Il fascino del piano pédalier

Dell’ancor poco conosciuto, almeno per il grande pubblico, piano pédalier abbiamo avuto modo di parlare con il maestro costruttore Luigi Borgato, l’unico artigiano al mondo a saper costruire questo tipo di strumento, come il suo pianoforte a coda L 282, esclusivamente e rigorosamente a mano, nell’intervista a lui dedicata. Proprio per far comprendere l’importanza, almeno in un certo periodo musicale, e la bellezza del suono di questo strumento, lo stesso Borgato ha voluto registrare questo CD che vede il pianista veneto Mirco Bruson alle prese con un modello del “mostruoso” Doppio Borgato, per eseguire alcune pagine di grandi autori, ossia Beethoven, Schumann, Franck e Bach. Del sommo genio di Bonn, Bruson esegue l’Adagio tratto dai Fünf Stücke für Flötenuhr WoO 33, ossia composizioni originariamente scritte per organo meccanico e qui trasposte per piano pédalier. Seguono poi due delle tre opere che Robert Schumann, affascinato ed entusiasta di questo strumento da lui definito con il termine di “Pedalflügel”, compose appositamente per esso, ossia gli “Studien für den Pedalflügel” op. 56 e gli “Skizzen für den Pedalflügel” op. 58, nei quali il dato tecnico fornito dallo strumento viene esaltato da una straordinaria musicalità data dal musicista romantico.

Del belga César Franck, uno dei massimi compositori ed esecutori di musica organistica, il pianista veneto interpreta il “Prélude, fugue et variation” op. 18, composta originariamente tre il 1860 e il 1862 proprio per organo e dedicata all’amico Camille Saint-Saëns, opera che ci permette di appreezzare come il rigoroso impianto costruito dall’autore non solo non perde nulla sul piano pédalier, ma viene ulteriormente arricchito e approfondito dall’estensione timbrica dello strumento. E per finire Bach, con due Preludi Corali, i celeberrimi “Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ” BWV639 e “Nun kommt, der Heiden Heiland” BWV659 e soprattutto dalla stupenda Passacaglia BWV582 che il Kantor compose proprio su un clavicordo dotato di due registri (ossia due tastiere) e da una pedaliera. La lettura di queste opere attraverso il Doppio Borgato ha evidenziato, come denominatore comune, una maggiore esplorazione nel registro dei bassi, con una conseguente mutazione architettonica di questi brani, ottimamente resi da Mirco Bruson. Come esempio si prenda la Passacaglia bachiana, la cui statura compositiva viene resa ancora più drammatica e profonda dall’apporto di questo particolarissimo strumento.

Anche la registrazione, ottimamente realizzata dall’ingegner Matteo Costa, permette di mettere a fuoco lo spessore timbrico del Doppio Borgato, esaltandone l’ottima dinamica (la difficoltà primaria è data dalla sapiente disposizione della microfonatura sulle due casse armoniche dello strumento senza l’una debba inficiare l’altra). Ideale anche il posizionamento del pédal piano nella ricostruzione spaziale del palcoscenico sonoro.

Andrea Bedetti

Giudizio artistico: 4/5

Giudizio tecnico: 4/5

 

AA.VV. – “Beethoven – Schumann – Franck – Bach at the Piano with Pedalpiano”

Mirco Bruson (piano pédalier)

CD Borgato DB 072010 A375