“La forza del puro suono”. La nuova stagione concertistica dell’Orchestra di Padova e del Veneto
Dopo Il suono molteplice, il cartellone della compagine orchestrale padovana, in programma dal 26 ottobre 2017 al 4 maggio 2018, firmato per il terzo anno dal direttore artistico e musicale Marco Angius, si presenta con un titolo che disegna la mappa dei dodici concerti: Teatri del suono
Con l’arrivo di Marco Angius il quale, oltre ad essere uno dei direttori orchestrali più sensibili e preparati a livello internazionale nell’ambito della musica contemporanea, è anche uno dei più coraggiosi nel proporre programmi nei quali sono banditi i cliché e le banalità, la vita musicale padovana ha fatto indubbiamente un salto in avanti in termini di qualità e di stimoli. Come dimostra, appunto, il cartellone della nuova Stagione concertistica dell’Orchestra di Padova e del Veneto, che si svolgerà tra il 26 ottobre 2017 e il 4 maggio 2018. Stagione che avrà un preciso filo conduttore, riassunto dallo stesso titolo voluto dal direttore artistico e musicale, ossia Teatri del suono.
«La Stagione che proponiamo è teatro musicale in versione sinfonica, cioè un teatro affidato alla forza rappresentativa del puro suono», ha spiegato Marco Angius in sede di presentazione del cartellone. «Teatro da ascoltare, non da vedere, perché la musica è drammatizzazione del suono, e il suono ha una sua autonoma capacità di esprimersi, di agire sull’ascoltatore. Ecco perché il compositore in residenza della Stagione sarà Giorgio Battistelli, figura di spicco della drammaturgia musicale internazionale. Ed ecco perché il cartellone offre musiche che sono la sintesi di opere liriche (le tre Leonore del Fidelio di Beethoven, i Sette Intermezzi da Il suono giallo di Solbiati), di balletti (il Pulcinella di Stravinskij) o di colonne sonore per il cinema (l’Hamlet Suite di Šostakovič), insieme con brani per voce recitante e orchestra dove gli strumenti sono personaggi a loro volta (Pierino e il lupo di Prokof’ev, ma anche l’Ode a Napoleone Bonaparte di Schönberg). Mi preme sottolineare che tutti i programmi hanno un’impostazione spavaldamente novecentesca, non solo per rinnovare il repertorio e il profilo artistico dell’OPV, ma anche per invitare il pubblico a non temere la modernità e l’attualità dell’arte».
E sarà proprio l’ouverture di un’opera lirica, ossia l’ultima versione della Leonora di Beethoven – l’Ouverture del Fidelio – a inaugurare i Teatri del suono dell’OPV, giovedì 26 ottobre 2017, in un programma diretto da Marco Angius dove al preludio beethoveniano farà seguito, come esempio della trasformazione della sinfonia in teatro musicale, la Nona sinfonia di Mahler nella versione di Klaus Simon. La seconda data della Stagione, giovedì 9 novembre, vedrà al fianco di Marco Angius un attore tra i più originali e irriverenti della scena italiana: Paolo Rossi. L’occasione sarà Pierino e il lupo di Prokof’ev, dove il teatro non è solo quello della voce recitante, ma anche quello degli strumenti d’orchestra in quanto personaggi della storia. Completano il programma altri due autori russi, o meglio, altre due riletture d’autore: Stravinskij che orchestra il Notturno n. 2 di Chopin e Šostakovič con la colonna sonora per il film Hamlet di Kozintsev.
Ancora Stravinskij, e ancora una suite, per il terzo concerto del cartellone, giovedì 23 novembre: il Pulcinella (riscrittura di musiche di Pergolesi) sarà seguito dalla Scarlattiana di Casella (divertimento su temi di Domenico Scarlatti) e dalla Sinfonia n. 1 di Prokof’ev (geniale omaggio alla tradizione viennese e, in particolare, alla musica di Haydn). Un programma tipicamente neoclassico, dove il Novecento rilegge (e riscrive) il Settecento, con la direzione di Francesco Angelico (da poco nominato direttore musicale del Teatro di Kassel in Germania) e con Maurizio Baglini al pianoforte.
L’1 dicembre sarà la volta di Luigi Piovano, primo violoncello dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, che con l’OPV si esibirà nella doppia veste di direttore e solista: il programma associa al Concerto n. 1 per violoncello di Šostakovič uno degli ultimi capolavori di Richard Strauss, Metamorphosen, il leggendario studio per ventitré strumenti ad arco, riflessione sulla tradizione strumentale tedesca e testamento spirituale del grande compositore.
