Dalla Turchia con entusiasmo: la musica classica nel Paese tra Oriente e Occidente
Emrah Koçak è uno dei maggiori chitarristi classici turchi e in questa intervista, oltre a raccontare la sua passione per la musica colta europea, spiega anche il rapporto tra la grande arte musicale occidentale e il pubblico locale
Maestro Emrah Koçak, com’è nata la sua passione per la musica classica e, in particolar modo, per la chitarra classica?
Il mio interesse e amore per la musica classica è iniziato negli anni delle scuole medie. All’istituto Şişli Terakki di Istanbul, il nostro insegnante di musica ci faceva ascoltare registrazioni di musica classica; soprattutto Vivaldi, Chopin, Händel, Piazzolla erano i miei compositori preferiti, e lo sono ancora. Il mio interesse per la chitarra, invece, è iniziato all'età di diciotto anni, in quanto era uno strumento estremamente popolare. Ho iniziato da solo a suonare la chitarra per suonare canzoni popolari, e anche se i miei inizi sono stati da autodidatta, in pochissimo tempo sono riuscito ad accompagnare alcuni miei amici che cantavano nei caffè. Alla fine, ho deciso di essere un musicista e un chitarrista professionista, così ho iniziato a prendere lezioni di chitarra classica con Utku Özkanoğlu, uno dei migliori insegnanti in assoluto, che ora insegna all’Università di Akdeniz. Dopo aver superato degli esami a Istanbul e ad Atene, ho ottenuto un diploma di chitarra classica alla Thames Valley University. A quel punto, sono diventato uno studente di Erdem Sökmen, uno dei più importanti chitarristi turchi, nel dipartimento di chitarra del Conservatorio di Stato dell’Università di Istanbul, dove ho anche studiato musica da camera con stimati insegnanti come Cem Küçümen, composizione con Sonat Mutver e armonia con Hakan Abit.
Lei ha trascritto per il suo strumento, tra l’altro, tre brani di Händel, per la precisione l’Allemanda dalla Suite n. 3 HWV 428 e l’Adagio & Allegro dalla Sonata per violino HWV 373. Quali sono i motivi che l’hanno spinta a scegliere proprio questi tre brani?
Il motivo principale è che non mi piace molto la musica di Bach con la chitarra, anche se ho dovuto suonare Bach agli esami al conservatorio. E se non suonavamo Bach, dovevamo suonare opere di un compositore a lui contemporaneo. Così, ho superato gli esami suonando i miei arrangiamenti di Vivaldi e Händel al posto di opere bachiane; in totale ho arrangiato otto opere di Händel per chitarra. Di questi otto arrangiamenti ne ho messi in rete tre, quelli che mi sono piaciuti di più, sotto il nome di “Three Handel Pieces On Guitar”, sulle piattaforme digitali. I loro video sono stati pubblicati su Siccas Guitars, uno dei canali YouTube più prestigiosi al mondo. Sono soddisfatto, perché stanno ottenendo ottime reazioni e sono molto ascoltati. Da parte mia, mi piace suonare e presentare le mie opere originali e quelle meno conosciute, piuttosto che opere che sono inflazionate nel repertorio chitarristico e sono state interpretate centomila volte. La musica di Händel è, secondo me, senza tempo, fuori dal barocco, poiché vanta un’anima meravigliosa.
Che cosa significa per una cultura orientale come quella turca la musica classica, una forma d’arte che ha rispecchiato per diversi secoli una tradizione culturale occidentale?
Per me la musica classica significa sempre e solo “grande musica, grande gioia” e penso che significhi lo stesso per tutti coloro che nel mio Paese sono interessati ad essa. La Turchia ha un alto gusto musicale e una grande intensità emotiva. Siamo un grande Paese in cui convivono varie etnie, quindi abbiamo un’ampia varietà di stili musicali. E come in ogni Paese del mondo, abbiamo un certo pubblico che ascolta musica classica.
Qual è la situazione attuale della musica colta occidentale in Turchia? Viene seguita anche dai giovani e le sale concertistiche, prima della pandemia, erano gremite dal pubblico? Inoltre, chi fa musica classica nel suo Paese riesce a vivere o deve sperare di avere successo all’estero?
L’interesse per la musica classica diminuisce e aumenta di volta in volta nel corso della storia. Al giorno d’oggi, è estremamente facile vedere che questo interesse è in aumento sia nel mio Paese che nel mondo. Naturalmente, le opportunità digitali, in particolare YouTube, hanno un enorme impatto su questo. Prima della pandemia, le sale da concerto nelle grandi città turche erano piene, poiché c’è un vasto pubblico che sostiene ed è interessato all’arte. I giovani ascoltano la musica classica più degli anziani. Certo, ci sono ancora più opportunità all’estero per gli artisti di musica classica, ma questa situazione si invertirà con il cambiamento e con lo sviluppo delle nostre politiche culturali. Personalmente, ho un’importante carriera nell’industria musicale popolare e nella musica classica. A partire dal 2006, ho suonato in centinaia di album sia in Turchia sia all’estero come chitarrista in studio e suono ancora con i cantanti più famosi del mio Paese e con le loro orchestre. La Turchia rappresenta un mercato ideale per musicisti come me.
Quali sono i suoi progetti futuri, Maestro Emrah Koçak? Intende continuare a trascrivere per chitarra brani di autori celebri o pensa di far conoscere le opere di autori della tradizione classica turca? E ha in mente anche di registrare un disco?
Il mio progetto futuro è un album di sette pezzi, di cui quattro sono miei arrangiamenti di Granados e Chopin, mentre un altro di essi è un famoso pezzo di Tárrega chiamato “Lagrima”, ma che io interpreto in modo diverso. È mia intenzione registrarlo e farlo pubblicare il prossimo anno. E, naturalmente, quando i problemi e i disagi causati dalla pandemia finalmente finiranno, inizierò a seguire corsi di perfezionamento e a tenere concerti in tutto il mondo.
Andrea Bedetti