo nel 1870, Pierné e Vierne hanno simboleggiato due modi nettamente diversi di consacrarsi alla musica, esprimendone significati e ambiti diametralmente opposti. Se Pierné nella sua opera, come si evince dalla sua sonata per violino e pianoforte, scritta nel 1901, immette quegli influssi scaturiti dal clima culturale e artistico instauratosi nel passaggio dall’Ottocento al Novecento e votato all’Art Nouveau, al contrario Vierne, straordinario organista e autore di un repertorio dedicato a questo strumento tra i più importanti del Ventesimo secolo, praticamente cieco fin dalla tenera età, con una vita costellata da problemi di salute e drammi familiari, culminati nella morte del figlio diciassettenne, partito volontario e rimasto ucciso nelle trincee della Prima guerra mondiale, non si lascia incantare dalle sirene estetiche ed edonistiche, ma traccia un’opera sonora nella quale, nonostante i dolori e i lutti, non esprime sofferenza e amarezza, ma un’incontenibile voglia di manifestare la gioia di vivere. Così la sua sonata (composta nel 1908), magistrale, radiosa come una finestra che si apre a una splendida giornata di sole che invade la camera, rappresenta un inno alla vita, quella vita che fu da lui più sognata che vissuta. I due cammei di Fauré, poi, chiudono magnificamente questo disco che ha il merito di rappresentare un’ideale introduzione alla magia della musica cameristica francese del primissimo Novecento.
Semplicemente da incorniciare l’interpretazione del duo, soprattutto da parte di Elsa Grether, capace di evidenziare magistralmente le peculiarità stilistiche e i significati ultimi dei brani eseguiti, tale da porla tra le migliori esecutrici di tale repertorio.
Anche il dato tecnico della registrazione non è da meno, con un’ottima ricostruzione del palcoscenico sonoro, nel quale il violino si pone in primo piano rispetto al pianoforte, ma senza mai sovrastarlo timbricamente. Pienamente soddisfacente anche la dinamica, così come l’equilibrio tonale.
Andrea Bedetti
Giudizio artistico: 5/5
Giudizio tecnico: 4/5
Gabriel Pierné – Louis Vierne – Gabriel Fauré – “French Resonance”
Elsa Gretcher (violino) – François Dumont (pianoforte)
CD Fuga Libera – FUG728