Per il tradizionale concerto di Natale (fuori abbonamento), in programma giovedì 14 dicembre presso la Basilica di S. Antonio, la musica universale di Bach (la Suite n. 3, con la celeberrima Aria, e la Cantata n. 51 per soprano, tromba e orchestra) si alternerà alla musica d’Inghilterra (la Fantasia su un tema di Thomas Tallis di Ralph Vaughan Williams e la Ciaccona in sol minore di Purcell nell’arrangiamento novecentesco di Britten) con la direzione di Filippo Maria Bressan e la partecipazione del soprano Giulia Bolcato e di Simone Lonardi, prima tromba dell’OPV.
La seconda parte della Stagione, che inizierà giovedì 25 gennaio 2018, vedrà un programma che propone due capolavori tra i più amati dal pubblico, così fecondi da prestarsi (o resistere) a infinite riletture: la Sinfonia n. 5 di Beethoven e il Concerto per violino e orchestra di Čajkovskij, con la direzione di Gaetano D’Espinosa e il violino solista di Valerij Sokolov.
Il programma di giovedì 8 febbraio, diretto da Andrea Pestalozza con la partecipazione del pianista Emanuele Arciuli e del basso Andrea Mastroni (fresco di debutto al Metropolitan di New York), tra i molti motivi d’interesse ha quello di presentare un’altra forma di drammaturgia, il Lied, in una versione allargata, cioè orchestrale. Il più grande liederista di sempre, Franz Schubert, sarà proposto nella veste di sinfonista: la celebre Incompiuta sarà accostata ai Rückert-Lieder di Mahler, eseguiti per la prima volta dall’OPV nella versione per voce e orchestra del compositore stesso. A collegare Schubert e Mahler sarà Schönberg, ammiratore di Mahler, per un ideale passaggio di consegne dalla prima alla seconda scuola di Vienna con l’Ode a Napoleone Bonaparte, un pezzo dodecafonico dove la voce non canta, bensì recita un testo di Byron scritto nel 1814 per la caduta di Napoleone e ripreso da Schönberg nel 1942, cioè nel pieno della Seconda guerra mondiale, per alludere alla tirannide di Hitler.
Giovedì 22 febbraio, sotto la direzione di Marco Angius, i Teatri del suono accosteranno la Sinfonia n. 7 di Beethoven alla terza versione della Leonora e agli Intermezzi strumentali di un’opera contemporanea, appositamente riveduti per l’OPV dal compositore Alessandro Solbiati e dunque presentati in prima esecuzione assoluta: il suono senza testo, in questo caso, sarà Il suono giallo di Kandinskij, che anche Schönberg aveva pensato di mettere in musica, inseguendo quell’ideale di fusione delle arti (pittura, musica, letteratura) che accomuna le avanguardie storiche del Novecento.
A seguire, due graditi ritorni: giovedì 15 marzo la pianista Leonora Armellini (che nel prossimo agosto sarà tra i concorrenti della fase finale del prestigioso concorso Busoni) per il Concerto in sol di Ravel, in un programma che include la Musica per archi, percussioni e celesta di Bartók e – novità assoluta – un brano commissionato dall’OPV al compositore in residenza Giorgio Battistelli, mentre giovedì 22 marzo il direttore Roland Böer si cimenterà nella seconda versione della Leonora beethoveniana, la Serenata n. 1 di Brahms e accompagnerà il debutto di Francesco D’Orazio come solista con l’OPV nel Concerto per violino e orchestra di Ligeti.
Il concerto di giovedì 12 aprile sarà cucito su misura per il virtuosismo poliedrico di Olli Mustonen, artista finlandese che si esibirà nella triplice veste di compositore, direttore e pianista: al suo Trittico per archi seguiranno il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Beethoven e la Sinfonia n. 5 di Sibelius. Giovedì 19 aprile l’OPV eseguirà un programma incentrato sulla Sinfonia in do maggiore di Bizet e – per restare in tema di drammaturgia musicale – sulla riscoperta di una scena lirica per soprano, tenore e orchestra di Gounod, Marie Stuart et Rizzio, che vedrà protagoniste le voci del soprano Gabrielle Philiponet e del tenore Enguerrand De Hys. I due brani saranno preceduti da un pezzo di Marcello Panni, che sarà anche il direttore del concerto, Dalla Terra del Rimorso, con la partecipazione della violinista Myriam Dal Don. Infine, venerdì 4 maggio, il concerto di chiusura della Stagione sarà affidato all’Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da Massimiliano Caldi, con Alexander Gadjiev solista al pianoforte. Ancora una volta, modernità e tradizione a confronto: in programma i Tre pezzi in stile antico per orchestra d’archi del compositore polacco Henryk Górecki, il Trittico botticelliano di Respighi e il Concerto per violino e orchestra di Beethoven nella trascrizione che il compositore stesso realizzò per il pianoforte.
Andrea Bedetti
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